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In una tavola rotonda a Villa Fidelia di Spello si è parlato di applicazione della “Direttiva Uccelli” e delle prospettive delle “deroghe
fringuello-fringuello

Su una cosa si può concordare: i cacciatori sono bravi a far rumore, oltre con le doppiette, con le proteste, i convegni, i comunicati.. ecc.
Ora hanno promosso un “Fronte comune” dell’Italia centrale, unitamente alla Lombardia, sul problema della caccia in deroga.
L’occasione per “coalizzarsi” è offerta dalla seconda edizione del “Weidmanns’heil! – Salve uomo del bosco”, in corso di svolgimento in questo fine settimana a Villa Fidelia di Spello, su iniziativa della Provincia di Perugina.

In una tavola rotonda si è parlato di applicazione della “Direttiva Uccelli” e delle prospettive delle “deroghe”, annosa e controversa questione, che vede alcune regioni del nord Italia sottoposte a procedura di infrazione comunitaria.
Il cuore del problema consiste nella determinazione della cosiddetta “piccola quantità”. “Posizioni di inutile protezionismo – è opinione degli organizzatori – diventano e possono diventare causa di danno al mondo agricolo, come nel caso dello storno, mentre diventano perdita di patrimonio culturale legato alle tradizioni locali dell’attività venatoria, come nel caso del fringuello o altri piccoli uccelli le cui popolazioni hanno uno status ottimale compatibile con l’applicazione della Direttiva stessa, come oramai è largamente dimostrato e riconosciuto”.

L’intento della tavola rotonda è quello di creare un nucleo operativo di riferimento per l’Italia centrale, che contribuisca ad individuare nuove e alternative metodologie di calcolo per determinare la cosiddetta “piccola quantità” prevista dalla Direttiva uccelli, per l’applicazione delle deroghe, avvalendosi della collaborazione degli Osservatori Faunistici Regionali.
“Abbiamo voluto chiamare grandi esperti – ha spiegato il consigliere delegato alla programmazione faunistica della Provincia , Franco Granocchia – per aprire un forte dibattito per affrontare una volte per tutte il problema delle deroghe, attraverso un approccio scientifico.
L’Italia mediana, compresa la Lombardia, deve far fronte comune, forte di prove scientifiche. Vogliamo dimostrare, per esempio, che il fringuello da noi si ferma e nidifica e quindi può rientrare nel meccanismo delle deroghe, come pure altre specie.
Le associazioni venatorie devono sostenere questa battaglia, perché i cacciatori, oggi fortemente divisi, meritano qualcosa in più.
Vogliamo in sostanza superare l’attuale normativa. L’Europa ci sta guardando con attenzione tanto che la Commissione Europea ci ha invitato a farle pervenire i risultati di tale incontro.
Non vogliamo essere le Cenerontole d’Italia e, poiché siamo ancora terre ricche di cacciatori, vogliamo lanciare un segnale forte”.
 

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