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All'anagrafe si chiama Salvatore ma il soprannome se lo è conquistato per una vicenda amorosa
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Correva l’anno 1906, addì 7 di aprile quando, a Collevalenza di Todi voc. Fornaci, Teresa Peppucci in Filippetti dava al mondo Salvatore, secondogenito della famiglia diretto coltivatrice.
Quella dei Filippetti è un casato da secoli presente nello stesso voc. Fornaci.
Documenti dell’archivio parrocchiale ne attestano la presenza al 1600 e sicuramente la location “voc. Fornaci” si deve al fatto che in loco, sia pure in maniera molto rudimentale  e secondo disponibilità stagionale di fonte energetica naturale – legna di quercia – , si producevano laterizi destinati ad un mercato poco più che familiare. I
nfatti il padre – Pio Filippetti – del centenario + 5 Salvatore, nel ventennio tra le due dolorose guerre mondiali del secolo scorso, ha ampliato a più riprese la casa e gli annessi agricoli con laterizi autoprodotti.

Salvatore, in famiglia chiamato Augusto e “Biocco” dagli amici della locale università dei soprannomi,
è nato, vissuto e vive nello stesso sito mettendo in spalla ben 105 anni che, grazie al complessivo buon stato di salute, si può ben dire che non lì dimostra.
L’originale soprannome “Biocco” si deve ad una simpatica disavventura amorosa giovanile degna di una fiction della migliore specie che qui sarebbe poco efficace descrivere e che rimandiamo a qualche regista attento alle argute avventure agresti del secolo scorso.
Oggi, il “ganzo nonnino” malgrado pesanti acciacchi familiari, come la perdita del prediletto figlio Renzo, stimato dirigente al policlinico Gemelli e recentemente l’amata moglie Ida, è sapientemente  sostenuto dall’affetto e assistenza dei nipoti Flavia, Francesco, Alessia e la nuora Teresa.
 
E, recentemente, per raggiunti limiti di età lavorativa, è rientrato in zona il nipote Sante – figlio del già fratello minore Guglielmo – fino al ‘92 brillante animatore delle Acli umbre e, successivamente, protagonista dello sviluppo nazionale di Agriumbria “la fiera più fiera” dell’agricoltura italiana.
Attualmente i due, zio e nipote, sono l’asse genealogico del casato, affettivamente molto legati ma, simpaticamente, divisi per quanto attiene a filosofia di vita.
E, per questa diversità di vedute ed  esperienze di vita vissuta val bene la pena intercettare i momenti del dialogo, dello stare insieme, dei due. 
Passato e presente  raccontato e/o correlato diventano simpatiche opportunità per “fare memoria” e guardare al futuro con maggiore speranza. Intanto e con piacere facciamo a Salvatore i migliori auguri di buon compleanno con l’auspicio di raccontare di Lui per tanti anniversari a venire.

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