Delle restanti: il 29 per cento ha usato un contraccettivo ormonale (pillola, anello, cerotto), il 20 per cento ha scelto un metodo non ormonale (preservativo, coito in-terrotto, metodi naturali, ecc), il 20 per cento non ha usato precauzioni perché desidera un figlio.
Tra quel 31% “incosciente” sicuramente qualcuna di quelle che si è dimenticata di prendere la pillola: cosa che, almeno una volta al mese, è successa ad otto donne su dieci.
Soprattutto per quest’ultime, quindi, un aiuto arriva in Italia da Nexplanon, il nuovo contraccettivo ormonale sottocutaneo.
Lo impianta il ginecologo appena sotto la cute del braccio, due millimetri di diametro e quattro centimetri di lunghezza, rimane posizionato per tre anni e non ci si deve più occupare, e preoccupare, della contraccezione.
E se si cambia idea, basta rimuoverlo. Nessun rischio, quindi, e di conseguenza, fine dell’ansia di doversi ricordare tutti i giorni, alla stessa ora, di assumere il contraccettivo. Maggiore comodità e stessa efficacia, ormai collaudata, della pillola.
Il contraccettivo sottocutaneo è una novità per le donne italiane. Un contraccettivo che contiene solo pro-gestinico; non contiene estrogeni, elemento molto importante, e quindi può essere utilizzato anche dalle donne che presentano controindicazioni proprio all’uso degli estrogeni: dall’emicrania con aura al rischio cardiovascolare, trombotico, all’ipertensione grave non controllata con la terapia, al diabete complicato, all’obesità.
«L’assunzione della “pillola” è diventata, anno dopo anno, un gesto quotidiano – dice Gianna Schelotto, psicologa e scrittrice – E come tutti i gesti quotidiani è diventato routinario con il pericolo, insito in ogni comportamento estremamente ripetitivo, di essere dimenticato.
Il nuovo contraccettivo sottocutaneo, in pratica, interrompe il rito di assumere la “pillola” tutti i giorni, alla stessa ora, un impegno, un obbligo di dover fare qualcosa che si deve assolutamente fare. Un comportamento che si ritrova in ogni rito. Quindi, un peso».