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L'osservatorio indipendente sugli infortuni sul lavoro di Bologna, con una lettera all'assessore regionale Stefano Vinti, invita a prendere in considerazione il fatto che molti anziani salgono su trattori vetusti e muoiono travolti dai mezzi
incidenti-agricoltura
Carlo Soricelli dell’Osservatorio Indipendente di Bologna sui morti sul lavoro, è notoriamente molto critico coi dati ufficiali degli infortuni sul lavoro.
Lo è pure sul metodo di considerare l’incidenza di infortuni e morti sugli occupati, in quanto tra quest’ultimi non sono compresi tutti quegli anziani che, formalmente in pensione, seguitano a lavorare nei campi e sono una categoria all’interno della quale bisogna contare poi numerosissime morti.

A suo avviso, quindi, “l’Umbria complessivamente è una regione che, rispetto al numero di abitanti, l’unico parametro valido visto che a morire per la maggioranza non sono lavoratori attivi, non va peggio di tantissime altre regioni, anzi.

Poi si sofferma sulle morti in agricoltura dando anche alcuni suggerimenti
Soricelli parte della premessa che “In Umbria i morti sui luoghi di lavoro sono ad oggi 11 agosto 7, di cui 4 in agricoltura.”
Poi chiede “ Se guardate gli agricoltori tre superano l’età di 65 anni, questo cosa vuol dire? Che questi agricoltori sono già pensionati. Rimangono, se si escludono gli agricoltori, altri 3 lavoratori.
L’incidenza sul numero di occupati non ha nessun valore statistico visto che a morire sono per la maggior parte, non solo in Umbria, ma in Italia, anziani agricoltori, che non mi risulta che l’INAIL conteggi nelle statistiche ufficiali.
Dall’inizio dell’anno gli agricoltori morti sono in Italia oltre 120 e 80 di questi, quasi tutti pensionati, sono stati schiacciati dal trattore.
Da soli gli agricoltori schiacciati dal trattore sono il 20% di tutti i morti sul lavoro.

Se si vuole tutelare la vita degli agricoltori occorre far dotare i vecchi trattori di cinture di sicurezza e cabina con protezione e prendere una misura impopolare: una visita medica che accerti l’idoneità alla guida ad una certa età e impedire se non lo sono di salire su questi "mostri".
Molti anziani sono malati e ci sono casi di agricoltori di 80 anni che si sono messi alla guida del trattore due giorni dopo essere usciti dall’ospedale.
Il territorio italiano quasi tutto in pendenza, l’età avanzata e i riflessi poco pronti sono componenti micidiali”.

In generale Soricelli sostiene che “Al 31 luglio i morti sui luoghi di lavoro in Italia sono stati molti di più di quelli riportati dall’articolo ( di Tamtam. n.d.r.), sono stati 374 e all’ 11 agosto 400, con un aumento del 14% rispetto al 2010.
A questi morti occorre poi aggiungerci i lavoratori morti in itinere che variano dal 50 al 55% tutti gli anni. Arriviamo a contare con l’itinere gli ottocento morti.

Ma le statistiche non fanno distinzioni tra morti sui luoghi di lavoro e sulle strade ma se si vuole fare prevenzione occorre tenerne conto. Cosa voglio dire? Che sui morti sul lavoro si fa una grande confusione e se si vuole dimezzare i morti per INFORTUNIO SUL LAVORO occorre concentrasi sugli agricoltori e gli edili (cadute dall’alto) categorie che da sole hanno oltre il 60% di tutti i morti sul lavoro.. Per quanto riguarda l’edilizia, è il sub appalto composto da micro aziende, dove il sindacato non è presente che ha la stragrande maggioranza delle vittime.
Nel 2010 in Umbria i morti sui luoghi di lavoro sono stati 7, nel 2009 12 e nel 2008 15. Come potete vedere l’Umbria, se si parla di morti effettivamente sui luoghi di lavoro ha migliorato nettamente”.  

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