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La denuncia, clamorosa ma senza echi fino ad ora, è del quotidiano di Confindustria: Il Sole 24ore
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Nel silenzio quasi assoluto della stampa ( altra) e delle forze politiche, la Confindustria ha iniziato una battaglia in grande stile contro il sistema bancario italiano ed internazionale.
Non si tratta dei soliti lamenti per il costo del denaro e per le restrizioni al credito, ma di una vera e propria denuncia, dagli sviluppi imprevedibili, del sistema di potere delle grandi banche e della ipotizzata “tosatura” dei clienti con un palese contrasto di interessi.

Il quotidiano confindustriale ”Il Sole – 24 ore” ha affermato che “Nel mese di ottobre 2008, nel pieno della crisi finanziaria, la quota di clienti di una grande banca italiana che investiva in obbligazioni della stessa banca improvvisamente sale dal 10 al 30 per cento.”
Poi fa una similitudine e si pone una domanda “ se in una osteria tre clienti su dieci (invece del solito uno su dieci) decidono tutto ad un tratto di bere il vino della casa. Lo fanno perché quel vino è diventato straordinariamente buono o perché l’oste trova ora più conveniente proporlo (anche se ne ha in cantina uno migliore)?”

La traduzione in termini economici viene subito dopo “È improbabile che proprio durante la crisi, quando diversi clienti fuggivano dai depositi delle banche, molti trovassero le obbligazioni bancarie così appetibili: in fondo il rischio da cui gli investitori volevano proteggersi era proprio nelle banche.
Più verosimile che le banche stessero insistentemente proponendo le loro obbligazioni ai clienti meno avveduti per ottenere la liquidità di cui avevano tanto bisogno.
Ovvero, anziché agire nell’interesse del cliente agivano prioritariamente nel proprio.”

Secondo il quotidiano “ricercatori presso la Consob  hanno esaminato un campione di 2.258 emissioni obbligazione di un vasto numero di banche italiane con collocamento effettuato sia presso investitori istituzionali (ovvero investitori sofisticati, 140 casi) sia direttamente presso i loro stessi clienti (2.117 casi).
Emerge che le quando le stesse obbligazioni vengono vendute ad investitori esperti rendono mediamente 90-100 punti base in più di quando vengono vendute direttamente ai clienti.” “addirittura le banche più rischiose riescono a vendere ai clienti obbligazioni con tassi di rendimento inferiori a quelli di una obbligazione con la stessa scadenza ma emessa dal Tesoro."

È difficile pensare – conclude il sole – che ci sia una sola persona che se messa a scegliere tra investire in un titolo che rende il 3 per cento e un altro che rende il 4, e i due titoli siano per il resto identici, preferisca quello che rende il 3.”
La tosatura operata dalle banche sulla pelle dei loro clienti
non sarebbe lieve “Se, come attestano le stime Consob, mediamente le obbligazioni bancarie collocate presso le famiglie rendono 100 punti base meno di quanto dovrebbero poiché le famiglie detengono circa 400 miliardi di euro in obbligazioni bancarie (Banca d’Italia, La ricchezza finanziaria delle famiglie) la perdita che sopportano è intorno ai 4 miliardi di euro all’anno: poco meno di un terzo della manovra finanziaria per il 2011 e maggiore delle perdite inferte ai risparmiatori dal default dell’Argentina.

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