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Il presidente del Comitato dell'Energia presso l'Accademia Nazionale delle Scienze della Svezia ha confermato che l'apparecchiatura inventata a Bologna produce energia in base ad una reazione di tipo nucleare 
fermi

La domanda che adesso si fanno gli italiani comuni non è tanto sull’importanza della scoperta quanto sul fatto che una scoperta italiana, che potrebbe cambiare il destino del mondo, sarà sviluppata fuori dell’Italia.
Molti si riempiono la bocca di “innovazione”, ma quando si tratta di investire anche pochi soldi  (riguardo il costo si prevede che siano necessari 0.3 centesimi di Euro per kWh termico e 2 Euro per kWh di potenza) per realizzare su scala industriale un’apparecchiatura di pochi centimetri di lato e con un volume  di 50 centimetri, i soldi non si trovano, mentre li trovano in Grecia che ha adesso una economia disastrata.

La domanda si pone perché l’esperimento del 14 gennaio scorso, in esito al quale a Bologna
l’inventore dell’apparato, Andrea Rossi, il suo consulente scientifico Professor Sergio Focardi, dimostrarono che era possibile produrre energia in quantità di molto superiore a quella impiegata, è stato replicato alla presenza  sia del Dottor David Bianchini e del Dottor Giuseppe Levi, i due fisici dell’Università di Bologna che parteciparono alla prima dimostrazione pubblica dell’E-Cat, ma anche alla presenza di numerosi scienziati, tra cui Sven Kullander, professore emerito dell’Università di Uppsala nonché presidente del Comitato dell’Energia presso l’Accademia Nazionale delle Scienze, e Hanno Essén, professore associato di fisica teorica e docente presso il Royal Institute of Technology svedese.

I due svedesi, al termine del nuovo esperimento, hanno affermato, superando le cautele degli inventori, di essersi trovati, sulla base dei dati raccolti, di fronte ad una reazione di tipo nucleare: la famosa fusione fredda! 
A differenza della fusione nucleare “calda” che permette la fusione di atomi ed il conseguente sprigionamento di energia, ad elevatissime pressioni e temperature, la fusione fredda permette la stessa reazione, ma a temperature ambiente.

La relazione completa redatta dai due scienziati è disponibile a questo link  http://www.nyteknik.se/incoming/article3144960.ece/BINARY/Download+the+report+by+Kullander+and+Ess%C3%A9n+%28pdf%29
messo a disposizione dal sito http://technews.it/VUCQR .
Il testo è in inglese, ma le foto che lo accompagnano potrebbero entrare nella storia, come è avvenuto per quelle che ritraggono Fermi ed i suoi collaboratori quando scoprirono la reazione atomica

Allora i “nostri” dovettero emigrare in America per dare un seguito alla loro intuizione, ora se ne andranno in Grecia, dove verrà realizzato ed inaugurato il 1° ottobre prossimo l’impianto pilota da 1 MW dalla Defkalion Green Technologies a dimostrazione che gli italiani si credono ma non sono affatto furbi.
E non ci mettono le poche migliaia di euro che servono mentre, per esempio, la ExxonMobil si accinge ad investire 600 milioni di dollari in una ricerca spagnola  per ritrasformare l’anidride carbonica in petrolio, con l’utilizzazione di microalghe con un procedimento che ricreerebbe quello che in natura ha portato, milioni di anni fa, alla trasformazione del fitoplancton in petrolio.

 

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