necessità di operare un mutamento radicale in materia di zootecnia e di energia, settori in cui si rischia di generare delle vere e proprie diseconomie e dei significativi danni ambientali”.
Per i due il regolamento sulla zootecnia approvato dalla Seconda Commissione del Consiglio regionale “sancisce l’esistenza di interessi trasversali in palese contrasto con quelli della collettività”.
I rappresentanti del Prc tirano direttamente in ballo l’impianto di Marsciano rilevando che “le note vicende dei biodigestori di Bettona e di Olmeto, unitamente alle esigenze di operare una svolta in questo settore in favore delle produzioni locali e di qualità, avrebbero dovuto indurre la Giunta e la Commissione ad operare un’effettiva regolamentazione, ad esempio classificando il materiale trattato dagli impianti come rifiuto”.
Evidentemente fra allevatori e cittadinanza vige, in questi casi, la regola dei ‘due pesi e due misure’, regola secondo cui i primi hanno tutto il permesso sollecitare in modo improprio il regolamento e i secondi il dovere di sopportare.
Anche l’altro astenuto in Commissione, il consigliere dell’Idv, Paolo Brutti aveva poi sottolineato come contro“ogni evidenza scientifica la Regione stabilisce che debbano essere privilegiati gli impianti alimentati a liquami”.
“In pratica – diceva – non si incentivano forme alternative di produzione, ma si offre un prezioso regalo ai grandi allevatori che hanno bisogno di smaltire i rifiuti organici prodotti da migliaia di maiali nonché alle società che gestiscono gli impianti di smaltimento”.
Per Brutti “la massa di liquami va poi contenuta in vasche adeguate, con i rischi che Bettona e Marsciano hanno già conosciuto, per poi essere diluita e utilizzata nell’irrigazione dei campi. Ma tutto questo – insiste – non c’entra con l’energia elettrica bensì con la zootecnica e inoltre spinge altri allevatori oltreconfine a portare le proprie autobotti di liquami a casa nostra”.