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Gli italiani all'estero hanno già votato, ma i pasticci fatti dal Parlamento rischiano di invalidare l'espressione della loro volontà e forse anche di incidere sul quorum per la validità della consultazione sul nucleare; i commenti dei lettori
referendum12-13giugno2011_logo

Mancano pochi giorni  ai referendum che coinvolgono questioni di civiltà e pure la Rai, che dovrebbe assicurare un servzio pubblico, è latitante tanto da essere minacciata da nuove sanzioni dall’Autorità per le comunicazioni.
Tam tam  quindi ritiene necessario svolgere una funzione di supplenza fornendo le informazioni essenziali sui quesiti referendari.

Al di là di questo non si può fare a meno di segnalare come nella normativa che impone la privatizzazione dell’acqua sia previsto, per le imprese private che gestiscono il servizio un rendimento del capitale investito del 7%, che stride in maniera eclatante col rendimento prossimo allo zero che frutta ad un semplice cittadino tenere i propri risparmi su un qualsiasi conto corrente.

Queste, comunque, le notizie sui tre referendum su cui si voterà:

PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA
Su questo tema vertono due diversi quesiti:
Scheda rossa.
Il primo quesito, secondo l’Ufficio centrale per il referendum costituito presso la Corte Suprema di Cassazione, è il seguente:
“Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici di rilevanza economica. Abrogazione”
«Volete voi che sia abrogato l’art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n.133, come modificato dall’art.30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n.99 recante "Disposizioni per lo
sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia" e dall’art.15 del decreto legge 25 settembre 2009, n.135, recante "Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea" convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n.166, nel testo risultante a seguito della sentenza n.325 del 2010 della Corte costituzionale?»
VOTA SI’: chi è contrario alla privatizzazione dell’acqua
VOTA NO: chi è favorevole alla privatizzazione dell’acqua
Con il quesito si propone infatti l’abrogazione dell’art. 23 bis (dodici commi) della Legge n. 133/2008 , relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica.
La normativa, approvata dal Governo, stabilisce come modalità ordinarie di gestione del servizio idrico l’affidamento a soggetti privati attraverso gara o l’affidamento a società a capitale misto pubblico-privato, all’interno delle quali il privato sia stato scelto attraverso gara e detenga almeno il 40%.
Non solo, la norma disciplina le società miste collocate in Borsa che, se vorranno mantenere l’affidamento del servizio, dovranno diminuire la quota di capitale pubblico al 40% entro giugno 2013 e al 30% entro il dicembre 2015.

Scheda gialla.
Il secondo quesito, recita: “Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale
investito. Abrogazione parziale di norma”
«Volete voi che sia abrogato il comma 1, dell’art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”, limitatamente alla seguente parte: “dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito”?».
VOTA SI’: chi è contrario al ricarico del 7% sulla bolletta dei cittadini a compensazione del capitale investito da parte dell’azienda
VITA NO: chi è favorevole al ricarico del 7% sulla bolletta dei cittadini a compensazione del capitale investito da parte dell’azienda
Si propone infatti l’abrogazione dell’’art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), limitatamente a quella parte del comma 1 che dispone che la tariffa per il servizio idrico è determinata tenendo conto dell’ “adeguatezza della remunerazione del capitale investito”.
L’abrogazione parziale è legata alla parte di normativa che permette al gestore del servizio idrico di ottenere quindi profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a logiche di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio stesso.

Queste sono le motivazioni del No:

Il processo di industrializzazione delle reti idriche non può essere fermato. In Italia nei prossimi anni occorrono 100 miliardi di euro per modernizzare il Paese nei settori coinvolti dall’abrogazione dell’art. 23 bis – acqua, rifiuti e trasporti -, risorse che tra l’altro lo Stato non ha.
Bloccare questo processo imporrà solo l’aumento delle tasse ai cittadini, con maggiore incidenza proprio sulle fasce più deboli della società, senza migliorare la qualità delle risorse e del servizio. La rete italiana perde fino al 60% delle risorse idriche, per ammodernarla occorre favorire l’ingresso di soggetti privati di adeguate dimensioni finanziarie e manageriali. Con la vittoria dei Si la gestione sarà affidata nuovamente nelle mani delle caste della politica municipale. Si gioca, dunque, una partita decisiva per il futuro dell’Italia.
 

ENERGIA NUCLEARE
Scheda grigia
Il quesito sull’atomo è il seguente:
“Nuove centrali per la produzione di energia nucleare. Abrogazione parziale di norme”
La norma fa parte del decreto legge recante "Disposizioni urgenti per losviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" firmato il 25 giugno 2008 e convertito in legge "con modificazioni" il 6 agosto dello stesso anno.
«Volete voi che sia abrogato il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive, recante Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, limitatamente alle seguenti parti: art. 7, comma 1, lettera d: realizzazione nel
territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare?».
VOTA SI’: chi è contrario al ritorno del nucleare in Italia
VOTA NO: chi è favorevole al ritorno del nucleare in Italia
Il comitato “vota SI per fermare il nucleare” spiega le ragioni del voto abrogativo. Eccone alcune:
1. Le centrali nucleari non sono sicure Non stiamo parlando solo di Fukushima, ma anche di nuovi reattori. Sono già tre le agenzie europee per la sicurezza nucleare che hanno bocciato il reattore EPR di Areva, lo stesso che Enel vorrebbe costruire in Italia: sono la britannica HSE’sND, la finlandese STUK e la stessa agenzia francese ASN.

2. Anche se siamo circondati da reattori non significa che costruirli in Italia manterrebbe inalterato il rischio. Il rischio in caso di incidente nucleare è puntuale, ovvero è tanto maggiore quanto si è più vicini alla sorgente di radiazioni. E Fukushima ne è un esempio.
Inoltre, va segnalato che molti paesi stanno, al contrario, abbandonando l’atomo, come la Svizzera e la Germania.
Peraltro, come l’esperienza del Giappone ha mostrato un conto è costruire centrali nucleari su terreni geologicamente stabili come la Francia, che non registra terremoti significativi da secoli, altro in un territorio instabile come la pensiola italaina afflitta con regolarità da terremoti, frane ed alluvioni.

3. La questione delle scorie nucleari non è risolta. Attualmente non esistono soluzioni valide. Dalla “vetrificazione” ai depositi definitivi, nulla sembra funzionare. Pensate che negli Stati Uniti è dal 1978 che si sta studiando un deposito definitivo per le scorie radioattive a più alta intensità nel sito di Yucca Mountain, nel deserto del Nevada. I suoi costi di costruzione
supereranno i 54 miliardi di dollari e non è affatto certo che entrerà mai in funzione.

4. Il nucleare non costa meno e i numeri dimostrano che nel mondo non vi è alcun rilancio. Le stime più recenti fatte negli Stati Uniti dimostrano che al 2020 il costo del kilowattora nucleare da nuovi impianti sarà maggiore del 75% rispetto a quello del gas e del 27% rispetto all’eolico.
Tutto a carico dei contribuenti. Non solo, in termini relativi il peso del nucleare nella produzione globale di elettricità è sceso dal 17,2% del 1999 al 13,5% del 2008 (International Energy Agency, 2010). Siamo veramente sicuri che sia l’energia del futuro?

Queste sono le motivazioni del No: 

"Il tema del nucleare", va affrontato a approfondito senza pregiudizi e senza strumentalizzazioni di parte, perché ci troviamo davanti a una risorsa che in prospettiva in alcuni campi potrebbe rappresentare una soluzione a molti problemi energetici del nostro Paese.
Occorre avere il coraggio di andare controcorrente differenziandosi da una moda dilagante che non affronta il problema in modo corretto e responsabile ma demagogico.
il costo medio attualizzato di generazione dell’energia nucleare non può essere desunto da esperienze precedenti ma dipende da una serie di variabili specifiche del singolo investimento e del luogo e del contesto in cui è calato.
Il prezzo degli idrocarburi è destinato a salire alle stelle, l’energia nucleare è l’unica vera fonte alternativa al petrolio, in grado di fornire adeguata potenza. Sole e vento non sono un’alternativa al nucleare per diverse ragioni. Per prima cosa, producono energia in modo discontinuo, inoltre un impianto solare non produce energia di notte, uno eolico si spegne quando cala il vento.
Inoltre questi impianti richiedono larghe estensioni di territorio, e questo è un problema in un paese come l’Italia, dove il territorio è una risorsa scarsa.
L’energia elettrica prodotta con solare ed eolico è ancora molto costosa, fino a quattro-cinque volte il costo dell’energia prodotta con il gas e quello previsto per l’energia da nucleare.
Scegliere il nucleare significa costruire un’industria high tech forte e competitiva sui mercati internazionali.
Una grande ricchezza per l’intero Sistema paese.
Infatti, per competere a livello internazionale occorre eccellere in un numero qualificato di settori strategici. Il nucleare è uno di questi. Il mercato mondiale del nucleare è oggi valutato in 400-500 miliardi di dollari.
Le 600 aziende italiane che hanno chiesto di partecipare alla costruzione dei nuovi reattori possono crescere, imporsi a livello internazionale, offrire migliaia di posti di lavoro a laureati e diplomati italiani.

LEGITTIMO IMPEDIMENTO
Scheda verde.
Cos’è anzitutto il “legittimo impedimento”? Nel diritto processuale penale italiano, il legittimo impedimento è l’istituto che permette all’imputato, in alcuni casi, di giustificare la propria assenza in aula. Il Senato ha approvato il ddl (disegno di legge) il 10 marzo 2010 che introduce il “legittimo impedimento”, tramite due voti di fiducia. La legge prevede che il presidente del Consiglio dei ministri possa invocare il legittimo impedimento a comparire in un’udienza penale, qualora imputato, in caso di concomitante esercizio di una o più delle attribuzioni previste per leggi o dai regolamenti e delle relative attività preparatorie e conseguenziali, nonché di ogni attività, comunque, coessenziale alle funzioni di Governo (art.1, comma 1). Per i ministri invece costituisce legittimo impedimento a comparire nelle udienze dei procedimenti penali quali imputati, l’esercizio delle attività previste da leggi e regolamenti che ne disciplinano le attribuzioni (art.1, comma 2).
Ma ecco il quesito:
«Volete voi che siano abrogati l’articolo 1, commi 1, 2, 3, 5, 6 nonché l’articolo 1 della legge 7 aprile 2010 numero 51 recante "disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza?».
VOTA SI: chi è contrario al legittimo impedimento
VOTA NO: chi è favorevole al legittimo impedimento

I promotori del NO invece ritengono che il presidente del Consiglio dei ministri può invocare il legittimo impedimento a comparire in un’udienza penale, qualora imputato, in caso di concomitante esercizio di una o più delle attribuzioni previste per legge, essenziale alla funzionalità del Governo. Si chiarisce che le nuove norme sul legittimo impedimento hanno natura temporanea.
Infine, Il rinvio dell’udienza per "legittimo impedimento" non influisce sul corso della prescrizione del reato, che rimane sospeso per l’intera durata del rinvio.
La prescrizione riprende il suo corso dal giorno in cui è cessata la causa della sospensione. 
 

I COMMENTI DEI  LETTORI

Referendum – va bene lasciare libertà di coscienza per il voto e la partecipazione
I prossimi 12 e 13 giugno i cittadini italiani saranno chiamati alle urne per esprimere il proprio parere su referendum abrogativi che verteranno su tre tematiche: energia nucleare, acqua e legittimo impedimento.
Il primo referendum, promosso per l’abrogazione delle norme sul ritorno al nucleare, non ha alcun senso in quanto il governo e il Parlamento hanno già accolto la sollecitazione dei referendari cancellando quelle stesse norme. Tanto è vero che dalla Cassazione il problema è stato trasferito su misure che riguardano tutt’altro. Si tratta di un autentico raggiro nei confronti degli elettori che andranno a votare convinti di esprimersi sul quesito “nucleare sì-nucleare no”, e invece, del tutto ignari, con il loro voto potrebbero abrogare la norma sull’approfondimento e il coordinamento europeo in tema di sicurezza e la norma sull’adozione di una strategia energetica nazionale per far fronte al fabbisogno dell’Italia anche attraverso fonti alternative. È paradossale che tutto questo venga salutato come un trionfo della democrazia. Un motivo in più per condividere la strada del disimpegno tracciata dal PDL lasciando liberi i propri elettori di decidere secondo coscienza.
Per quanto riguarda l’acqua, invece, non possiamo negare l’evidenza che un coinvolgimento del privato nella cosa pubblica migliori la gestione sia in termini di qualità, sia di trasparenza. Certo, ciò non avviene sempre ed in maniera automatica, come per esempio nella privatizzazione del pubblico impiego voluta dalla sinistra e avallata dai sindacati. Pertanto, anziché strumentalizzare il referendum, l’obiettivo principale da tenere di mira dovrebbe essere quello di un buon servizio per il cittadino, raggiungibile con una semplice domanda:  gestire le acque come  è avvenuto finora – sempre più care e con sprechi e abusi – può continuare ad andare bene ? Anche su questo quesito condivido la piena libertà di voto e di partecipazione al voto data dal PDL.
Sul legittimo impedimento che, semplicemente, consente al capo del Governo di esimersi dal presentarsi in tribunale ove sussistano fondate ragioni legate ai suoi compiti istituzionali, ritengo che debba essere rispettata la magistratura, ma allo stesso tempo trovo che ci siano dei diritti che necessitino di adeguate garanzie.
Il Vicesindaco di Todi Moreno Primieri
Ci siamo quasi.
Finalmente tra una settimana le urne si apriranno e tutti noi potremo votare. C’ è ancora un pò di confusione sul colore delle schede, stranamente dato che la televisione non ha fatto altro che trasmettere pubblicità sul referendum, ma potremo mettere tutti e 4 i SI. Anche se ormai i giochi sono fatti e chi è convinto è convinto bisogna , questa ultima settimana,  insistere a parlarne dappertutto e provare a coinvolgere più incerti possibile.
Non sono qui però a fare un discorso squisitamente politico perché per questi Referendum non serve. Si esatto non serve. Per questi Referendum basta il ragionamento, un po’ di buon senso e qualche spruzzata di morale applicata(che non guasta mai).
Prendiamo quello sul Nucleare: è chiaro,scientificamente parlando, che è una scelta sbagliata. Tutti i fatti recenti dimostrano che ancora infatti non esiste la sicurezza che serve per un sistema così potenzialmente distruttivo. Inoltre è quanto di più anti-economico si possa fare in Italia in questo momento, pensate solo che il costo delle 4 centrali sarà come due finanziarie. Quindi non serve la politica per capire che si deve votare SI.
Passiamo all’ Acqua anche qui  tutte le esperienze fatte di privatizzazione in Italia, e ribadisco tutte, hanno portato ad un aumento di tariffe  ed a una riduzione degli investimenti e dell’occupazione nel settore, senza produrre un effettivo beneficio nella qualità del servizio. E’ abbastanza intuitivo capire che l’acqua è un bene essenziale e che quindi non può diventare un business e basta. Anche qua di politico c’è poco e credo che votare i due SI sia nell’interesse di tutti.
Passiamo al Leggittimo Impedimento: siamo tutti d’accordo che la legge è uguale per tutti?E’ alla base della democrazia giusto?Allora fatico a capire perché per Berlusconi non deve essere così. Come vedete anche qua la Politica non c’entra ma c’entra il senso di giustizia che ognuno di noi ha e che ci porta a dire che se una persona sbaglia è giusto che paghi. In questo caso, visti i danni internazionali e nazionali, prima è e meglio è.
Ho scritto questo per dire che per una volta lasciamo da parte le Politica e interpelliamo la nostra coscienza e cerchiamo di essere determinanti su questo REFERENDUM  perché ne va del nostro futuro e di quello dei nostri figli e anche dei nipoti.
Andrea Vannini. Ecodem Todi.

I quattro si del centrosinistra tuderte
All’approssimarsi della consultazione referendaria del 12 e 13 giugno, le segreterie tuderti di: Partito Democratico, Partito Socialista Italiano, Movimento Repubblicani Europei, Sinistra Ecologia e Libertà, Italia dei Valori, Partito della Rifondazione Comunista intendono rivolgere a tutti i cittadini un appello al voto ed invitano a votare "SÌ" ai quattro quesiti abrogativi posti.
La partecipazione con il proprio voto ai referendum proposti è un atto di grande democrazia e per questo nei prossimi giorni i partiti del centrosinistra tuderte saranno impegnati in un’ampia campagna di sensibilizzazione e sostegno al voto per il "SÌ".
Un "SÌ" per eliminare la legge che dà obbligatoriamente l’affidamento a soggetti privati o privati/pubblici della gestione del servizio idrico, perché l’acqua è un diritto di tutti e non può essere sottoposta obbligatoriamente alle logiche del solo mercato.
 
Un "SÌ" per eliminare la legge che consente al gestore di avere un profitto proprio sulla tariffa dell’acqua, indipendente da un reinvestimento per la riqualificazione della rete idrica.
 
Un "SÌ" per eliminare la legge che permette la costruzione di centrali nucleari sul territorio italiano nella rinnovata consapevolezza, dopo i drammatici fatti del Giappone, dell’urgenza di investire fortemente in fonti di energia alternative al nucleare.
 
Un "SÌ" per eliminare la legge che permette al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri di non comparire in udienza penale durante la loro carica, perché in Italia la Legge continui ad essere davvero uguale per tutti.
 
Quattro "SÌ" per un’Italia migliore, più giusta, più attenta e lungimirante.
 Le segreterie tuderti di Pd, Psi, Mre, Sel, Idv, Prc


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