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30 marzo 2011
Rumors su parcheggi a pagamento a Marsciano

Sarebbe allo studio un progetto preliminare che prevedrebbe il pagamento della sosta nei parcheggi sotterranei di Palazzo Cruciani.”
In una fase congiunturale di incertezza economica per tante famiglie, tassare i pochi parcheggi ancora liberi del centro storico di Marsciano non trova alcuna giustificazione finanziaria di bilancio delle casse comunali,   penalizzando sempre di più i residenti del centro storico rispetto a chi abita altrove.
Il comma 8, art. 7 del Codice della strada impone ai comuni di realizzare zone a parcheggio libero nelle vicinanze di quelli a pagamento.”
“Sarebbe da prendere in considerazione,  la possibilità di introdurre un disco orario per soste non prolungate per un tot di ore a beneficio della possibilità di disporre di parcheggi liberi nell’arco della giornata, da parte dei residenti e cittadini.
Le politiche che regolamentano le attività stradali sono state spesso oggetto di dibattito tra i partiti; la questione della possibilità di chiudere al traffico veicolare il centro di Marsciano, la ripavimentazione di Via Umberto I ed ora la presunta proposta di far pagare i parcheggi di Palazzo Cruciani alimenteranno nuovamente polemiche e critiche.
Consigliere Cristiano Costantini (PdL) Marsciano

30 marzo 2011
La crisi dell’Ediltevere per Buconi

Apprendo con preoccupazione dalla stampa, dopo varie voci susseguitesi, che le organizzazioni sindacali lanciano l’allarme occupazione per 40 operai della ditta Ediltevere di Pantalla di Todi.
Nel manifestare solidarietà alle maestranze e la più ampia disponibilità alla collaborazione con le organizzazioni sindacali, assicuro l’impegno affinché la sensibilità e l’attenzione, sempre dimostrata dalla Regione dell’Umbria, anche in questa occasione possa essere utilmente messa in campo.
La storia di questa importante azienda del nostro territorio, una positiva cultura gestionale e di relazioni sindacali ed istituzionali da sempre patrimonio di questa impresa spero continuino a persistere e che pertanto possa svolgersi un utile confronto tra le parti al fine di salvaguardare l’azienda ed i livelli occupazionali.
Non posso che essere preoccupato per il continuo presentarsi di crisi aziendali anche nel nostro territorio, crisi con gravi risvolti occupazionali e quindi sull’intero tessuto socio-economico.
Ritengo assordante il silenzio che continua a caratterizzare l’Amministrazione Comunale di Todi che, nonostante tutte le crisi manifestatesi in tutti i settori economico-produttivi, non ha ancora inteso promuovere un alto confronto, magari aperto alla cittadinanza, in Consiglio Comunale per esaminare la situazione del Tuderte e cercare di mettere in campo iniziative di contrasto. Certo che il confronto per essere utile necessita di un’analisi istruttoria sulle singoli crisi aziendali e di settore, sui risvolti occupazionali e reddituali, sull’andamento degli ammortizzatori sociali ecc……
La crisi persiste, mina la coesione sociale anche nel Tuderte, rende i deboli ancora più deboli e rischia di indebolire anche chi si pensava forte. E’ quindi interesse di tutti affrontarla, ognuno per la parte che può fare (: l’Amministrazione Comunale non ha fatto sinora, l’uscita dalla crisi non si intravede, c’è ancora tempo per fare se si vuole.
Massimo Buconi

30 marzo 2011
La crisi dell’Ediltevere per il Pd

L’allarme lanciato dai lavoratori della Ediltevere e dalle organizzazioni sindacali Cgil e Cisl sull’ennesimo caso di perdita di posti di lavoro ci trova preoccupati e partecipi. Da mesi sosteniamo che c’è la necessità di aprire un tavolo di confronto sui problemi del lavoro, dell’occupazione e dello sviluppo della nostra città. La crisi dell’Ediltevere va ad aggiungersi a quelle di altre aziende che hanno chiuso l’attività o hanno fatto ricorso alla cassa integrazione ordinaria o straordinaria. In questo momento di crisi il rischio per Todi è quello di ritrovarsi con un tessuto produttivo sempre più ristretto, con una riduzione dell’occupazione significativa e quindi di divenire una città più povera. Per questa ragione torniamo a sollecitare un’iniziativa forte dell’amministrazione comunale che coinvolga associazioni sindacali ed imprenditoriali, mondo del credito ed istituzioni.
Crediamo, poi, che tutto questo debba trovare adeguati spazi nel bilancio 2011 del Comune, che proprio in queste settimane viene definito. Occorre particolare attenzione per famiglie, imprese e soggetti deboli in difficoltà, tagliando il superfluo e concentrando risorse nel sostegno a chi viene particolarmente colpito dalla perdurante crisi economica.
Partito Democratico Todi

30 marzo 2011
Primieri ancora sulla tassa Tevere Nera

Di tutte le città umbre interessate, soltanto a Todi il Pd è rimasto l’unico a difendere una tassa che viene applicata solo ad una parte dei cittadini della regione Umbria, come quella del Consorzio di Bonifica Tevere-Nera.
Il PD tuderte dimostra ancora una volta di essere prevenuto anche sulle questioni di principio e di giustizia sociale  Il problema non è tanto quello di discutere sulla soppressione o meno del Consorzio, ente ormai superato dalla storia e dagli eventi, quanto la disparità che sussiste nella nostra Regione tra gli abitanti di città diverse. Perché a Marsciano, Deruta, Perugia o in tante altre la bonifica non si paga? Il PD, che pare essersi svegliato solo ora, si è mai posto questa domanda? Ritiene forse che in questo territorio non ci sia attenzione per la tutela idraulica?”. “Credo che anche a Todi, così come nel resto dell’Umbria la bonifica debba ricadere sulla fiscalità generale ed è per questo che, di concerto con gli altri comitati di Terni e Massa Martana, anche quello tuderte ritiene che le funzioni debbano essere delegate alla nuova agenzia regionale per la forestazione, senza oneri fiscali per i cittadini. Nel frattempo trovo assurdo che per mantenere questo “carrozzone” si continui a mandare avvisi di pagamento a pioggia con il benestare di chi dovrebbe svolgere anche azione di controllo. Così come ritengo detestabile che con legge regionale si sia violato il principio del “beneficio diretto e specifico” che deve ricevere un terreno per poter essere assoggettato al tributo. In ogni caso  grazie al Pdl di Todi ed a Fiamma Tuderte che hanno presentato un apposito ordine del giorno, presto la questione verrà discussa in consiglio Comunale, dove mi auguro che anche il PD sappia essere propositivo. Se le istanze dei cittadini sono legittime, infatti, basta solo assecondarle ed eliminare l’inutile balzello.
Moreno Primieri vicesindaco a Todi

30 marzo 2011
Due interrogazioni al Sindaco su Stagione di Prosa, TodiArte Festival e rassegna antiquaria

1) I sottoscritti consiglieri comunali rivolgono alla S. V. la seguente interrogazione consiliare:
CONSIDERATO
– che il 2010-2011 è il secondo anno di gestione della stagione di prosa del Comune di Todi da parte dell’Associazione Athanor Eventi;
– che alle richieste di accesso agli atti che riguardavano il rendiconto della stagione per il primo anno (2009-2010) e il numero degli abbonamenti per la stagione passata e in corso non è stata data mai risposta;
– che non è stato possibile discutere in Consiglio comunale del rendiconto dell’edizione del Todi Festival 2010, così come promesso dal Sindaco;
si chiede:
– il rendiconto della stagione di prosa per gli anni 2009-2010 e 2010-2011, comprensivo di numero di biglietti venduti (interi, ridotti, omaggio), presenze effettive agli spettacoli, numero degli abbonamenti venduti, costi sostenuti dall’Amministrazione comunale;
– il rendiconto dell’edizione 2010 del Todi Arte Festival, comprensivo, oltre che dei costi sostenuti dall’Amministrazione comunale e delle entrate costituite dai finanziamenti ricevuti, del numero di biglietti venduti (interi, ridotti, omaggio).
2) VISTO
– che dal 23 aprile al I° maggio 2011 si terrà a Todi la manifestazione “Capolavori di arte antica – Rassegna antiquaria d’Italia”;
– che tale storica manifestazione tuderte ha subito dei cambiamenti nel nome e nella formula usati;
– che in passato il Consiglio comunale era stato chiamato ad esprimersi su finanziamento e caratteristiche di questa manifestazione;
CONSIDERATO
– che il marchio “Rassegna antiquaria d’Italia”, analogamente a quello del “Todi Arte Festival”, è di proprietà del Comune di Todi e che un qualsiasi marchio di proprietà di un ente pubblico è bene comune, appartenente a tutta la città;
– che, comunque, non sono in discussione le scelte operate dal privato nell’organizzazione dell’edizione 2011;
si chiede:
– che fine abbia fatto tale marchio e se è ancora in possesso dell’Amministrazione comunale;
– quali sono i motivi che hanno portato per l’edizione di quest’anno a utilizzarlo in maniera diversa rispetto al passato;
– come mai l’Amminisrazione comunale non abbia ritenuto di informare il Consiglio comunale sui cambiamenti operati.
Per il Gruppo consiliare del Partito Democratico Romina Perni

29 marzo 2011
Lavori al Mercataccio: non possono fare niente, sotto con le firme

Il Comitato del Mercataccio con questa nota vuole soltanto tranquillizzare tutti rispetto alle notizie che escono quasi quotidianamente sui giornali locali rispetto al presunto avvio dei lavori del parcheggio del Mercataccio. A
nche oggi 29 marzo è stato scritto che si aprirà il cantiere. Ebbene, per solo tranquillità di tutti e per far continuare con lena la raccolta di firme, vi possiamo assicurare che l’unica cosa che possono fare in quell’area, sono sondaggi per verificare lo stato del sottosuolo. Altro non possono, in quanto non ci sono progetti approvati a nessun livello, nè presentati da nessuna parte, cioè nè al Comune di Todi, nè alla Provincia di Perugia, nè di conseguenza alla Regione.
Siamo ancora alle voci, agli intenti. Tutto è ancora possibile e non dobbiamo nè scoraggiarci nè demordere. Raccogliamo più firme possibili e poi vedremo se quello che diciamo noi è più campato in aria di quello che quotidianamente viene sbandierato.
Il Comitato del Mercataccio

29 marzo 2011
Consorzio di Bonifica Tevere Nera: più fatti e meno parole

La discussione aperta da anni sulla soppressione del tributo a favore dei Consorzi di bonifica si sta sviluppando anche nella nostra città. Anche se il dibattito è cavalcato e strumentalizzato da rappresentanti politici in perenne campagna elettorale personale, le istanze dei cittadini meritano attenzione.I consorzi, infatti, la cui nascita risale ad un regio decreto del 1933 (durante il fascismo) che disponeva la costituzione obbligatoria degli stessi a richiesta dei proprietari agricoli della maggior parte del territorio, erano organi di autogoverno del territorio ed in particolare del mondo agricolo. Nel corso degli anni, però, la funzione di tutela del territorio ha subito varie modifiche e attribuzioni e ha reso quindi discutibile la presenza dei consorzi.Spetta però al Governo nazionale pensare e realizzare un nuovo assetto normativo nazionale che veda le funzioni pubbliche, esercitate oggi dai consorzi, affidate ad altri enti pubblici territoriali e, nella fattispecie, i Comuni e le Province.L’attuale governo non ha manifestato un orientamento univoco e coerente al riguardo (stiamo parlando di coloro che in campagna elettorale proponevano l’abolizione delle province, salvo poi ripensarci appena passate le elezioni!). Infatti nella prima stesura del Codice delle Autonomie presentato dal Ministro Calderoli era prevista la soppressione dei consorzi, definiti dallo stesso, da quanto riportato dagli organi di informazione, addirittura come “enti dannosi”. Questa previsione è però subito saltata: non più soppressione dei Consorzi e trasferimento delle loro competenze alle Province (così che anche la contribuenza divenisse trasparente, controllata da un organo politico, non autoreferenziale), ma semplice loro riordino.La scusa la si è subito trovata: la Corte costituzionale vieta la soppressione dei Consorzi. La sentenza della Consulta in effetti ha bocciato la soppressione perché, col provvedimento di legge al suo esame, venivano trasferite alle Province anche le funzioni di natura privatistica che certi Consorzi svolgono. La motivazione vera era però un’altra: al nord i consorzi di bonifica sono strumenti nelle mani di molti leghisti.Se il Ministro Calderoli avesse voluto, dunque, avrebbe potuto cancellare in qualsiasi momento quella norma del 1933, trasferendo, con risorse adeguate, la competenza alle province.Se deve esserci, perciò, un riordino delle funzioni ed eventualmente anche una soppressione dei Consorzi di bonifica, ciò deve partire dal Governo nazionale con un processo di riforma generale. Ma questo governo non ha fatto nulla!Il gruppo consiliare del Partito Democratico ritiene che si possa aprire una discussione su questa eventualità, ma riflettendo anche e soprattutto sulla dispersione del patrimonio acquisito che potrebbe derivare da tale misura e avendo sempre come linea guida l’ottimizzazione delle gestioni.
Chiediamo perciò all’Amministrazione comunale, invece di mettere alcuni suoi autorevoli rappresentanti alla testa di comitati cittadini, di organizzare un incontro con tutti coloro che operano nel settore dell’agricoltura, i sindacati di riferimento, i semplici cittadini e i vertici del Consorzio Tevere-Nera per conoscere gli interventi realizzati nel Comune di Todi e per far sì che delle istanze legittime che provengono dai cittadini possano trovare un luogo di confronto diretto con i soggetti interessati, invece di sfociare nella demagogia.
Gruppo consiliare del Partito Democratico Todi

29 marzo 2011
Disability manager bocciato a Fratta Todina

“La bocciatura della mozione sull’introduzione del disability manager da parte del Consiglio comunale di Fratta Todina costituisce una grave caduta di stile nonché una clamorosa mancanza di sensibilità a fronte della struttura d’eccellenza per i disabili rappresentata dal centro Speranza, che vi opera dal 1984”. È quanto dichiara Stefano Babucci, presidente dell’Opera Nazionale Mutilati e Invalidi Civili dell’Umbria. “La battaglia in favore dell’introduzione di disability manager in ogni Comune, a partire da quelli con più di 50mila abitanti, non deve essere un’azione politica, bensì un’operazione culturale. Il “no” del Consiglio testimonia l’indifferenza della maggioranza ai problemi della disabilità, l’immaturità della classe dirigente locale a fronte dell’alto numero di anziani e disabili ai quali si rivolge la sensibilità nell’azione politico-amministrativa e progettuale che il disability manager dovrebbe prospettare ai sindaci e alle giunte, nonché la miopia nei confronti di una proposta giusta, adottata finora da enti locali gestiti da amministrazioni di centrosinistra, quali Parma e Perugia. Non si tratta, dunque, di una proposta di “partito”, logica dalla quale la Onmic – che per prima ha lanciato questa proposta sulle colonne della stampa locale – vuole assolutamente astrarsi. Ci attendevamo ben altro esito da parte dei membri del consiglio di un territorio che da quasi 27 anni vede operare quotidianamente un centro di assistenza per disabili, bambini, adulti e anziani – conclude Babucci – gestito in maniera impeccabile e amorevole da parte del personale che vi opera”.
Presidente Onmic – Perugia

29 marzo 2011
Sanità a Todi, polemiche infondate e strumentali

E’ dall’inizio della campagna elettorale per le amministrative del 2007 che siamo abituati alle polemiche infondate e strumentali del PdL e della destra tuderti sulle questioni della sanità e del nuovo ospedale di Pantalla. Siamo abituati al tentativo di mascherare con l’insulto, il dileggio e la manomissione dei fatti  l’inattività e l’assenza di una amministrazione comunale in perenne ritardo sui fatti e sui problemi. Sull’ospedale nuovo verrà il momento di ripercorrere con calma tutte le varie fasi ed evidenziare il ruolo di ciascuno. Noi siamo tranquilli per quello che ci riguarda.

Per il momento il nostro impegno è solo quello di condividere con i cittadini, i professionisti, la città intera la svolta epocale che da qui a poche settimane tutti saremo chiamati a condividere con l’apertura dell’Ospedale di Pantalla.
Partito Democratico Todi
29 marzo 2001
No ai clandestini, ni ai profughi

“Oggi più che mai sono convinto che Todi non possa ospitare i profughi: in primo luogo, infatti, occorre sapere da dove vengono e cosa vengono a fare. Sono tutti abbastanza giovani e spero non si ripeta, come nel passato, che molti siano ex carcerati evasi.  Aldilà di quello che dice o pensa il Presidente della regione o della Caritas, Todi non ospiterà queste persone prima di tutto perché non ha le strutture per poterlo fare e poi perché non è chiara la politica che si vuole perseguire. Infatti, nelle dichiarazioni di tutti i rappresentanti delle istituzioni, l’unica preoccupazione sembra essere quella inerente le risorse che il Governo deve assicurare. In altre parole tutti si dichiarano pronti a fare la loro parte con i soldi dello Stato, e quindi dei cittadini che pagano le tasse. La cosa più sconvolgente  è che si pensi di integrare e di formare ai fini di una loro attività lavorativa tutte queste persone magari mettendo a disposizione strutture di formazione come quelle della Provincia. Ritengo infatti che la Provincia dovrebbe spendere le sue risorse per trovare occupazione ai nostri giovani sempre più disoccupati, e non pensare a spendere soldi pubblici per attirare profughi, rifugiati e comunque stranieri. Inoltre, anche sulle cifre ci vorrebbe maggior chiarezza. La Presidente prima parla di 400 profughi da subito e poi precisa che comunque la cifra non dovrebbe essere superiore a mille unità. Da una prima lettura può solo significare che ci si appresta ad accogliere anche più di mille profughi che secondo le intenzioni della regione e di alcuni responsabili di Enti locali dovranno essere gestiti in maniera diffusa sul territorio regionale. A mio avviso l’errore sta nel considerare lo status di profugo a tempo indeterminato. Invece, come tutti auspichiamo, una volta risolta la questione libica i cittadini di quello Stato dovranno rientrare nel loro paese. Cosa diversa è per i clandestini che, in questi giorni, in massa stanno forzando le nostre frontiere. Occorre ripristinare lo stato di diritto con rimpatri forzati. Dobbiamo sapere tutti i giorni chi calca il territorio italiano e farla finita con i paragoni tra gli emigranti italiani e questi clandestini. Gli emigranti ci sono sempre stati e sempre ci saranno, ma sono cosa diversa di chi senza permesso passa il confine di uno Stato. È la stessa differenza che c’è tra chi chiede permesso per entrare in una casa altrui e chi viola il domicilio. Allora basta con questa falsa politica dell’ipocrisia e dell’assistenzialismo per interessi di parte dei politici locali. Se occorre aiutare chi sta in pericolo io sono il primo ad essere d’accordo ma l’aiuto non va orchestrato e manipolato da forze che pensano a ricavare ricchezza dalla miseria. Noi non siamo in grado di sostentare questa gente, dobbiamo fare i conti con il patto di stabilità. Allo stesso tempo non possiamo sorvegliarla perché mancano i vigili e non possiamo assumerli. Io penso allora che con molta onestà occorra dire che i clandestini vanno subito rimpatriati e che i profughi non possono essere considerati rifugiati politici e rimandati nei loro paesi appena passata la crisi e non pensare alla loro integrazione e formazione”.
Moreno Primieri – vicesindaco Todi
 

29 marzo 2011
Sanità a Todi, fatti e non parole

La sanità non deve diventare oggetto di scontro politico fine a se stesso. La partita che la nostra città ha davanti è troppo importante per essere coinvolta in una campagna elettorale infinita che rischia di lasciare questioni irrisolte a vantaggio di altri territori.
L’appello degli Onorevoli Bocci e Fioroni, ex – Margherita, sulla insostenibilità di 18 ospedali nella nostra Regione sarebbe pienamente condivisibile se non fossero pochi, nei fatti, i territori che hanno creduto nella razionalizzazione e nella riqualificazione del sistema sanitario regionale, mentre altri il proprio orticello se lo sono difeso a denti stretti.
Oggi a Todi siamo ad un bivio e mentre invitiamo tutti ad evitare di dare i numeri al lotto sull’apertura del nuovo ospedale, allo stesso modo auspichiamo che quanto prima l’Amministrazione Ruggiano, che ha la responsabilità del governo, ci dica se ha la benché minima idea di come riutilizzare la struttura di Porta Romana senza avvitarsi in una serie di scarica – barile poco utile agli interessi della città.
Se c’è un progetto lo si illustri o si passi la mano.
Abbiamo già espresso la nostra soddisfazione per la previsione di un primariato di chirurgia nel nuovo nosocomio da parte della Giunta regionale; su questa linea nel prossimo Consiglio Comunale presenteremo un ordine del giorno affinché nell’ospedale di Pantalla venga previsto un punto nascita, in deroga ai parametri individuati per il mantenimento del servizio.
Come abbiamo ripetuto più volte negli scorsi anni, l’obiettivo di un ospedale completo sotto tutti i punti di vista e il rilancio della struttura di Porta Romana sono questioni che non possono essere scisse e su questo invitiamo tutte le forze politiche ad individuare i luoghi di confronto più opportuni a cominciare dal Consiglio Comunale di Todi troppo spesso relegato a luogo di ratifica di decisioni prese altrove.

Il Consigliere comunale Prc -Andrea Caprini

27 marzo 2011
Perchè muore una città chiamata T…….

Alcuni consiglieri comunali hanno presentato un atto di indirizzo al sindaco affinchè prenda in considerazione il grido di allarme, fin qui inascoltato, che ormai viene da tutti coloro che amano questa città: il centro storico di Terni, il biglietto da visita di qualsiasi Comune, si sta ormai desertificando. Solo in Via Garibaldi ben 18 (diciotto!) negozi sono sbarrati con la chiusura nelle ultime settimane di attività storiche, costrette loro malgrado,  a gettare la spugna.
Le cause:
– la crisi generale ma anche politiche superficiali che anche questa amministrazione sta privilegiando nella logica di fare cassa con l’introduzione di balzelli sempre nuovi che si cumulano ai precedenti;
– la moltiplicazione, ben oltre il necessario, di decine di nuovi supermercati, che stanno per aprire, favoriti dalla urbanistica comunale, in un cannibalismo ormai feroce senza esclusione di colpi;
– una certa subcultura di alcuni pseudo intellettuali ideologizzati che hanno sempre, in modo molto provinciale, messo in contrasto centro e periferie come se fossero concetti antitetici e non complementari. Menenio Agrippa, ricordò, molti secoli fa, che tutte le membra di un corpo sono indispensabili al suo funzionamento.
Né qualcuno si illuda che basti vivacizzare un po’ Terni quattro ore di notte per vivere l’inedia delle altre venti ore. La situazione  è giunta ormai a livelli drammatici. 
Le conseguenze:
1)- la perdita secca di posti di lavoro da parte di migliaia di attività familiari, che, disincentivate, preferiscono chiudere piuttosto che mangiarsi risparmi di generazioni;
2)- la perdita di appeal dell’intera città, a meno che qualcuno non pensi che si viene a Terni per passeggiare nelle gallerie di supermercati che in ogni città esistono uguali agli altri;
3)- la perdita di valore degli immobili tutti che porta, in un circolo vizioso, ormai quasi inarrestabile, ad abbandonare e vendere, abbandonare e vendere, con un degrado graduale di facciate, strutture, ecc.; chi investe in un immobile che vale sempre meno?
4)- un circolo vizioso in cui l’intera città perde di ruolo: gli investitori esogeni si guardano bene dallo scommettere in una città che declina. Gli studenti universitari esterni sceglieranno città più accoglienti ed interessanti, anche perché si è ben evitato di portare in centro persino il Pro-Rettorato e Segreteria studenti nella Palazzina dell’Ex Foresteria, acquistata all’uopo, piuttosto che, svenderla come qualche buontempone ha proposto per fare cassa. In queste condizioni anche gli studentin ternani faranno un sacrificio in più per riprendere la via dell’emigrazione culturale con la chiusura di scienze politiche, dopo che hanno già chiuso lingue e scienze cinematografiche e televisive: gli errori di aver fatto fallire Papigno ed il CMM si stanno pagando tutti;
5)- i flussi migratori dalla Capitale di coloro che decidono di uscire dal caos di una vita convulsa non vengono più in una Terni che brilla sempre meno;
6)- nel lungo periodo Terni sta perdendo la propria identità perché, anche le città industriali hanno una storia e un’anima, perdendo la quale diventano tutte uguali, senza passato ma anche senza futuro. Non sembra che questa Giunta abbia fin qui dimostrato interesse e spessore per comprendere, volontà di ascoltare, capacità e passione civile per agire in controtendenza.
 E’ per questo che abbiamo presentato un atto di indirizzo con cui invitiamo tutti ad un sussulto di dignità e chiediamo al sindaco, entro due mesi, non le solite ricette stantie ma un nuovo “Progetto per  Terni che risorge”, alle Associazioni di categoria tutte, un cambio di marcia definitivo, perché nessuno si illuda con il centro che muore pochi si arricchiscono mentre Terni scende sempre più in basso e alla fine nessuno potrà dirsi fuori dalle relative responsabilità.
Abbiamo proposte e idee, almeno si ascoltino quelle degli altri se non se ne hanno di proprie!
Gruppo UDC Enrico Melasecche

27 marzo 2011
Pdl e Fiamma Tuderte richiamano la presidente Marini

Se la Presidente della Regione Catiuscia Marini quando interviene a Todi si presenta, non nelle vesti di massima rappresentante dell’istituzione regionale, ma, in qualità di capo-popolo politico della sinistra tuderte, non ci si può che aspettare attacchi come quello riportato dal Giornale dell’Umbria contro l’Amministrazione Ruggiano.
Il Pdl di Todi e Fiamma Tuderte, dando per scontata l’oggettività e la correttezza della testata locale, ritiene gravissimo sul piano istituzionale, all’indomani dell’atteso incontro tra il Sindaco di Todi e la Presidente, ribaltare il piano dei rapporti fino a li improntati alla correttezza e alla collaborazione. Così facendo non si mira a costruire nell’interesse di Todi e dei suoi cittadini, ma si applica una politica dalle due facce per puro interesse politico.
Non comprendiamo come la Presidente che, lo ricordiamo, a tutt’oggi, dopo mesi e mesi non è neppure riuscita a nominare un nuovo assessore alla sanità regionale, dopo lo scandalo di “sanitopoli”,  possa presentarsi ai cittadini di Todi per raccontare che i gravi ritardi nella struttura dell’Ospedale di Pantalla siano responsabilità del Sindaco Ruggiano e dell’Amministrazione Comunale.
Capiamo la necessità di coprire l’imbarazzo dell’ennesima data andata a vuoto. Infatti la Marini e il Direttore Legato, qualche mese fa in una riunione del Partito Democratico nella sala Consiliare del Comune di Todi, annunciarono con ostentata sicurezza che l’Ospedale di Pantalla sarebbe stato inaugurato nei primi giorni di Marzo, mentre ancora oggi, la struttura si presenta sostanzialmente vuota.
Veramente di cattivo gusto e scarsamente credibile dunque attribuire la ritardata apertura al mancato adeguamento della viabilità esistente da parte del Comune di Todi.
La verità è che la Regione, cui spettava la progettazione e realizzazione della viabilità alternativa per l’ospedale fin dal 2001 è rimasta praticamente immobile, appaltando i lavori dell’Ospedale senza tuttavia curarsi di portare avanti di pari passo le opere connesse alla viabilità. Del resto è elementare e intuitivo capire che se si realizza un ospedale comprensoriale al servizio di ben otto Comuni non può essere il Comune su cui insiste la struttura a spendere propri mezzi finanziari e risorse tecniche per garantire la viabilità oltre all’ordinaria.
Siamo curiosi di capire qual è la posizione del Partito Democratico di Todi di fronte alla mutevolezza di linea politica di chi prima attacca l’amministrazione comunale, poi si arroga il diritto di gestire tutto in proprio, quindi cerca una collaborazione con il Sindaco per poi aggredirlo strumentalmente dopo appena una settimana. Al consigliere Buconi, fedele supporter della Presidente, rammentiamo i complimenti che lui stesso fece, di fronte all’assemblea dei commercianti, al Sindaco Ruggiano, riconoscendogli grande correttezza nei confronti della Regione proprio in relazione alla vicenda dell’Ospedale.
Di fronte a tanta instabilità ci auguriamo che il centro sinistra trovi almeno per una volta una sintesi credibile.
Popolo della Libertà  e Fiamma Tuderte

26 marzo 2011
Il "libeccio" è un venticello non gradito

 Sebbene mi renda conto che quello che stò per scrivere non sarà apprezzato da molti, desidero comunque esprimere il mio apprezzamento e la piena condivisione con quanto affermato e sostenuto dall’amministrazione comunale tuderte, nella persona del sig. Primieri.
Sappiamo tutti, tranne i nostri politici sembra, che non siamo nelle condizioni di poter aiutare tutti quelli che vengono; e poi ce na abbiamo già tanti, siamo la seconda regione in Italia per numero di presenze extracomunitarie per quelli che si sanno, poi ci sono anche gli altri sconosciuti.
Ormai siamo con una percentuale altissima, se ne incontrano dappertutto  e sempre in maggior numero. Allora la conclusione è: và benissimo aiutare chi ha bisogno, ma non possiamo prendere tutti.
Si aiutino quelli che sono nello stato effettivo di rifugiato politico o profugo di guerra, ma si respingano gli altri verso altri liti. E ci facciano il piacere i nostri amministratori regionali, come la sig.ra Marini, che dice che siamo pronti ad accogliere nei prossimi giorni circa 400 libici: ma se tutti i giorni da tutte le trasmissioni si sente che di libici non ce ne sono. 
Un invito a tutti i cittadini: sorvegliate quanto accade e fate sentire la vostra voce.
Roberto Proietti

26 marzo 2011
Comitato Abolizione Tassa Tevere Nera, la voce dei massetani

Al termine dell’Assemblea Civica, convocata su iniziativa dei Sigg. Alcini Mellito e Agnetti Gianluca, si è formalmente costituito anche a Massa Martana  il Comitato Abolizione Tassa Tevere Nera. Alla presenza del Sig.LeoVenturi (TERNI OLTRE) e dell’Avv. Moreno Primieri, in rappresentanza del Comitato Abolizione Tassa Tevere Nera di Todi, si è svolta con la partecipazione di numerosi cittadini/utenti, una riunione nella quale si sono affrontate le problematiche dovute alla applicazione di un balzello ingiusto, discriminatorio e vessatorio, avversato dai cittadini e dalle imprese proprio per  il suo alto tasso di iniquità.
Si è preso atto che il Comune di Massa Martana insieme a quello di Todi, sono gli unici due  della Provincia di Perugia,insieme ad altri della Provincia di Terni sottoposti, in riferimento alla tutela idrogeologica del proprio territorio, addirittura ad  una doppia tassazione, una applicata dal Consorzio, l’altra a carico della fiscalità generale. E’ stata stigmatizzata pertanto una iniqua imposizione fiscale che crea una evidente disparità di trattamento tra utenti nell’ambito dello stesso territorio provinciale e tra utenti in ambito  Regionale.
E’  emersa pertanto l’esigenza di  creare un organismo civico che, spinto dal principio “partecipare è fare”, svolga  una funzione che, superando le diversità partitico-politiche, porti avanti con determinazione iniziative finalizzate al raggiungimento di un obiettivo: ridefinire la normativa di salvaguardia idrogeologica del territorio, sollecitando la Regione all’approvazione in tempi rapidi del Disegno di legge riguardante le modifiche normative delle Comunità Montane con lo scopo di  inserire la materia nell’ambito della istituenda Agenzia Forestale Regionale.
Il neo- Comitato richiede con forza l’impegno dell’Amministrazione Comunale di Massa Martana, guidata pro-tempore dal Sindaco Maria Pia Bruscolotti, a farsi carico delle istanze poste dai cittadini /utenti al fine di poterle rappresentare agli Organi Regionali preposti.
Auspica inoltre che nel prossimo Consiglio Comunale di Massa Martana si raggiunga l’approvazione unanime di un documento che testimoni la volontà politica  di voler conseguire quelle finalità che i cittadini/utenti, a gran voce e con urgenza, richiedono.

COMITATO CIVICO ABOLIZIONE TASSA TEVERE-NERA MASSA MARTANA
 

25 marzo 2011
La Cisl e la politica energetica

E’ di grande attualità in questi giorni il dibattito sul futuro degli approvvigionamenti energetici per il nostro Paese in seguito a due particolari eventi: il rallentamento del programma di Governo sul nucleare in seguito al devastante terremoto che, colpendo il Giappone, ha causato il grave incidente alla centrale nucleare di Fukushima e il recente decreto con il quale il Governo ha  proceduto alla limitazione del sistema di incentivi alle aziende che operano nel campo delle energie rinnovabili.
Lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili rappresenta, infatti, una condizione di particolare rilievo per la tutela dell’ambiente,  per la salute e la sicurezza dei cittadini, ma non solo! Dal punto di vista della politica industriale, assume uno specifico profilo sociale perché comporta occupazione e miglioramento delle condizione di vita dei cittadini. Si stima infatti che già ora si possano contare circa 100 mila addetti, di cui circa 4 mila solo in Umbria, nel settore delle rinnovabili, che è uno dei pochi ambiti industriali in grado di offrire lavoro, e  di qualità, in questa fase di crisi, rivolgendosi  soprattutto ai giovani ed a soggetti forniti di alto livello di formazione (laureati e tecnici specializzati) che più di altri risentono della crisi occupazionale.
Anche nella nostra regione il settore delle rinnovabili ha registrato la presenza di importanti aziende che si stanno sviluppando e  che ora vedono profilarsi il rischio di una frenata del loro sviluppo in presenza di una riduzione degli incentivi per la produzione di fonti di energia rinnovabile. Sicuramente tale situazione richiede un impegno istituzione forte a livello nazionale per rivedere il sistema degli incentivi, ma anche a livello regionale affinché si giunga al più presto alla elaborazione di un Piano Regionale Energia, non più rinviabile. Occorre, infatti, ridisegnare un modello di approvvigionamento energetico in grado di supportare lo sviluppo industriale del territorio, garantendo nel contempo i livelli occupazionali attuali – anzi creando le condizioni per il loro ampliamento in un’ottica di miglioramento delle condizioni sociali ed economiche della regione. In Umbria, pertanto, riteniamo che si debba puntare su di uno sviluppo-ecosostenibile dell’approvvigionamento energetico, tale da poter garantire la salvaguardia dell’ambiente – che è la ricchezza più grande di cui la regione è in possesso – e nello stesso tempo, prevedere la riqualificazione e l’ammodernamento dei due siti ENEL di Bastardo e di Pietrafitta,  attraverso l’insediamento di centri di ricerca e di eccellenza nella convinzione che tali siti possano ancora avere delle potenzialità e garantire sviluppo ed occupazione anche per il futuro.
Relativamente al nucleare – dopo gli eventi del Giappone – si ripropongono in primo piano tutti i rischi che tale sistema energetico comporta, perché è stato possibile constatare che non basta migliorare la tecnologia, moltiplicare i controlli, aumentare le difese, raddoppiare le misure di sicurezza, quando un evento imprevedibile – come appunto un terremoto – è sufficiente per creare un incidente di gravità planetaria. Se si considera poi che le quattro centrali programmate in Italia produrrebbero solo il 6 per cento del nostro fabbisogno energetico – chiaramente non domani, ma tra dieci anni – mentre nel solo 2010 la potenza installata dalle rinnovabili in Italia (eolico, biomassa, fotovoltaico) ha prodotto energia potenziale per oltre 10 miliardi di kilowattora – ossia una quantità analoga a quella che si produce in un reattore nucleare – ci  si chiede se le scelte del nucleare e della riduzione degli incentivi alle aziende, che operano nel campo delle energie rinnovabili, siano le scelte giuste. Constatiamo infatti che altri Paesi, come la Germania, non stanno investendo sul nucleare, ma  incentivano lo sviluppo delle energie rinnovabili con l’obiettivo di giungere al 40 per cento nel 2020, raddoppiando così le indicazioni date dall’Unione europea.
Occorre allora la messa in atto di azioni di politica nazionale e regionale che abbiano la lucidità di riflettere in prospettiva e cogliere le effettive necessità per creare condizioni positive in materia di approvvigionamento energetico che, garantendo sviluppo, possano al contempo ottimizzare le risorse che ad esso vengono destinate evitando quelle dispersioni e sprechi che una mancata programmazione possono determinare. Per questo, riteniamo di estrema urgenza che la Regione affronti in tempi stretti e certi, il problema della elaborazione del nuovo Piano Energetico regionale.
Lucia Diamanti Il segretario regionale Cisl Umbria

24 marzo 2011
Tassa Tevere Nera, il Comitato per l’abolizione a Massa Martana

Il Comitato Tuderte per l’abolizione della tassa Tevere-Nera ha deciso di aderire all’iniziativa dei cittadini di Massa Martana, volta alla costituzione di un analogo comitato abolizionista anche nella città massetana. In quest’ottica il Comitato formatosi a Todi parteciperà all’assemblea che si terrà venerdì 25 marzo alle 18 e nella quale potrà intervenire tutta la cittadinanza.Non può passare inosservato e non è più tollerabile che in tutta la provincia di Perugia soltanto le città di Todi e Massa Martana siano assoggettate all’inutile balzello della tassa del Consorzio di bonifica Tevere-Nera.
Si tratta a tutti gli effetti di un’ingiustizia sociale, nonché di un processo di discriminazione dei cittadini, stanchi di subire una tassa della quale non è chiara né l’utilità né tantomeno l’equità”. “La nostra sinergia con altre realtà simili costituitesi nei diversi territori assoggettati al Consorzio di Bonifica Tevere-Nera era stata promessa nel corso della prima assemblea costitutiva del comitato, e oggi manteniamo la promessa.  Esporteremo la nostra battaglia civica in tutti i Comuni interessati, e se sarà necessario anche in Regione, per vincere definitivamente questa battaglia e arrivare all’ abolizione della tassa”.
Moreno Primieri

24 marzo 2011
Riutilizzo della struttura del vecchio ospedale di Porta Romana, si aspetta il Consiglio 

Rifondazione Comunista di Todi plaude alle scelte della Giunta Regionale dell’Umbria che su proposta della Presidente Catiuscia Marini ha approvato la copertura di un primario di chirurgia per la Media Valle del Tevere in vista dell’apertura del nuovo ospedale di Pantalla. Dopo anni durante i quali l’ospedale di Todi è stato depauperato delle professionalità esistenti, in barba alle rassicurazioni ufficiali date anche in Consiglio comunale e agli atti di programmazione, finalmente qualcosa si muove.
La scelta della Presidente e della Giunta Regionale va nella direzione invocata da Prc negli ultimi anni e auspichiamo che quello adottato sia solo il primo di una lunga serie di atti che rafforzino l’offerta dei servizi sanitari nel tuderte e nella Media Valle del Tevere.
 Aspettiamo ora che, come da noi richiesto nella Conferenza dei Capigruppo, venga convocato un Consiglio comunale in cui vengano illustrate le intenzioni dell’Amministrazione tuderte in merito al riutilizzo della struttura del vecchio ospedale Porta Romana così come sollecitato dalla Regione nel recente incontro con il Sindaco Ruggiano.
Andrea Caprini Prc Todi

 

23 marzo 2011
Centrale di Bastardo, bene così per i Sindaci di Gualdo Cattaneo e Giano dell’Umbria

“Le recenti prese di posizione uscite sulla stampa locale in merito al parere favorevole concesso dalla Regione dell’Umbria al rilascio della Autorizzazione integrata ambientale relativa alla Centrale Enel di Ponte di Ferro rischiano di essere fuorvianti rispetto ad una discussione importante in corso riguardante la riqualificazione ambientale del sito produttivo. 
Come Sindaci, riteniamo che il rilascio del parere favorevole concesso dalla Regione dell’Umbria, contenente ulteriori prescrizioni in materia di adeguamento alle migliori tecniche disponibili, rappresenti un passaggio necessario per dare prospettiva all’impianto ma anche garanzie di investimento da parte di Enel finalizzate al miglioramento ambientale nel rispetto della normativa nazionale ed europea in materia.
Esprimiamo, a tale proposito, apprezzamento per il lavoro serio avviato dalla Giunta regionale in riferimento non solo al procedimento di certificazione Aia, ma anche in ordine al futuro dell’impianto, e per il fatto che siano state recepite le istanze degli Enti Locali che da tempo richiedevano un coinvolgimento del territorio e un ruolo attivo da parte della Regione, in previsione della definizione del nuovo Piano energetico regionale.
Confermiamo la volontà di condividere con Enel e con le istituzioni regionali un processo continuo di miglioramento ambientale, che allinei il sito alle migliori tecnologie, rigettando posizioni ideologiche che rischiano di alimentare divisioni e notizie allarmistiche prive di fondamento.
Vivendo ogni giorno il territorio (a differenza di molti che pontificano a distanza) respingiamo anche il tentativo ricorrente di avvalorare una tesi fondata sull’assurdo presupposto che le produzioni di qualità, che si sono sviluppate in questi ultimi anni in presenza della centrale, siano diventate improvvisamente alternative alla presenza del sito industriale.
Sempre in questo quadro di confronto e di relazione é previsto per venerdì pomeriggio un incontro con le organizzazioni sindacali per fare il punto sulle vicende che riguardano la centrale Enel, che segue quello dello scorso mese di ottobre.”
Andrea Pensi – Sindaco di Gualdo Cattaneo
Paolo Morbidoni – Sindaco di Giano dell’Umbria


23 marzo 2011
A Fratta Todina dimenticata l’Unità d’Italia

Come Consigliere Comunale non posso fare a meno di esprimere tutto il mio rammarico nel  vedere come l’importantissima ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia sia stata fatta passare da parte del Sindaco e dell’Amministrazione Comunale di Fratta Todina nella più totale indifferenza. Attivarsi per promuovere, almeno in sede di Consiglio Comunale, una riflessione sulla nostra storia e sul valore dell’Unità d’Italia, soprattutto in vista dell’attuale svolta federalista, sarebbe stata un’importante dimostrazione di grandezza culturale e di spirito civico. Nonché un atto doveroso  che avrebbe sancito inequivocabilmente  l’adesione della nostra storia cittadina agli alti valori dell’unità del Paese, non solo da esplicarsi formalmente come commemorazione o semplice ricordo evocativo del Risorgimento, ma soprattutto da intendersi come occasione per riconfermare un pressante e straordinario impegno per il presente. A questo proposito ho provveduto a presentare una mozione per richiedere l’intitolazione di una piazza del paese all’Unità d’Italia ,come gesto simbolico e pacificatorio in ricordo di tutti gli italiani che ,in questi 150 anni ,hanno sacrificato la propria vita credendo profondamente nel valore della Patria e ai quali si deve il merito di aver contribuito a creare un Paese libero, democratico e solidale. Nella speranza che questo gesto simbolico funga da testimonianza e monito per le future generazioni di quei valori che attraversano indissolubili la storia.
Cinzia Moriconi

22 marzo 2011
Il Comitato Terremotati di Marsciano aspetta un appuntamento dalla Marini

Il Comitato Terremotati 15 dicembre, nella persona del Presidente Ruggero Zaganelli,  ha chiesto ripetutamente l’incontro con la Presidente della Regione Umbria Catiuscia  Marini per informazioni  sulle problematiche post-terremoto. La prima richiesta d’incontro è stata inoltrato il 1° marzo 2011 e non avendo ottenuto riscontro la stessa richiesta è stata sollecitata in data 9 – 10 – 15 marzo 2011 senza alcun risultato.
Non potendo ulteriormente disattendere le sollecitazioni ricevute dagli iscritti ed in particolar modo da coloro che hanno dovuto abbandonare la propria abitazione (circa 565 persone), ci troviamo costretti a presentare le nostre richieste a mezzo stampa.
Le domande che avremmo voluto porre alla Presidente della Regione Umbria sono le seguenti:
1.Con riferimento alla nostra lettera aperta del 14 febbraio 2011, avente per oggetto la graduatoria provvisoria delle domande ammissibili ai benefici del PSR Umbria 2007/2013, misura 1.2.6, ed a seguito dell’incontro avuto con l’Assessore Cecchini in data 9 marzo 2011, chiediamo assicurazione formale che i “ requisiti oggettivi dei beneficiari vengano scrupolosamente controllati sulla base della effettiva utilizzazione dei fabbricati al momento del sisma. Ciò per evitare che ex post si scoprano irregolarità sull’utilizzazione di fondi pubblici, come spesso avviene, che non rendono giustizia a nessuno e men che meno a chi ne è stato a suo tempo escluso.
2.Perché la Protezione Civile non ha preso in considerazione i fabbricati rurali danneggiati dal sisma.
3.Tutti siamo d’accordo nel ridurre i tempi morti ed allora non si comprende perché non venga emanata l’ordinanza per la cosiddetta “ ricostruzione pesante” ove rientrerebbero tutti coloro che hanno subito danni e non hanno  potuto beneficiare della “ ricostruzione leggera” .
4.Perché  i tempi per l’incarico per il PIR di Spina stanno diventando oltremodo lunghi quando tutti sappiamo che il trascorrere del tempo serve solo ad aggravare i danni prodotti dal sisma.
5.I dati chiesti dal Dott. Gabrielli, in data 17 gennaio 2011, sono stati forniti?
In caso affermativo chiediamo di conoscere i dati stessi, nel solo ed esclusivo interesse dei terremotati.
6.Quando saranno erogati i contributi per l’autonoma sistemazione del corrente anno 2011.
Il Comitato si è costituito, sulla base dei principi di volontariato,  per stare vicino a chi è stato danneggiato dal sisma, auspichiamo che la politica, nella sua espressione migliore, scelga di stare al servizio dei Cittadini ed in particolare di Coloro che sono stati duramente colpiti dal sisma e che oggi vedono compromessi anni di lavoro e di sacrifici.
Ruggero Zaganelli – Presidente Comitato Terremotati

21 marzo 2011
Todi: il tempo è scaduto

E’ il caso di interrogarsi se effettivamente ci sia un futuro per Todi.
La domanda non è né "capziosa" ne ingenua. Ma solo una riflessione ad alta voce.
Premettendo che penso sempre in positivo, la risposta che mi sono dato è quella che un futuro per nuovo sviluppo ci deve pur essere.
Todi è una città che da anni come molti altri centri storici simili, perde abitanti,la popolazione invecchia, i giovani e le donne non trovano lavoro ecc..
Un problema che per molti anni è rimasto nascosto dietro l’ombra di quest’immagine di Todi (la città più vivibile, la città ideale ecc.). L’illusione di uno sviluppo quasi automatico,basato sul turismo e sul terziario, forse è stato " il trabocchetto"nel quale siamo caduti un po’ tutti.
Todi, e mi piace ripeterlo,come tutte le città d’arte vive problemi e contraddizioni che per certi aspetti ne ostacolano o ne rendono più difficile lo sviluppo.
(Un esempio per intenderci meglio? A Todi con i vincoli di diversi soggetti e di diversa natura che ci sono il rilascio di un concessione di un autorizzazione ad edificare necessita di un tempo che è quasi doppio rispetto ad altre realtà). La normativa talvolta incerta e contraddittoria sia statale che regionale complica ancora ulteriormente le questioni. Talvolta è obiettivamente difficile coniugare la conservazione del passato, con le necessità del presente. Rispettare il passato, esaltarne le piccole attività artigiane,del commercio ecc. sembra quasi incompatibile con la richiesta di nuovi e grandi spazi per nuove attività. ( Proviamo a pensare a Perugia, al suo centro storico, sicuramente ben servito da parcheggi, scale mobili ecc. eppure è abitato solo da pochi e le attività commerciali sono al collasso a vantaggio dei grossi centri commerciali che sono sorti nella immediata periferia.)
Il "salotto buono" è diventato un" luogo poco raccomandabile" come apprendiamo dai giornali.
Una vera svolta è possibile solo con la condivisione di tutti. Per trovare la condivisione dei più occorre uno sforzo supplementare di partecipazione alle scelte strategiche della città e del suo territorio. Altrimenti l’invecchiamento, la perdita di popolazione tuderte, a mala pena rimpiazzata dalle presenze di extra-comunitari, rappresenta uno futuro ineluttabile.
Il problema vero è quello di come riuscire in poco tempo a dare una svolta vera allo sviluppo della città Anche in vista del "federalismo"o meglio della autonomia dei Comuni"diventa necessario avere ricchezza prodotta sul luogo. Perché avere ricchezza prodotta sul luogo significa dare occupazione e prospettiva ai giovani, invertire la tendenza allo spopolamento, dare ossigeno anche a tutte le attività del terziario, alle libere professioni ed al complesso dell’economia sia della città che dei cittadini. Allora il punto vero è coniugare le bellezze della città con la necessità del nuovo mantenendo l’equilibrio necessario perché l’uno non vada a discapito dell’altro.
Allora seppur con approcci diversi però il parcheggio del"mercataccio" o altre opere importanti lo sono ancor più se inserite in questo disegno, diversamente rischiano di diventare solo argomento di polemica politica.
Un confronto costante con il mondo delle imprese, con le istituzioni Regionali e nazionali, con gli enti nazionali e non, con le Comunità vicine a Todi e che su di esso hanno sempre gravitato, sono altrettanti paletti da collocare al posto giusto e con la giusta attenzione. Ciascuno nel proprio ruolo ma con un obiettivo comune: accrescere il senso dell’appartenenza ad una Comunità che con orgoglio vuole riproporsi all’attenzione dello scenario Regionale.
Sono certo che Todi è ricca di donne e uomini che possono dare un forte contributo alla città per darlo a tutti i cittadini e per dare un futuro ai giovani di Todi per rimanere a Todi.
O ci risolleviamo dalla crisi, diversi ed in modo diverso o sarà difficile che ci risolleveremo anche in futuro. Il tempo dell’attesa è trascorso tutto.
Ottavio Nulli Pero

21 marzo 2011
Unità d’Italia, Collazzone non c’era

Sono rimasto indeciso se inviare o meno questa breve ma partecipata comunicazione, ma poi anche io sono rimasto entusiasmato dalle manifestazioni che la nostra regione ha saputo realizzare per le celebrazioni unitarie, e preso anche dall’amore che nutro per il mio Comune, per la mia Collazzone, non ho avuto più esitazioni.
Dispiaciuto, rammaricato e anche deluso nel mio spirito di appartenenza a questa comunità di Collazzone, di cui mi vanto e mi onoro di essere stato anche amministratore, questi sono stati i sentimenti che ho provato nel notare l’assenza del gonfalone del Comune durante la sfilata dei Comuni lungo Corso Vannucci per i festeggiamenti del 17 marzo.
Collazzone era assente, nel momento più alto e simbolico di una straordinaria celebrazione, dove i Comuni della provincia con orgoglio testimoniano il loro essere Italiani, il nostro “monte a tre cime” non c’era.
Peccato, altra occasione perduta, altra dimenticanza, che non nuoce ad una parte politica ma all’intera collettività.
Erano i 150 dell’Unità d’Italia e il nostro Comune non c’era.  
Luca Marruco

21 marzo 2011
Unità d’Italia: a Marsciano un’occasione sprecata

Occasione di festa, occasione per ricordare agli Italiani di essere uniti da 150 anni, per ricordare a noi stessi il sacrificio di Giovani Ribelli che hanno sognato un’Italia unita e alcuni dei quali sono morti per costruirla.
Peccato che la giornata indicata per celebrare la nostra storia, la storia di tutti, a Marsciano è stata usata per organizzare un simil-comizio elettorale partito in sordina con il discorso più blando del sindaco Todini diventato poi un feroce attacco all’operato del Governo durante l’intervento del Dott. Augusto Ciuffetti.
Parole dure su federalismo e stato sociale, su leggi che si presumono agevolare ricchi e potenti e un obbligatorio passaggio sulla “distruzione della scuola pubblica” che, ovviamente, non poteva mancare. Non è questa la sede per replicare ad affermazioni che, è inutile dire, non rispecchiano le idee di tutti gli italiani e che non erano adatte al palco del teatro in una giornata di festa nazionale. Per fortuna la mattinata è migliorata con le ottime esecuzioni musicali e delle letture ben declamate. Se non fosse stato per questo, la giornata sarebbe scivolata via con qualche timido applauso incoraggiato da qualcuno nella platea e niente più, salvo una brutta sensazione di divisione ed acredine accentuata da una inopportuna “chiamata alle armi” a fine intervento.
Non c’è assolutamente bisogno di “ritrovare lo spirito rivoluzionario per portare la gente nelle piazze a difendere Costituzione e Scuola” perché nessun attacco è in corso, perché non c’è un regime da rovesciare, c’è solo un Governo eletto da una parte degli italiani e un’altra parte che mastica amaro. La soluzione migliore non è di certo acuire lo strappo, né portare la gente all’aspro confronto reciproco. La soluzione migliore è, e resta, il dialogo.
Voglio inoltre rispondere all’ultimo interrogativo posto: dov’è oggi l’Italia del Risorgimento e della Costituzione. Quella Italia è cresciuta, è cambiata, si è evoluta. La si può rintracciare nella persona che lavora e fatica per raggiungere i suoi obiettivi, nello studente che si impegna nel suo dovere, nel politico che accantona favori e “marchette” e fa quello che deve fare, amministrare nell’interesse degli altri.
L’Italia del Risorgimento è nella gente che si occupa della cosa pubblica con la stessa attenzione che riserverebbe alle cose proprie, cercando di migliorare la propria città e dimostrando attenzione verso la stessa.
L’Italia del Risorgimento è anche nei movimenti giovanili come quello di cui mi onoro di far parte: la Giovane Italia; nella nostra volontà di cambiare senza sputare su quello che abbiamo trovato, nella volontà di crescere e dare il nostro contributo. Non daremo la vita come ragazzi prima di noi hanno fatto e come ragazzi in altre parti del mondo stanno ancora facendo, ma di sicuro investiamo il nostro tempo in un progetto che siamo certi darà dei risultati.
Sorvolando questa volta sulla grande sensazione di occasione di festa sprecata con cui molti di noi si sono alzati giovedì mattina dalla platea, voglio rivolgere un appello ai giovani tutti: diffidate da chi vi racconta che non ci sono prospettive, che avete bisogno di risposte, che non si investe su di voi. Siate voi le vostre risposte, non aspettate che altri vi dicano dove andare e cosa fare. La nostra maggiore forza è la creatività che ci permette di trovare sbocchi e soluzioni originali. In questo bisogna ritrovare lo spirito rivoluzionario, inteso questa volta come la spinta ad emergere, a cercare la propria autonomia. Quello di cui i giovani si devono far carico e quello che avrei voluto sentire il 17 Marzo è un messaggio positivo di unità, un messaggio ottimista di stimolo a fare e reinventare il nostro modo di essere italiani, italiani “dall’Alpe a Sicilia”, italiani che si confrontano e usano la testa invece del pugno.
Andrea Pilati – Giovine Italia

21 marzo 2011
Scuola Collevalenza: solaio e non tetto, distacco e non crollo

Sulla vicenda della scuola di Collevalenza, ecco che ci risiamo con le sparate di Manuel Valentini. Per lui il soffitto diventa tetto ed un distacco dell’intonaco diventa crollo. I termini usati sono proprio quelli per enfatizzare quel che è accaduto e sviare l’opinione pubblica, ed i genitori interessati ad intraprendere una guerra contro l’Amministrazione, la quale non ne è coinvolta se non in parte. Doveroso era, avvenuto il distacco di mezzo metro quadro di intonaco dal soffitto, che si verificare la situazione e si ripristinasse l’intonaco stesso. Ed è quanto è stato fatto e la verifica ha portato alla conclusione che sia stato un episodio sporadico e non prevedibile. I soffitti sono stati ispezionati e non presentano altre situazioni di possibili distacchi. Va detto che a luglio del 2010 uno studio ingegneristico ha collaudato l’edificio, sia sotto il profilo strutturale che statico. Che ci sia stato un rischio per i bambini è innegabile ma non certamente nell’entità catastrofica che presenta il signor Valentini ed i Sinistri che subito gli hanno fatto eco con comunicati ed interrogazioni consiliari. La solita speculazione per acquisire consensi e denigrare l’Amministrazione Ruggiano, speculazione che porta a risultati negativi perché desta legittima preoccupazione nei genitori e disagi per la conduzione della scuola. I problemi vanno affrontati e risolti con onestà e senza enfatizzazione e l’Opposizione non deve prendere la palla al balzo, strumentalmente, ogni qual volta se ne presenta uno. Il crollo di una parte del tetto sarebbe stata una cosa grave e con tanto di responsabilità, ma il distacco di un pezzo di intonaco (con spessore di due centimetri) non autorizza nessuno a rendere questo episodio come fosse avvenuta una catastrofe.
Mario Epifani – Fiamma Tuderte

20 marzo 2011
Il Comitato del Mercataccio scrive a Ruggiano

Egregio signor Sindaco, abbiamo letto le dichiarazione che Ella ha rilasciato alla stampa, a seguito del nostro comunicato su altra ipotesi progettuale. Per questo vorremmo chiederLe una riflessione e un pubblico confronto. Come ci è stato da secoli insegnato, in democrazia, chi amministra rappresenta e ascolta tutti i cittadini, quale che sia la loro collocazione, decide in base a ciò che è bene per la Comunità, espone pubblicamente le motivazioni che lo inducono a determinate scelte.
Noi desideriamo ora esporLe per iscritto ciò che pensiamo e ciò che abbiamo fatto, sottoponendo a Lei, come primo cittadino e a tutti i soggetti che leggono per conoscenza, le motivazioni che ci spingono a proporre un progetto alternativo, invitandoLa anche a confrontare le sue idee con le nostre pubblicamente. 
Il comitato che si è spontaneamente costituito il relazione al progettato parcheggio del Mercataccio ha più volte, in varie sedi, espresso numerose perplessità sull’opera proposta, con diverse e articolate motivazioni.
Come cittadini di Todi, però, ben sapendo quanto la città abbia necessità di un parcheggio adeguato nella zona est del colle per vivere e far vivere il centro storico, abbiamo tuttavia pensato di dare un contributo in positivo alla soluzione del problema, ritenendo non sufficiente la semplice opposizione all’altro progetto.
Per questi motivi il comitato ha dato incarico all’ingegner Mario Serra, che ben conosce Todi per essere stato anche progettista del piano regolatore della città negli anni ’70, di verificare la possibilità di realizzare nel lato est un parcheggio adeguato alle necessità. L’ingegner Serra ci ha inviato una ipotesi progettuale che indica luoghi, posti macchina, mezzi per raggiungere piazza Garibaldi e costi complessivi.
Tale ipotesi progettuale è stata presentata ad un’assemblea appositamente convocata che dopo un ampio dibattito ha deciso all’unanimità di sottoporre a Lei, agli amministratori e alla pubblica opinione  quanto scritto nell’ipotesi progettuale di Serra e di valutare con attenzione le opinioni che si oppongono al progetto del Mercataccio.
Desideriamo precisare che né l’assemblea né la richiesta che stiamo presentando hanno una finalità partitica. Il nostro solo intento fare il bene della città e siamo convinti che la realizzazione del parcheggio del Mercataccio nuocerebbe gravemente al centro storico sia nel futuro immediato che in quello più lontano.
Comitato "Salvaguardia del Mercataccio"

18 marzo 2011
Fratta Todina, retromarcia per l’impianto a biomasse 

La polemica che per giorni ha riguardato la possibile realizzazione presso la zona industriale di Fratta Todina di un impianto di cogenerazione da biomasse a combustile oleaginoso, ora sembra essere giunta al termine. Infatti , è notizia di pochi giorni fa che la ditta proponente ha provveduto a ritirare il progetto e a richiedere la restituzione delle somme versate. Fermo restando che da parte dell’Amministrazione Comunale ufficialmente non è stata negata l’autorizzazione al progetto, è d’obbligo però fare una riflessione sulla scelta del percorso seguito e sulle motivazioni implicite che hanno portato tale vicenda alla risoluzione. Personalmente avevo richiesto, in merito a questa vicenda, al Sindaco Pintori l’organizzazione di un tavolo di confronto rivolto a tutta la cittadinanza con i progettisti, la ditta proponente e i tecnici del Comune ,della ASL e dell’Arpa, per consentire ai cittadini di essere informati sul funzionamento dell’impianto, per poter formulare agli esperti le proprie eventuali perplessità e prendere coscienza delle implicazioni, in positivo o in negativo, in modo tale da potersi così pronunciare nel merito. Aver eluso tale importante fase di partecipazione e condivisione con i cittadini ha dimostrato da parte dell’Amministrazione comunale una grave mancanza di trasparenza ,nonché una violazione del diritto dei cittadini all’informazione. Ed è naturale che, laddove non ci sia chiara informazione, la scarsa conoscenza produce pregiudizio e paura. Sarebbe stato doveroso condurre un’analisi più approfondita della situazione ed adoperarsi per mettere la comunità  nella condizione di poter conoscere e valutare bene le conseguenze future correlate all’opportunità di realizzare tale impianto nel nostro territorio, non mancando di sottolineare come, a tutti i livelli governativi, si stia puntando molto sul ricavo di  energia da fonti energetiche rinnovabili, sulla green economy e sulle opportunità di risparmio conseguenti. Indipendentemente dall’esito che poi ha avuto la vicenda, comunque anche questa volta si è persa una preziosa occasione per un’attenta valutazione delle possibilità di sviluppo della nostra realtà.
Cinzia Moriconi-consigliere comunale e coordinatrice PdL Fratta Todina

 
18 marzo 2011
Diocesi Todi-Orvieto, accantonare ogni rancore e polemica

Per i Cristiani l’unità elementare del Popolo di Dio è la Diocesi, governata dal Vescovo che si avvale per l’esercizio delle Sue funzioni dei suoi delegati nelle singole Parrocchie ed Unità Pastorali e dei fedeli, in una comunione ecclesiale che vive e testimonia il Vangelo di Cristo.Dopo l’Amministrazione Apostolica dell’Arcivescovo Poletti questa comunione si è progressivamente deteriorata per personalismi e localismi, che si sono aggravati dopo la fusione delle Diocesi di Orvieto e Todi e di cui tutti noi siamo responsabili, anche le istituzioni civili.Dopo le dimissioni del Vescovo Padre Giovanni Scanavino, il Santo Padre Benedetto XVI ha affidato a Monsignor Giovanni Marra il difficile compito di risolvere i problemi emersi e ricostituire l’unità solidale della comunità diocesana con gli strumenti del Vangelo e della Tradizione Cristiana ma tutti i cittadini del nostro territorio diocesano devono sentirsi obbligati a cooperare alla riuscita del Suo mandato ecclesiale, senza distinzioni personali, sociali ed istituzionali, accantonando ogni rancore e polemica in nome della fede e della socialità.
Ringraziamo Iddio e riprendiamo insieme il cammino verso il futuro
RenatoDomenico Orsini

17 marzo 2011
Incidenti al quartiere Europa e Collevalenza

Due brutti eventi hanno avuto luogo in questi giorni nella nostra città.
Lunedì pomeriggio un uomo è stato investito da un auto sulla via Tiberina (Quartiere Europa) ed è in gravi condizioni. Questo triste fatto, che speriamo si risolva davvero al meglio, deve farci riflettere sullo stato in cui versa quella via, che avrebbe bisogno di un’illuminazione più adeguata e di misure concrete e efficaci che limitino la velocità dei veicoli.
Martedì è, invece, crollato l’intonaco dal soffitto dei locali della scuola di Collevalenza, causando disagio e preoccupazione ai bambini, ai lavoratori della scuola e alle famiglie.
Il gruppo consiliare del Partito Democratico consegnerà nelle prossime ore due interrogazioni all’Amministrazione comunale su questi temi.
Chiediamo una maggiore attenzione per il Quartiere Europa e vogliamo sapere quali iniziative verranno prese per fare in modo che il rischio di fatti come quello di lunedì diminuisca sempre di più.
Sulla questione di Collevalenza chiediamo che l’Amministrazione comunale riferisca con urgenza in Consiglio comunale e che informi la cittadinanza su quale iniziative intende intraprendere per far fronte a quanto accaduto.
Vorremmo inoltre sapere quali verifiche vengono fatte all’inizio dell’anno scolastico per garantire la sicurezza degli edifici in cui i bambini vanno a scuola.
Romina Perni Capogruppo Pd  Todi


16 marzo 2011
Comunità Montana Valnerina, due mesi di stipendio arretrati

Le scriventi OO.SS sono fortemente preoccupate della situazione economica delle Comunità Montane e in particolar modo della Comunità Montana Valnerina, dove i lavoratori per il secondo mese di fila vedono slittare il pagamento della mensilità.
La situazione diventa davvero insostenibile per i lavoratori e le loro famiglie, pertanto in attesa di riprendere un confronto fra Regione e Parti Sociali per la costituzione dell’Agenzia Regionale Forestale chiediamo con forza che la Regione si faccia carico, come verbale di accordo, della parte finanziaria utile alle Comunità Montane per la prosecuzione dei lavori e degli stipendi dei lavoratori.
Vista la situazione di difficoltà, la forte preoccupazione dei lavoratori e preso atto degli accordi presi, chiediamo inoltre al Presidente e all’ amministrazione della Comunità Montana un maggior impegno nel comunicare tempestivamente alle Parti Sociali il verificarsi di tali situazioni.
I lavoratori e le loro famiglie attendono con urgenza risposte!
FAI – FLAI – UILA

16 marzo 2011
Intonaco crollato alle elementari di Collevalenza

Sul crollo dell’intonaco delle scuole elementari di Collevalenza l’Amministrazione comunale riferisca quanto prima in Consiglio comunale e si adottino tutte le iniziative necessarie a prevenire il verificarsi di episodi del genere.
Il problema della sicurezza degli edifici scolastici deve diventare una priorità per tutti coloro i quali sono chiamati ad avere responsabilità di Governo.
La sorte ha voluto che nessun alunno venisse coinvolto nel crollo ma non possiamo abbassare la guardia. Cogliamo l’occasione anche per ringraziare i vigili del fuoco che sono intervenuti con prontezza sul luogo dell’incidente e auspichiamo quanto prima che tutte le famiglie del comprensorio possano essere quanto prima rassicurate sulla sicurezza degli edifici scolastici.
Ribadiamo l’assoluta urgenza che nella prima seduta utile il Consiglio comunale possa avere tutti i ragguagli relativi all’episodio per l’assunzione di ogni atto conseguente che si riterrà opportuno per garantire la sicurezza degli alunni e la serenità delle famiglie.

Il Consigliere comunale Prc Andrea Caprini

16 marzo 2011
Unità d’Italia: quando eravamo noi i rivoluzionari!

Pensavo a come il tempo cambia, gli eventi si susseguono, ma l’Italia sembra anchilosata, immobile. 
Pensandoci bene, mi veniva in mente un parallelismo tra due eventi di questi ultimi giorni: le rivolte dei popoli dell’Africa settentrionale e la ricorrenza del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia.
Da un lato, pensavo a come, nonostante questi popoli siano stati  per anni soggiogati, schiacciati da dittature, spesso “benedette”, per motivi non certo nobili, da paesi così detti democratici  – vedi il rapporto Italia/Libia – al loro interno, le giovani generazioni abbiano cercato e trovato la possibilità di comunicare, scambiarsi idee, influenzarsi, contaminarsi con valori di libertà, di sviluppo e di PARTECIPAZIONE. Sono entrati in contatto tra loro e si sono organizzati  grazie alla rete; questi ragazzi che nella vita hanno conosciuto solo totalitarismi, con coraggio e PARTECIPAZIONE hanno alzato la testa, pubblicando dei filmati delle proteste in atto e delle stragi che avvenivano, riuscendo a smuovere l’opinione pubblica mondiale, costringendo Paesi, che da troppo tempo si erano voltati dall’altra parte facendo finta di non vedere, a prendere una posizione.
Dall’altro lato, pensavo a come, circa duecento anni fa,  gli intellettuali della nostra Italia, la borghesia e la nobiltà più illuminata, si vedevano segretamente per costruire la faticosa unità, costituivano associazioni segrete, si scrivevano fra loro, facevano girare manoscritti.
Gli anni passano e il modo di dare gambe a valori, progetti e venti di libertà, cambia: dalle associazioni segrete ai movimenti giovanili, dagli epistolari al web, i tempi di realizzazione si accorciano, ma il collante rimane comune, in altre parole la PARTECIPAZIONE. Diceva qualcuno, la libertà non è star sopra un un albero, libertà è  PARTECIPAZIONE.
Davanti a un mondo che cambia, spinto da movimenti giovanili che trovano nuove forme di PARTECIPAZIONE, pensare che in Italia si stia discutendo se giusto o no festeggiare l’anniversario dell’unità, la nostra “rivoluzione”, sicuramente ci lascia basiti. In paesi, anche molto vicino a noi, le feste e le forme scelte per onorare l’evento sarebbero state grandiose, senza alcuna polemica.
Se poi pensiamo che la normalità per gli Stati che ci ruotano attorno, sia che i politici si dimettano immediatamente se beccati a mettere foto un pò compromettenti in rete, oppure  perché sorpresi ad usare soldi pubblici per qualche conto al ristorante, non ci può che lasciare sgomenti il comportamento della nostra classe dirigente.
Ancora più mi fa pensare il fatto che la nostra generazione, anche lavorando, finendo un percorso di studi, contribuendo alla crescita della società in cui vive, non ne riceva niente in cambio, né ora, né in prospettiva; ma la cosa è ancora più grave perché nessuno sembra occuparsene. Allora pensiamoci noi  e troviamo anche noi nostri modi di farci sentire!
Ritroviamo anche noi la volontà di  PARTECIPAZIONE, che 150 anni fa o oggi rimane il pilastro su cui fondare i nostri progetti e sogni, per far ripartire il nostro Paese. Una PARTECIPAZIONE condivisa, di contenuti ed idee. Perché è solo costruendo e portando avanti progetti importanti, che incoraggino i giovani come me a “partecipare” sentendosi  protagonisti, che l’Italia potrà tornare a muoversi.
CONTINUIAMO SEMPRE A PARTECIPARE E CREARE PARTECIPAZIONE.
Manuel Valentini – Prossima Fermata Italia


15 marzo 2011
Centrale di Bastardo, il Comitato non ci sta alla proroga di otto anni

A Gualdo Cattaneo ENEL deve adeguarsi ai parametri ambientali sin da subito, oppure sospendere l’attività dell’impianto fino al suo adeguamento: ciò è quanto succede nei Paesi in cui la vita dei cittadini è tenuta in massima considerazione, e non gli interessi corporativi dei gruppi industriali.
La decisione della Giunta Regionale di concedere altri 8 anni ad ENEL per adeguarsi agli standard previsti dai protocolli AIA calpesta in modo irresponsabile ed inaccettabile anni ed anni di lungo lavoro parte delle istituzioni locali ed associazioni spontanee partecipate dai cittadini per la tutela dell’ambiente e della salute pubblica.
Una decisione presa sopra la testa delle persone e senza minimamente interpellare i diretti interessati, ovvero coloro i quali nei territori in questione sono costretti a vivere subendo le conseguenze dell’inquinamento ambientale ed acustico derivante dall’attività dell’impianto.
Il Comitato per l’Ambiente di Gualdo Cattaneo, membro del Coordinamento Nazionale dei Comitati per il NO al carbone, annuncia che a tutela del territorio e della salute degli abitanti verranno subito indette riunioni informative con la popolazione e che verranno presentati immediati ricorsi, fra cui uno presso la Commissione Europea, al fine di scongiurare la temuta "eternizzazione" dell’impianto in questione il quale, ben lungi dal rappresentare ormai una risorsa per il territorio, continua a rappresentare una panacea soltanto per politici e sindacalisti, persone che vivono anni luce distanti dalla vera realtà delle cose, che hanno una concezione di progresso vecchia di 200 anni e che farebbero bene, ogni tanto, a mettere il naso fuori dallo stivale per vedere cosa succede nei Paesi realmente evoluti.
Contestualmente si invita l’Amministrazione Comunale, nella persona del sindaco Pensi, a mantenere le promesse fatte nel corso dell’ultima campagna elettorale e ad attivarsi, una volta per tutte, in maniera fattiva a tutela del territorio e dei suoi abitanti, affinchè non sia una ristretta lobby a pregiudicare le sorti del nostro comprensorio: anteporre gli interessi di pochi al diritto alla salute di tutti è un atto vile che un’Istituzione degna di tale nome non può avallare.
Raoul Mantini, PORTAVOCE DEL COMITATO PER L’AMBIENTE DI GUALDO CATTANEO

15 marzo 2011
Centrale di Bastardo, l’Enel vuole la botte piena e la moglie ubriaca

Centrale Pietro Vannucci di Bastardo: le Rsu dell’Unità di Business Enel confermano lo stato di agitazione di tutto il personale. Questo in linea con la volontà espressa dalle organizzazioni sindacali regionali e territoriali di Flaei Cisl, Filtcem Cgil e Uilcem Uil espressa nei giorni scorsi in un documento, nel quale si riconfermava lo stato di agitazione di tutto il personale delle realtà produttive dell’Umbria a causa della crisi produttiva dei due impianti (quello di Bastardo e quello di Pietrafitta) e delle problematiche gestionali dell’azienda.
Le Rsu vogliono rimarcare ed esprimere la “forte preoccupazione per il silenzio che circonda ancora oggi lo stato dell’arte riguardo all’attuazione e delibera della procedura Aia (Autorizzazione integrata ambientale ) e per le contraddizioni di un’ azienda Enel che da una parte ha già avviato procedure di miglioramento ambientale per garantire il funzionamento dell’impianto e dall’altro assume poi decisioni che vanno tutt’altro che a favorire la centrale stessa”. Questo anche alla luce degli ultimi eventi, quali la cancellazione degli investimenti previsti per l’anno 2011 per l’effettuazione della manutenzione dell’impianto.                         
Le Rsu condannano l’atteggiamento contraddittorio, irrazionale e poco lungimirante dell’azienda, volto solo al risparmio, alla luce dello scenario attuale degli approvvigionamenti energetici nazionali e le conseguenti possibili ripercussioni nel sistema elettrico produttivo.         
Le Rsu, pertanto, intendono sensibilizzare tutte le istituzioni politiche e le forze imprenditoriali ad adoperarsi affinché si possano riattivare investimenti che garantirebbero un futuro più certo  e produttivo per l’impianto e che sicuramente in questa particolare  congiuntura economica gioverebbero anche almeno in parte ad una ripresa economica del territorio.
 

Le Rsu dell’Unità di Business Enel

 

14 marzo 2011
Repetita iuvant, i socialisti di Massa Martana sulla situazione economica

Il Partito socialista di Massa Martana è molto preoccupato per le vicissitudini e le condizioni dell’economia locale, che vive un momento di grande incertezza.
Il nostro territorio, che ha vissuto periodi economicamente floridi, in cui le aziende locali hanno generato lavoro e ricchezza tanto da farlo diventare un punto di riferimento a livello regionale, si trova a dover attraversare un periodo di grande difficoltà, perchè alcune di esse sono in sofferenza ed altre addirittura costrette ad abbandonarlo, provocando una rilevante crisi sul tessuto socio-economico, che si manifesta inevitabilmente, dopo tanti anni, in un crescente livello di disoccupazione dovuto, in parte, a scelte aziendali non sufficientemente ed adeguatamente supportate dalle Istituzioni locali che amministrano il territorio, oltre al colpevole ritardo di alcune di esse nella programmazione, nella diversificazione produttiva e nella conseguente ricerca di nuovi spazi di mercato. Sebbene alcuni investimenti facciano intravedere segnali di dinamicità imprenditoriale, essi da soli, però, non mutano la criticità del quadro territoriale complessivo.
Il Partito Socialista si domanda perchè l’Amministrazione Comunale, in una situazione del genere, sia in un silenzio assordante e perchè non si sia fatta doverosamente e concretamente promotrice di tavoli istituzionali con Regione e Governo, per affrontare questi gravi problemi.
Il Partito Socialista ritiene che un’Amministrazione attenta e lungimirante deve essere capace di saper cogliere tempestivamente i problemi del suo territorio, agendo di conseguenza e non aspettare che la situazione diventi insostenibile.
Il Partito Socialista di Massa Martana sollecita l’Amministrazione Comunale affinchè la volontà e la chiarezza delle proprie intenzioni nel merito, se ci sono, vengano concretamente rappresentate ai cittadini, perchè è loro sacrosanto diritto quello di essere informati.
Il Partito Socialista di Massa Martana ricorda all’Amministrazione comunale di centro sinistra che le piccole e medie aziende e maestranze del suo territorio sono il cuore pulsante e il motore della ricchezza di tutta la comunità.  
Coerentemente con la propria cultura e storia i Socialisti di Massa Martana sono disponibili a confronti e collaborazioni con l’Amministrazione Comunale per superare le incertezze del nostro territorio.
Partito Socialista di Massa Martana

14 marzo 2011 
Ospedale Vecchio di Todi, da comprare!

Da quanto leggo dalla stampa , mi pare di capire che la soluzione riguardante il riutilizzodella struttura dell’attuale ospedale sia incerta ed abbastanza lontana. Le parole del dott. Legatomi hanno definitivamente chiarito che comunque la struttura andrà venduta (notizia anticipata da tamtam il 9/3- n.d.r.)
Ancora mi ostinavo a non crederci.
Francamente non ho capito alcuni passaggi, o messaggi, di questo ultimo periodo. Il dott. Legato tramite la stampa ci fa sapere che lo stabile andrà messo all’asta appena sarà terminato il trasferimento dell’ospedale da Todi a Pantalla.
Aggiunge che la A.S.L. pensa di rioccuparne circa il 40% dello spazio disponibile pagando un affitto a chi acquisterà l’immobile circa 150.000€ annui ; e che questo renderà l’acquisto ancora più appetibile da parte dei privati. Non so per chi parlasse, ma io non avrei mai immaginato il contrario.
Quello che mi riesce più difficile da capire(analizzando la cosa solo sotto il profilo economico), dove starebbe l’interesse del Comune a trasferirci i propri o altri servizi per poi pagare il conto dell’affitto. Aumenterebbero ancora sicuramente le probabilità di vendita, visto che si venderebbe un immobile già quasi affittato a tutti soggetti pubblici o comunque per lo svolgimento di servizi pubblici.
Notoriamente tutti affittano volentieri ad Enti Pubblici. Messa così mi pare che la questione apra lo spazio a troppe interpretazioni.
Non ho partecipato alla riunione indetta dal Presidente del consiglio Comunale (Pizzichini) sull’argomento, avvertendolo prima e ringraziandolo per la cortesia, usatami nell’invitarmi. Ho declinato l’invito non per un fatto di competenze, ma perché la vicende aldilà delle questioni istituzionali,mi sembravano vedere già schierate alcune posizioni che nulla hanno a che vedere con l’interesse della città. Oggi non sono assolutamente pentito di quella scelta perché mi pare che i problemi sollevati allora, erano reali e rimangono tali e tutti in piedi.
Per la verità credo, come ho sempre creduto che quell’edificio non debba essere venduto.
Per Todi deve rappresentare una struttura incedibile.
Era di proprietà del Comune di Todi e al Comune di Todi deve ritornare.
Del resto il comune di Todi, mi si dice che abbia un " opzione" di acquisto.
Ebbene io credo che quell’opzione debba essere esercitata e subito. So bene che esiste un problema di finanze da parte del Comune,del resto l’assessore al bilancio l’ha manifesta da tempo.
Io sono convinto che sia stato commesso qui il primo errore, manifestando l’ indisponibilità assoluta all’acquisto. Comunque non ha sicuramente prodotto conseguenze irrecuperabili.
Tenendo,ormai necessariamente conto, della situazione reale e non delle chiacchiere, mi pare che
se Todi vuole rimanere proprietaria di quella struttura " come ritengo sia giusto", per mille ed un motivo, non rimane che esercitare formalmente l’opzione di acquisto, e dopo essere certi che parliamo di qualcosa di cui potremmo disporre realmente, si avvia il confronto con la Regione sui modi e tempi dell’esercizio della opzione e con la A.S.L. per la parte di struttura che ritiene di utilizzare, come con tutti gli altri soggetti titolari di poteri e competenze per un reale utilizzo di unaimportante struttura della città, sia per l’intera zona circostante, che per la città intera.
Dopo aver assunto questa preliminare decisione, mi pare si possa continuare il percorso iniziato dal Presidente del Consiglio Comunale, con maggiore concretezza e verificando le disponibilità dei soggetti interessati,evitando che il tempo finisca con il favorire decisioni che non gioverebbero alla città. Noi tutti, Amministrazione comunale, Consiglio Comunale, Associazioni cittadine, possono e devono essere coinvolte avendo chiaro il percorso che è quello di rimanere "attori principali "del futuro della città. Quando declinai l’invito ad una partecipazione di cui non ero convinto scrivevo anche che:" al mature di altre situazioni rispetto a quelle di quel momento, mi sarei reso disponibile( come credo molti altri amici), a dare un modesto contributo alla soluzione di un problema difficile ma non per questo impossibile a risolversi. Questa impostazione cambierebbe sicuramente il quadro della situazione. Inoltre se il problema non si dovesse risolvere, e Todi perdesse un altro pezzo importante, diventano più chiare anche le responsabilità, di ciascuno.
Ottavio Nulli Pero
 

13 marzo 2011
I bocconi avvelenati che uccidono anche l’immagine dell’Umbria

Sono un cittadino recente di Collazzone dove mi sono stabilito circa tre anni fa. Ho scelto la residenza in questo paese spinto dal desiderio di quella pace e tranquillità che ormai le grandi città non concedono più ed anche dalle tradizioni culturali e religiose dell’Umbria che il culto di S.Francesco ha diffuso in tutto il mondo.
Non ho motivi di pentirmi di questa mia scelta, però recentemente mi sono accaduti fatti che mi hanno addolorato: il mio cane, compagno delle mie passeggiate in meno di tre mesi è stato avvelenato per ben due volte da bocconi avvelenati lasciati, ovviamente non so da chi, nelle campagne prossime al paese.
Dai miei vicini e dal veterinaio che ha curato il cane ho appreso che episodi del genere sono frequenti in questa zona, cioè c’è gente che ha l’abitudine di lasciare bocconi avvelenati nelle campagne: ogni anno decine di cani sono uccisi in questo modo.
Questo è un crimine che la legge punisce o dovrebbe punire alla stessa stregua dell’abbandono dei cani.
Io non desidero ora fare un discorso moralistico sul cane inteso come essere senziente e quindi portatore di diritti, nè su ciò che il cane, tradizionalmente definito come il miglior amico dell’uomo, rappresenta per molta gente che lo considera un componente della famiglia e ci si affeziona come a persona umana, voglio però brevemente accennare all’aspetto economico e sociale della questione. In questa zona c’è un cane ogni tre persone, ciò significa che molte persone giudicano utile possedere un cane: per costoro vedere il proprio amico tremare e boccheggiare nei sussulti della morte o andare a raccoglierlo morto non è esperienza piacevole.
Ma non piace nemmeno a chi non possiede cani sapere che le campagne vicino casa sono disseminate di bocconi avvelenati. Chi dice che un bambino non possa raccoglierne qualcuno? C’è gente che va a raccogliere funghi e asparagi, possono portare bambini con sè. Poi nella nostra regione, lontana dal mare è florido o potrebbe essere florido l’agriturismo e sceglie questo tipo di vacanze gente che ama la natura, gli
animali, il cibo sano, e le escursioni nei boschi  per le quali è ottima la compagnia dei cani.
Inoltre ben sappiamo che i piccoli borghi sono ricercati dagli anziani per i quali la città è troppo costosa e perfino da stranieri che amano il nostro paesaggio e la nostra arte, non dimenticando la spiritualità francescana: per tutti costoro il cane è quasi indispensabile, come  compagno nelle passeggiate , come amico in casa, come guardiano.
Davvero non ci fanno buona pubblicità  gli  avvelenatori dei nostri boschi!
Io vorrei che su questo problema si aprisse un dibattito atto a sensibilizzare la gente: che tutti sappiano che lasciare bocconi avvelenati nelle campagne oltre ad essere un delitto, è cosa che arreca un grave danno all’immagine della nostra regione e quindi alla nostra economia.
Angelo Ruggeri

12 marzo 2011
Falsi invalidi e falsi dati, perchè

Finalmente si sta chiarendo la situazione concernente, i cosidetti falsi invalidi . Purtroppo ci sarà sicuramente una parte anche di quelli, ma i numeri delle pensioni o altri benefici revocati, sono molto più falsi del fenomeno denunciato e riportato da tutta la stampa. Pochi hanno messo in evidenza gli errori grossolani in cui in tanti erano incorsi. Forse fa comodo così.
In effetti il Presidente Nazionale(non l’usciere dell’INPS) a veva dichiarato che erano state revocate circa il 50% delle prestazioni erogate dall’inps a favore dei "falsi invalidi". Un’affermazione che non aveva trovato alcuno a cui fosse venuto qualche dubbio.
Per la verità,siccome non condivido la colpevolizzazione a priori dei soggetti destinatari dei benefici, avevo scritto che occorreva capire il fenomeno e comunque attendere gli esiti finali. Purtroppo avevo ragione. Dopo un balletto di cifre e percentuali fornite che andavano dal 50%circa prima, poi scese al 20, poi al 12% oggi pare si attestino intorno al 7-8 %dei soggetti controllati. Il 7-8 per cento dei soggetti controllati porta ad una diminuzione dei soggetti a cui vengono erogate prestazioni intorno allo 0.5 della percentuale totale. Se si tiene conto dell’estrema fiscalità con cui sono stati effettuati i controlli ,talvolta pare con criteri più restrittivi di quelli che la stessa legge imponga le conclusioni arrivano spontanee. Va anche ricordato che parliamo di pensioni di invalidità civile, o di altri oneri a carico dell’inps come l’esenzione dai " ticket per patologie gravi e croniche" i cui importi miseri" sono a tutti noti. Non stiamo parlando di "Pensioni d’oro" di pensionati da regimi diversi quindi con doppia o talvolta anche tripla pensione ,che sono il vero scandalo del paese. Di pensionati ,già d’oro, che vengono trattenuti in servizio con contratti di consulenza di decina o centinaia di miglia di Euro. Molti Presidenti di Enti Nazionali e non ,Garanti vari, (soprattutto delle proprie posizioni !!!) vengono trasferiti da un incarico ad un’altro aggiungendo ancora tanto a quello che già hanno avuto. E questi sono gli stessi che fanno le prediche al Paese ed ai cittadini e si permettono di far sentire un vero invalido che non ce la fa a tirare avanti , come un "verme"quasi un cancro da estirpare.
Ammesso che di "invalidi veri" ,anche se non è più certo niente, visto il mutare delle regole fossero il 5% e non il 7-8%, ma è proprio necessario sparare nel mucchio e offendere la dignità di chi è costretto a letto o su di una carrozzina a rotelle per potersi muovere?
Ma è vero che non ci sono più i soldi per dare a questi quel minimo che gli consenta di vivere senza sentirsi un peso?. Non scordiamoci che molti invalidi civili lo sono diventati per il "lavoro che hanno svolto" producendo ricchezza che è servita a far ingrassare quelli che oggi gridano allo scandalo per questa misera elemosina che viene elargita a questi soggetti svantaggiati.
Questa è la vera vergogna . Consentire a taluni che aprano solo la bocca dopo aver "razziato" tutto. Capisco perfettamente che nella vita il merito debba pur contare qualcosa, ma il lavoro usurante perché no?. Capisco che sia giusto riportare a correttezza anche il numero dei veri invalidi, capisco che una pensione minima debba essere garantita a tutti. Ma non capisco perché; non debba essere messo un tetto alle pensioni d’oro". Già, ma il furbo di turno direbbe subito che questi sono diritti acquisiti. Ed allora aggiungo io; il diritto a vivere dignitosamente dopo una vita di lavoro non è un diritto da acquisire, anche per chi ha lavorato nei campi o in un piccolo laboratorio artigiano?. Non sarebbe il caso in sostanza di cambiare effettivamente le regole del sistema previdenziale,garantendo un minimo dignitoso a tutti, ed un tetto massimo entro il quale ci debbono stare tutti. ? Questa sarebbe la vera riforma epocale ,altro che i piccoli sconti sulle utenze o la tesserina con 40 € per la spesa. Sarebbe tutto più s emplice .Si eviterebbe a tutti di "fare i furbetti". Lo Stato alla fine non ci rimetterebbe nulla perché rappresenterebbe solo una migliore e più equa distribuzione della ricchezza, almeno quella derivante dai vari sistemi pensionistici. Fino ad ora non ho visto mai studi pubblicati su questi presupposti almeno per capire cosa accadrebbe. La mia non è una posizione politica o ideologica, ma è solo una più modesta riflessione tratta da insegnamenti di insigni "maestri del sociale". Ma tanto è. Un esercizio che non provocherà sicuramente nessuna reazione. Ma se la politica non affronta questi nodi è inutile rincorrere ed accanirsi contro pochi invalidi. Il sistema previdenziale si risana solo con nuove regole e più rigore non con i controlli che sono tipici di chi è consapevole che sono necessari perché il sistema ha consentito a pochi di approfittare e talvolta di dare in assenza del diritto.
In questa vicenda dei "falsi invalidi"mi meraviglia che non abbia peso posizione né la politica, né alcuna commissione istituzionale magari anche a livello regionale. Certamente costa meno esprimere, a parole, la solidarietà ai lavoratori che perdono il posto di lavoro, che porre le premesse per una riforma profonda che va ad intaccare gli interessi di coloro che contano sul serio.
Ottavio Nulli Pero
 

11 marzo 2011
I sette punti di Confcommercio per l’Umbria

In coerenza con la logica della co-responsabilità concordata con la Regione, Confcommercio dell’Umbria ha presentato in un lungo e articolato documento, nell’incontro organizzato questa mattina dalla Regione nell’ambito dell’Alleanza per lo Sviluppo, le aspettative della organizzazione in merito a quanto indicato nel programma di legislatura e del Dap 2011-2013 e gli impegni che intende assumere per contribuire allo sviluppo socio economico dell’Umbria.
Ribadendo la necessità di superare la pratica della pre–adozione degli atti che ha caratterizzato la passata concertazione, impedendo di fatto che le parti sociali si ritagliassero un ruolo in sede di partecipazione, Confcommercio ha sintetizzato in sette punti le proprie argomentazioni: norme organiche sul commercio, abusivismo, centri storici, turismo, riforma endoregionale, risorse, infrastrutture.
NORMA ORGANICA SUL COMMERCIO
Le aspettative su questo testo sono molto alte: la norma organica dovrà configurarsi, più che come una legge di principi statica, come uno strumento dinamico che supporti lo sviluppo del settore.
Confcommercio si impegna fin da subito a collaborare alla stesura della norma portando il proprio know – how, a coinvolgere la propria base associativa nella fase di concertazione del testo, presentando il sentiment collettivo presente nel commercio regionale.
ABUSIVISMO
Macellazioni private abusive, vendite abusive su aree pubbliche, agriturismi abusivi, sagre abusive, circoli privati abusivi, spacci aziendali abusivi, falsi industriali ed artigiani, catering abusivo e ristorazione privata a pagamento, abusivismo nell’organizzazione di viaggi, locali da ballo, da intrattenimento e spettacolo abusivi.
Sono queste le forme di attività abusiva più ricorrenti, rispetto alle quali, da anni, Confcommercio chiede che vengano emanati provvedimenti veramente efficaci, anche con atti normativi specifici e sistemi sanzionatori che dipendano da un sistema di controllo centralizzato e non localistico.
Confcommercio si impegna a svolgere indagini e ricerche, inviare eventuali segnalazioni agli organi ispettivi; collaborare con la Regione per elaborare atti amministrativi e normativi maggiormente rispondenti all’evoluzione dei fenomeni abusivi, coinvolgere altri stakeholders per creare una cultura diffusa della legalità.
CENTRI STORICI
Occorre pensare il centro storico non in soli termini di riqualificazione edilizia (contenitori) o solo come un attrattore turistico ma come mix di funzioni: servizi, residenzialità, turismo, cultura, coesione sociale. La Regione dovrebbe indirizzare in questo senso i Comuni nella redazione dei Quadri Strategici di Valorizzazione, prevedere finanziamenti in favore delle imprese che installano sistemi di sicurezza;  puntare sulla costituzione dei centri commerciali naturali e sul loro potenziamento. Tutti punti sui quali Confcommercio si impegna a dare il proprio contributo.
TURISMO
Occorre passare da una visione di “comparto turismo” ad una più ampia di “sistema turismo”. La Regione deve assumere, con sempre maggior forza, la governance della politica turistica regionale, anche per razionalizzare iniziative e spese promozionali.
Occorre puntare su un grande progetto regionale di promo – commercializzazione.
Confcommercio dà piena disponibilità nella costruzione degli atti di programmazione, a costruire insieme alla Regione un percorso di offerta tecnologicamente avanzata ed integrata, continuerà nell’opera di sensibilizzazione e coinvolgimento delle imprese con particolare riferimento agli impegni già assunti con il bando Tac 2.
RIFORMA ENDOREGIONALE
La riforma di Gepafin versa in un’impasse che non è più ulteriormente procrastinabile. Confcommercio ed i propri Confidi sono pronti a valutare ogni proposta di coinvolgimento.
Confcommercio chiede un ruolo importante nella fase di concertazione della prossima riforma di Sviluppumbria, ritenendo necessario un approfondimento che delimiti, ma al tempo stesso valorizzi al meglio, i campi di operatività dell’ente in relazione alle attività delle associazioni di categoria e le funzioni delle pubbliche amministrazioni.
Sulla riforma delle Comunità Montane e degli Ati, Confcommercio plaude all’iniziativa del Governo regionale di incidere sulla riduzione degli oneri e dei costi amministrativi, ma chiede che le funzioni delle nascenti Unioni dei Comuni possano essere raccordate con quelle dei Comuni in tema di commercio ed urbanistica. 
 RISORSE
Sulle risorse economiche destinate ai settori del terziario, il giudizio di Confcommercio è di insufficienza rispetto al gap che permane nei confronti di altri settori: tale sperequazione non trova alcuna giustificazione economica ed impoverisce non solo il terziario ma anche le potenzialità della Regione perché non consente al settore maggiormente trainante di esprimersi adeguatamente in termini di crescita, ammodernamento, occupazione, innovazione e ricchezza prodotta. 
INFRASTRUTTURE
Confcommercio si candida a supportare la Regione nella richiesta al Governo di risorse aggiuntive per l’Umbria per lo sviluppo del settore infrastrutturale, poiché urge concentrare gli sforzi sul completamento del tratto stradale Perugia – Ancona; il completamento del nodo viario di Perugia; l’ampliamento, ammodernamento ed efficientamento dell’aeroporto di Sant’ Egidio; l’aggancio all’Alta Velocità attraverso il collegamento ferroviario nel tratto Perugia – Arezzo – Firenze; il completamento del tratto stradale Orte – Civitavecchia; la realizzazione del tratto Terni – Spoleto (passante Somma); l’ammodernamento della E78.
Confcommercio dell’Umbria

11 marzo 2011
Gli ecodem di Todi e Marsciano a difesa delle energie rinnovabili

Il 3 febbraio 2011 a Todi si è svolta un’ Assemblea Pubblica sulla tematica del Fotovoltaico, organizzata dagli ECODEM, molto partecipata. Tra gli altri erano presenti imprenditori locali del settore e persone interessate a investire in impianti di piccola e media taglia. 
A distanza di un mese si può dire, con assoluta certezza ,che l’iniziativa è stata del tutto vana. Infatti il governo con il decreto Romani  ha deciso che gli incentivi andranno avanti fino a maggio 2011 poi tutto sarà da rivedere.
Ora è abbastanza intuitivo capire che chiunque sta investendo in un impianto non avendo la certezza di guadagno, che solo gli incentivi possono dare,  si tira indietro. Ed è ancora più intuitivo capire che senza investimenti le ditte del settore chiudono.
Tutto questo è vergognoso. Ma perché ,in un momento come questo, il Governo decide di " tagliare le gambe " ad uno dei pochi settori in crescita ed inoltre fa questo in totale controtendenza rispetto a tutti i maggiori Stati del mondo? Molto semplice, perché con l’energie rinnovabili e soprattutto con il fotovoltaico il monopolio energetico Italiano è a forte rischio.
Proprio per questo il Governo va verso il Nucleare, infatti una centrale costando intorno ai 5 miliardi di euro  assicura la partecipazione economica di un elitè e sicuramente non di comuni cittadini come il fotovoltaico faceva. Pensate infatti che oltre 100 mila  famiglie in Italia si auto-sostengono , energeticamente parlando,  e molte altre stavano per farlo ma ormai non è più possibile. Inoltre da pochi anni a questa parte sono nate moltissime aziende di questo settore, alcune delle quali costituite da giovani, che ora si troveranno in piena crisi.
Noi ecodem dobbiamo dire alto e forte CHE NON CI STIAMO! Non ci stiamo ad una politica conservatrice e antipopolare del governo e siamo pronti ad intraprendere tutte le iniziative  sul Territorio necessarie a sensibilizzare la gente e a sostenere con forza la politica del’ eco-sotenibilità. Come sempre organizzandole insieme a Voi, che ci seguite e condividete le nostre preoccupazioni. Se volete partecipare, proporre iniziative di lotta, vi prego di contattarmi all’e-mail ecodemtodi@hotmail.it.

Andrea Vannini – coordinatore circolo ECODEM Todi – Marsciano 

9 marzo 2011
Scanavino: "“Vittime ce ne sono già state. Non causiamone altre"

Mons. Giovanni Scanavino, Vescovo Emerito della Diocesi di Orvieto-Todi  tiene a precisare la sua totale estraneità alle incaute iniziative di quanti anziché riversare su tutti i sacerdoti della Diocesi l’affetto che hanno testimoniato nei suoi confronti – come ha già espressamente sollecitato- si prodigano a sollecitare e/o a sostenere  azioni di disturbo come quelle dirette verso il Parroco del Duomo di Orvieto.
Vittime ce ne sono già state. Non causiamone altre, per favore: facciamo vincere la carità e saremo tutti più contenti. GRAZIE!
Ufficio stampa diocesi di Orvieto-Todi

9 marzo 2011
Grazie a Carnevalandia

La manifestazione che si è svolta dal 19 febbraio al 6 marzo ha registrato un ottimo successo di pubblico e una varietà di iniziative ed eventi che hanno prodotto un grande consenso da parte della cittadinanza e dei visitatori.
L’intera amministrazione, che come ogni anno ha patrocinato l’evento, ha apprezzato l’enorme sforzo organizzativo da parte del comitato promotore della manifestazione, che è riuscito ad arricchire e diversificare l’offerta all’interno dell’intero territorio comunale, nonostante le difficoltà imposte dalla congiuntura economica e finanziaria globale.
Per questo motivo non possiamo che essere soddisfatti e decisi nella prosecuzione dell’attuale sinergia anche per i prossimi anni.
Il Sindaco di Todi Antonino Ruggiano

9 marzo 2011
La politica sta inquinando e indebolendo l’unità sindacale

La tentazione sindacale di ballare da soli è fortissima. Ed è una tentazione che non fa bene ai lavoratori e non fa bene al confronto tra le parti sociali.In una situazione di estrema precarietà e incertezza come quella che stiamo vivendo soltanto i diritti e i doveri dei lavoratori rappresentano un punto fondamentale di riferimento nella nostra agenda sindacale, al di là degli ormai fastidiosi e scaduti slogan di maniera, orfani di ideologie politiche sempre più anacronistiche.
In questo contesto l’unitarietà sindacale e i momenti di mobilitazione concordati sarebbero una risposta gradita, necessaria e utile ai lavoratori in grado di restituire senso a quello che stiamo facendo.
La spaccatura nata sul Modello Marchionne tra un cosiddetto sindacato di lotta e un sindacato di partecipazione, moltiplicatasi in occasione degli accordi sul pubblico impiego e su altre piattaforme sottoscritte con un atto di responsabilità nei confronti dei lavoratori da tutti i sindacati compresa l’Ugl ad eccezione della Cgil, indebolisce coloro che operano sul mercato del lavoro in condizioni ormai sempre peggiori, a cominciare dai giovani e dalle donne.
Nella nostra regione sono state le lavoratrici a subire maggiormente le conseguenze della crisi. Una donna su due in Umbria non ha accesso al mercato del lavoro. La coperta dell’occupazione femminile è sempre più corta. L’occupazione rosa si contrae volatilizzando i buoni risultati registrati fino al 2008 e in un solo anno, tra il 2009 e il 2010, è calata dal 53% circa al 49%. Se il dato umbro non permette entusiasmi anche quello nazionale non lascia ben sperare. L’Italia è fanalino di coda tra i paesi dell’Unione europea.
Anche le famiglie sono sempre più indebitate, secondo quando emerge dal supplemento al Bollettino statistico della Banca d’Italia. Aumentano i prestiti concessi ai privati. Cresce sia il credito al consumo che i mutui. Un trend pericoloso che rischia di peggiorare con l’aumento dei tassi. Nel frattempo la crisi libica ha fatto andare il prezzo della benzina alle stelle. La verde è oramai vicina a 1.6 euro al litro, mentre il diesel si paga 1.46 euro/litro. Un altro colpo durissimo ai consumatori e alle imprese.
Economia domestica in crisi, economia aziendale in sofferenza con i lavoratori della Basell costretti a marciare per ottenere l’attenzione dovuta sperando che si smuovano le acque torbide di una vicenda che ha ormai dell’incredibile. La parola d’ordine della marcia della speranza è salvare il polo chimico ternano e il migliaio di posti di lavoro che sono in ballo.
Stesse parole d’ordine per la Merloni. La salvaguardia dei livelli occupazionali è ora in mano ai cinesi con l’offerta di acquisto del gruppo elettrodomestico da parte del Nanchang Zerowatt Electronic Group. E l’elenco delle aziende in crisi potrebbe continuare e purtroppo allungarsi a dismisura.
Il male peggiore per i sindacati è la divisione, l’ideologizzazione e la politicizzazione del problema lavoro. Le forze sociali si occupino di lavorare su obiettivi precisi e chiari a  favore dei lavoratori. Credo che i sindacati debbano uscire dalla nebbia e finalmente fare quello che fanno tutti i colleghi di altre nazioni alle prese con la crisi: capire, leggere la situazione e intervenire con politiche sindacali efficaci”. 
Enzo Gaudiosi, segretario regionale confederale Ugl

9 marzo 2011
Unità d’Italia, il 17 tutti insieme a Todi

Si avvicina il 17 marzo, giorno della celebrazione dei 150 anni della Unità d’Italia.
Credo e penso, ma soprattutto mi auguro, che in molti vadano al Cimitero Vecchio o San Fortunato per rendere omaggio ai Patrioti Italiani, lì riposano i più conosciuti e di gran lunga i più numerosi. A Pantalla, non può non essere ricordato Girolamo Dominici, che mi dice l’amico Filippo Orsini, sepolto insieme alla moglie in una cappella lungo la strada provinciale che porta a Todi.
Personalmente insieme a numerosi amici, saremo presso la chiesa parrocchiale di Canonica che, per volontà del parroco don Carlo Taddei, sarà aperta dalle nove alle diciassette con Santa Messa in quest’ultima ora, per rendere accessibile a tutti, in qualsiasi momento, la tomba di Antonio Valentini. Lì costituiremo un presidio risorgimentale con bandiera, opuscoli e tanta dignità per rendere onore a un tuderte valoroso e grande, che si conosce molto poco.
Perchè Canonica? Perchè la vera forza di Todi è nella sua campagna che, non a caso, nel 1814 fu smembrata per dare origine ai piccoli comuni limitrofi.
Canonica, perchè è un luogo solitario, bello e silenzioso, che permette di chiarire il tipo di relazione tra noi e il territorio in cui viviamo: la nostra identità.
Canonica, perchè di tutti i Patrioti Antonio Valentini è il più sconosciuto e, forse, il più nobile. Così per Lui, per bilanciare questo velo che tende alla dimenticanza, saremo lì.
Infine alle 18 presso la sede della Società Operaia, fondata il 21 novembre 1861, a Santa Maria, di lato alla porta del secondo cerchio di mura, il luogo più risorgimentale di Todi, in un salone pieno di storia, suggestivo e glorioso, vi sarà la celebrazione finale con lettura di scritti e documenti così attuali da sembrare recenti.
Questa celebrazione impone due riflessioni:
è ora di prendere in considerazione la restituzione della Piazza Grande di Todi a Vittorio Emanuele II. Avrebbe un alto valore simbolico. Il centro cittadino è costituito da Via Mazzini, Corso Cavour e Piazza Garibaldi, era naturale, e rimane naturale, che la Piazza Grande fosse di Vittorio Emanuele come ricorda la lapide sopra i voltoni. Questa affermazione porta alla seconda: se è giusto ed opportuno restituire a Cesare quello che è di Cesare , perchè questo dice la Storia, sarebbe notevole che tale restituzione avvenga con il voto unanime del Consiglio Comunale di Todi proprio perchè il Risorgimento unisce e non divide, perchè sia un momento di coesione per il Paese.
Ne segue che anche le celebrazioni dei 150 anni dovrebbero essere celebrate insieme.Dalla Amministrazione e dalla Opposizione.Per un esempio di cui abbiamo molto bisogno.
Carlo Pirrami

 

9 marzo 2011
L’incerto futuro della Pro Loco massetana.

Le elezioni indette per il 27 febbraio u.s. per il rinnovo del Consiglio Direttivo sono saltate per mancanza di candidati e tesserati 2011, e ciò è la prima volta nella storia dell’Associazione massetana.
Nessuno, proprio nessuno sembra volerne sapere di prendere in mano la gestione.
Ma perché ci si chiederà? E’ presto detto.
La ragione più plausibile, a prescindere dall’impegno che si richiede, è che il sig.presidente uscente , " motu proprio", seguito da 7-8 consiglieri, ha staccato, sottratto dall’ambito della Pro Loco, l’iniziativa più significativa e il pezzo più pregiato che è quello dei "Presepi d’Italia", formalizzando ad hoc una autonoma associazione e annunciando la disponibilità a portare avanti la manifestazione. E così restando di fatto con un piede in ballo all’interno della Pro Loco, condizionandone o quanto meno limitandone in futuro la propria e totale autonomia operativa. Cosa evidentemente non gradita.
Tant’è che le critiche a tale mossa ( o per meglio dire blitz) si sprecano e dietro le critiche il conseguente fallimento del tesseramento e il " no grazie" di coloro che, interpellati, forse, avrebbero potuto continuare la guida della Pro Loco.
E allora come se ne potrebbe uscire da tale situazione ? In pratica non è semplice, ma lo statuto è chiaro: il
ritorno della gestione nelle mani del Sindaco, membro di diritto. Il quale potrebbe commissariare e gestire l’Associazione fino a nuove elezioni.
Non si intravedono, all’orizzonte, oltre questa, altre soluzioni, se non quella, extrema ratio, che l’attuale Presidente e Consiglio direttivo,contrariamente a quanto pubblicamente annunciato non si smentiscano clamorosamente e proseguano, se rieletti, nella gestione, pur di non doversi rassegnare a riconsegnare gli atti al primo cittadino. L’ultima, ma proprio l’ultima cosa sicuramente disposti a fare……..
Edoardo Antonelli

 

8 marzo 2011
Omaggio al Vescovo Scanavino

L’ Elefantino ha riportato nel suo “Foglio” la reazione della comunità Orvietana contro la defenestrazione del Vescovo che l’ha finora guidata insieme a quella Tuderte, in particolare quella del Sindaco Antonio Concina che ha chiesto a Benedetto XVI di restituire ad “Orvieto il suo vescovo”, ritenendolo il “pastore più degno della sua carica e del suo ruolo”, senza entrare nel merito della situazione patologica della situazione e dei rapporti interpersonali diocesani.
A questa corretta e responsabile presa di posizione si contrappone la diffamazione diffusa ed il silenzio codardo delle istanze del piccolo mondo Tuderte, segno evidente che si è ripetuto un fatto che già nel recente passato determinò la fine anticipata dell’ottimo servizio episcopale del Vescovo Fustella ed avviò il processo degenerativo che portò alla fusione dell’antica Diocesi Tudertina con quella Orvietana, avvelenando con personalismi e localismi irresponsabili la vita di questa Chiesa Particolare e frustrando anche l’azione del compianto Vescovo Tuderte Decio Lucio Grandoni.
Avrei voluto tacere ma la diffamazione irresponsabile ed il silenzio assordante nella comunità Tuderte mi impone di riaffermare la mia amicizia e la mia fedeltà al Padre Agostiniano Giovanni Scanavino, un Vescovo illuminato che ha servito con onore ed amato con eroismo cristiano la Diocesi di Orvieto e Todi.
Tutti abbiamo il dovere di ricordarlo “ forever” ed unirci agli Orvietani nell’’appello al Papa perché ci restituisca il nostro Vescovo!
RenatoDomenico Orsini“e Diocesi Tudertina”

 

8 marzo 2011
La tassa Tevere-Nera è un iniquo balzello

che danneggia fortemente le nostre imprese; i territori della provincia di Perugia assoggettati a questa tassa sono unicamente quelli dei comuni di Todi e di Massa Martana.
L’esistenza del Consorzio Tevere Nera, al quale oltre 5.000 cittadini dei Comuni di Todi e Massa Martana, di cui oltre la metà sono imprese, contribuiscono ogni anno con il pagamento di quote contributive in virtù di calcoli catastali, è anacronistica ed assurda.
Sono anni che le nostre aziende, già vessate da un gran numero di imposte, sono assoggettate anche a questa tassa del Consorzio Tevere-Nera, non ricevendone in cambio nessun tipo di beneficio concreto.
Visto e considerato che le attività del Consorzio di bonifica Tevere e Nera non sono altro che quelle inerenti alla tutela idrogeologica del territorio e che tale funzione è finanziata con la fiscalità generale, non si capisce perché in un momento di congiuntura economica così sfavorevole, le aziende del nostro territorio debbano continuare a versare nelle casse di questo ente denari che sarebbero invece utili allo sviluppo della propria attività.
Inoltre gran parte degli interventi effettuati in questi anni sono stati effettuati in altri territori, non tenendo conto delle necessità impellenti della nostra zona, facendo si che questa tassazione, oltre a non aver alcuna ricaduta positiva sul territorio, sia diventata una fastidioso fardello fiscale.
Oggi le aziende faticano a percepire la reale pressione fiscale a cui sono sottoposte, e non hanno certo bisogno di altre inique tasse che sprovvedano di liquidità la propria cassa, e si aspettano semmai dagli enti pubblici investimenti infrastrutturali che potenzino la rete economica.
Intraprenderemo quindi tutte le iniziative possibili al fine di salvaguardare le aziende dei Comuni di Todi e Massa Martana, attivandoci presso le sedi competenti ed organizzando iniziative di sensibilizzazione nel territorio.
E’ giunto il momento di dire basta a questi “carrozzoni amministrativi “ che servono soltanto a collocare esponenti politici trombati o alle soglie della pensione.
Siamo più che mai convinti che la battaglia intrapresa dai vari comitati operanti a livello territoriale sia una battaglia inderogabile e necessaria, e che questa azione sia volta anche ad un colloquio diretto con le imprese ed i cittadini per spiegare le ragioni della civile protesta e le modifiche richieste all’azione di un ente che ormai serve solo a tutelare posizioni di potere e di rendita.
Saremo quindi al fianco di tutte quelle imprese che sin d’ora vorranno manifestare il loro dissenso, organizzando manifestazioni al fine di arrivare alla soppressione o alla rivisitazione dell’Ente di bonifica Tevere-Nera.
Claudio Ranchicchio – Consigliere Comunale PDL Todi
Gianluca Agnetti – Coordinatore Comunale PDL Massa Martana


7 marzo 2011
Ospedale vecchio: parole, parole

Purtroppo mi sembra che ancora una volta ci si avviti su questioni di forma perdendo di vista la sostanza del problema, che poca attinenza ha con "chi convoca chi" ( di relativo interesse per i cittadini) e molta con la necessità di dare risposte ai cittadini stessi.
Tuttavia, ripercorro, solo per amore di verità, e non per sottolineare qualcosa che oramai tutti hanno capito, i passaggi che hanno determinato le iniziative in essere sulla struttura ospedaliera di Porta Romana.
In una prima conferenza dei capigruppo, cui erano presenti i consiglieri Perni, Caprini, Boschi ed Epifani, ho proposto una serie di incontri periodici fra Conferenza dei Capigruppo, Regione, Asl e Comune di Todi sul problema del riutilizzo di Porta Romana. Tale mia proposta è stata accolta da tutti i presenti, senza remore nè prescrizioni particolari, sottolineando, anzi la positività di un confronto su tale importante questione, in aggiunta alle iniziative già prese dai singoli enti. In seguito a ciò ho provveduto tramite missiva ( anticipata via e-mail e via Fax alla Segreteria della Presidente della Regione e alla segreteria del Direttore della Asl ) a chiedere disponibilità a partecipare a tale incontro al fine di concordare una data comune. Relativamente all’incontro con gli ex-amministratori, ho informato di tale iniziativa, ad un successivo incontro, la Conferenza dei Capigruppo, cui erano presenti i consiglieri Epifani, Perni e Boschi. Anche in questo caso non sono state sollevate perplessità rispetto l’iniziativa.
Aggiungo che tale metodologia è stata seguita per un ulteriore iniziativa, condivisa anch’essa dai capigruppo Boschi, Epifani, Caprini e Perni, da programmare con l’assessorato all’urbanistica e rivolta all’intera cittadinanza sul Piano di Valorizzazione Strategica. Personalmente mi rifiuto di considerare posizioni altre rispetto quelle concordate e che nessuno dei presenti agli incontri ha mai palesemente negato. Le difficoltà politiche individuate dal Partito Democratico rispetto la natura delle iniziative sono pertanto interne al quella forza politica, ai rapporti fra consiglieri, Capogruppo e partito e nulla c’entrano con le iniziative legittimamente intraprese da me e dalla Conferenza dei Capigruppo.
Floriano Pizzichini, Presidente Consiglio Comunale Todi

6 marzo 2011
Il centrosinistra di Todi "boccia" l’iniziativa sanitaria di Pizzichini

Le recenti iniziative assunte dal Presidente del Consiglio comunale Pizzichini palesano le difficoltà di una Giunta Ruggiano allo sbando, che arriva all’epocale appuntamento della riorganizzazione della sanità nel tuderte assolutamente impreparata e senza proposte.
Piuttosto che preoccuparsi di far lavorare il Consiglio comunale su questi temi il Presidente Pizzichini convoca le riunioni più disparate senza invitare nemmeno i Consiglieri comunali in carica.
Pizzichini ha convocato per il giorno 8 marzo 2011 una riunione con alcuni ex amministratori di Todi, per parlare della vicenda di Porta Romana. Pur ritenendo importante il contributo di tutti alla discussione intorno alla riqualificazione della struttura del vecchio ospedale non possiamo non evidenziare il carattere strumentale di un incontro a ridosso del tavolo convocato dalla Regione e per di più dopo che per quattro anni l’Amministrazione comunale si è resa latitante.
Auspichiamo che il Presidente del Consiglio, oltre ad organizzare tavoli ed incontri con tutto il resto del mondo, si impegni in egual misura a sollecitare la Giunta comunale a muoversi per garantire una adeguata ricollocazione di un immobile strategico per l’area e per tutta la città.
È sicuramente positivo che la Regione dell’Umbria abbia espresso chiaramente la volontà di intervenire sulla riconversione dell’immobile, che così come per la viabilità del nuovo ospedale, si è trovata a fare i conti con le inadempienze dell’Amministrazione Ruggiano, assumendosi l’onere del coordinamento e di parte delle soluzioni.
Le segreterie politiche di Pd, Psi, Mre, Prc, rilevano ancora una volta l’assoluta inadeguatezza e superficialità della Giunta Ruggiano che per quattro anni ha trascurato i temi centrali per lo sviluppo della città, ed oggi, che sarebbe già tempo di soluzioni, avvia timidamente una fase di proposte tardiva e strumentale.
Carlo Rossini – Segretario Pd Todi
Emidio Costanzi – Segretario PSI Todi
Fabrizio Maria Alvi – Segretario MRE
Andrea Caprini – Segretario PRC

6 marzo 2011
Pd: sull’ospedale Pizzichini ha remato contro come tutto il Pdl

Sulla vicenda di Porta Romana, Pizzichini tenta di riparare ai suoi errori e a quelli della sua coalizione, scaricando sul Pd le contraddizioni di un centrodestra in cui ciascuno si inventa ruoli per emergere, distinguersi e così posizionarsi in vista delle prossime elezioni.
Con serenità rispondiamo che la competizione all’interno del centrodestra non ci interessa. Con altrettanta serenità rivendichiamo la coerenza e la correttezza del Pd su tutte le vicende riguardanti la sanità tuderte: dal nuovo ospedale alla strada di accesso, dall’utilizzo della struttura di Porta Romana al ruolo dell’Amministrazione Comunale di Todi, finora assente o a rimorchio o, peggio, in contrasto con tutti.
Se qualcuno ha la voglia e la bontà di andarsi a rileggere tutti i documenti, gli ordini del giorno, gli interventi pubblici del Pd e del centrosinistra troverà la conferma di quanto asserito.
Noi abbiamo chiesto all’Amministrazione Comunale di inviare alla Regione una manifestazione di interesse per l’uso di parte dell’immobile di Porta Romana con una mozione consiliare respinta dalla destra, Pizzichini compreso. Abbiamo chiesto al Sindaco e alla Giunta di dire chiaramente se e per quali servizi e uffici comunali l’Amministrazione di Todi è interessata all’uso dell’immobile di Porta Romana. Abbiamo più volte manifestato la nostra disponibilità, ma soprattutto la necessità e l’opportunità, di presentarci alla Regione e alla Asl con un documento condiviso da tutto il Consiglio Comunale. Nessuna risposta.
E Pizzichini, piuttosto che preoccuparsi di far lavorare su tutto ciò il Consiglio, i rappresentati del popolo tuderte ed arrivare a conclusioni il più possibile condivise, ha solo remato contro insieme a tutto il Pdl.
Il centrodestra, ad oggi, non ha fatto nulla per Porta Romana: non c’è nessun progetto. È tempo di soluzioni e Ruggiano muove ora i primi passi per le proposte.
Ed è talmente vero tutto questo che Pizzichini, furbescamente, fiutata aria di tempesta a Porta Romana, prova a sostituirsi a Sindaco e Giunta, come fosse un super assessore, convoca riunioni ed istituzioni, senza averne titolo.
Il compito del Presidente del Consiglio può essere solo quello di convocare una Conferenza dei capigruppo, invitare a partecipare il Sindaco o suo delegato, verificare se c’è la volontà di elaborare un documento condiviso, stabilire insieme il percorso e convocare una seduta di Consiglio per deliberare sull’argomento.
Non abbiamo mai chiesto al Presidente del Consiglio Comunale di sostituirsi al Sindaco e alla Giunta nel rapporto con la Regione, non abbiamo mai chiesto a Pizzichini di convocare la Regione e la Asl, al di fuori di Consigli Comunali aperti, non abbiamo mai chiesto a Pizzichini di sovrapporsi al Sindaco e alla Giunta nella convocazione di iniziative di partecipazione con associazioni o singoli.
Tutto il resto è solo confusione di ruoli che non giova alla città.
La Regione, anche con la lettera ultima, non sconfessa quindi il Pd, ma fa notare a Pizzichini che non ha alcun titolo per convocare nessuno, tantomeno la Regione!
Se Pizzichini vuole fare l’assessore ne parli con Ruggiano.
Se preferisce dedicarsi a fare il vice-coordinatore del Pdl in cerca di spazio e palcoscenico mediatico, faccia scelte precise.
Le due cose sono inconciliabili con il ruolo di Presidente del Consiglio e, se solo avesse avuto un minimo senso delle istituzioni, se ne sarebbe già accorto. Ma evidentemente lo acceca la luce dei riflettori, nella politica da avanspettacolo del centrodestra tuderte.
Partito Democratico Todi

5 marzo 2011
L’Umbria al BIT

Le recenti dichiarazioni del Presidente del Consorzio "Umbria in campagna" che ha stigmatizzato la disorganizzazione e l’inefficienza dell’Umbria in occasione della BIT svoltasi a Milano non ci sorprendono. Ci preoccupano. L’Azienda di Promozione Turistica, che ha gestito la spedizione milanese (quanto è costata?), non ha allestito neppure un stand per la degustazione dei nostri prodotti tipici. Padiglioni semivuoti il sabato e la domenica, giorni di massima affluenza dei visitatori. Non ha distribuito neppure un catalogo (ma è stato mai realizzato?) degli agriturismi e delle strutture ricettive della regione. Perfettamente in linea con ciò che è accaduto l’anno scorso dove non vi erano in distribuzione neppure le carte geografiche dell’Umbria. E’ stata "esposta" miss Italia. Pur con il doveroso rispetto, non pensiamo che sia questo un efficace messaggio promozionale per richiamare il turismo. Tuttavia ci piacerebbe sapere cosa pensa in proposito la Presidente della Regione che anche recentemente – intervenendo alla presentazione di un D.L.R. predisposto da Rifondazione Comunista per il sostegno alle donne vittime di violenza – si è scagliata pesantemente contro i mass-media televisivi, pubblici e privati, che nei loro contenitori promuovono la "cultura" della donna oggetto, considerata e valorizzata soltanto in considerazione del suo aspetto fisico. Quella proposta dall’Azienda Turistica Regionale alla BIT di Milano (miss Italia, non il Rettore dell’Università per Stranieri) che tipo di promozione della donna è stata, Presidente Marini? 
Pressapochismo, disorganizzazione, carenza di idee e di proposte. Nulla di diverso c’è da attendersi da questa sinistra che governa la Regione. Nella passata legislatura, al Turismo, risorsa vitale per l’Umbria, non fu destinato neppure uno specifico assessorato. In questa, l’assessorato è stato creato ma è come se non ci fosse. Solo "gite di piacere" a spese della collettività. E’ questa una delle principali motivazioni per cui in Umbria il turismo produce meno del 3% della ricchezza regionale e che le sue strutture alberghiere ed extra alberghiere sono utilizzate per un misero 20%. Ben al di sotto della media nazionale e di altre regioni che non possono certo vantare le bellezze artistiche, monumentali, ambientali che la nostra Regione può offrire. L’Umbria è isolata, carente di collegamenti stradali, espulsa da quelli ferroviari. La Giunta Regionale assiste passivamente, così come "l’opposizione". Non una iniziativa, una efficace protesta, una seria proposta per uscire dall’emarginazione. Il gruppo permanente "Ultimo Treno" ha elaborato un progetto di variante Fossato di Vico – Perugia Aeroporto – Foligno, sulla linea Ancona – Roma, che porterebbe l’Umbria nel cuore dell’Alta Velocità con enormi vantaggi per l’intero sistema ferroviario umbro e per la nostra economia. Senza contare il notevole beneficio per l’aeroporto di S.Egidio – altra risorsa fondamentale per il turismo regionale – che diventerebbe un importante supporto al sistema aeroportuale di Roma. Il Governo Regionale sembra non prendere neppure in considerazione la proposta, quando dovrebbe farla propria e sostenerla con forza e determinazione. Silenzio. Preferisce impegnarsi affinchè nello Statuto Regionale non vengano introdotti riferimenti a S.Francesco e San Benedetto. Con il risultato di privare gli umbri – penalizzati dalla incapacità di chi li rappresenta – di una delle ultime possibilità che loro rimangono per risolvere i problemi di cui soffrono: quella di sapere a che Santo votarsi !
Carla Spagnoli Presidente del Movimento per Perugia

 
5 marzo 2011
Il fotovoltaico sul monte Tezio

Il 3 febbraio, sul Corriere dell’Umbria esce un articolo che parla di impianti fotovoltaici, ma non è
il solito articolo che si occupa degli incentivi si incentivi no, delle novità tecnologiche o della
periodica fiera oltreoceano sulla Green Economy, questa volta l’argomento sono gli impianti
fotovoltaici a “terra”, quelli che ombreggeranno cicoria e radicchio selvatico, magari proprio alle
pendici di un parco naturale.
Nell’articolo in oggetto, l’assessore Pesaresi spiega le ragioni e la bontà dell’impianto,
soffermandosi sulla necessità di andare incontro alle solite normative europee, sull’esigenza di
ridurre le emissioni e sottolineando che, da una parte non si può vietare a un privato di realizzare
tale impianto e dall’altra la totale sicurezza ambientale dello stesso.
Noi non mettiamo in dubbio ne l’una ne l’altra, quello che ci risulta, ancora una volta oscuro ed
incomprensibile è la miopia, se di miopia si tratta, di fronte alla questione . La delibera n.197
del6.12.2010 si fa scudo di un decreto legge,il 387/2003, frutto anch’esso dell’attuale governo, il
quale è praticamente un iniquo lasciapassare a tutti coloro che posseggono un terreno in un qualsiasi
luogo e decidono di farci un parco di pannelli a dispetto del rispetto per il paesaggio e
soprattutto del parere dei Cittadini confinanti e non, a dispetto di ogni processo di partecipazione.
Da una parte la sig. Pesaresi dichiara che il comune “condivide l’iniziativa” dall’altra quasi lo nega
adducendo al “privato” la responsabilità del progetto a cui non lo si può negare per le leggi vigenti.
Quasi a dire che il comune non può impedire ciò che accade. Poco importa se il terreno in questione
è dichiarato territorio agricolo di pregio, poco importano le proteste dei cittadini che non
condividono. Questi nostri governanti comunali non sono così diversi dai tanto odiati berlusconiani!
Che siano in realtà invidiosi? I metodi sono gli stessi. Autoritari, oligarchici, sordi alla
partecipazione e ciò che è peggio demagogici.
Nessuno nega la necessità della produzione di energia pulita, da fonti rinnovabili, ma non
abbiamo bisogno di disboscare o deturpare per questo. Così come non abbiamo bisogno di
costruire un inceneritore per avere energia pulita.
Coprire i tetti e ombreggiare i parcheggi delle strutture pubbliche, come gli uffici comunali e le
scuole, utilizzare le zone industriali, già abbondantemente cablate e antropizzate per piazzare gli
impianti, di questo non si sente parlare, solo consumo di territorio e cemento, per sentire parlare di
agricoltura e turismo bisogna prendere un aereo e andarsene in Australia. Ecco cos’è demagogia,
quella vera, di questi signori del potere : fanno leva sui desideri vicini alla gente (ambiente pulito)
per accaparrarsene il consenso mentre li stanno tradendo e derubando! Un regime politico che
poggia su tale pratica è la degenerazione della democrazia!

MoVimento 5 Stelle Perugia
 

4 marzo 2011
Impianto di cogenerazione da biomasse a Fratta Todina 

In questi giorni la comunità di Fratta Todina dimostra una notevole inquietudine per la decisione che l’Amministrazione Comunale dovrà assumere in merito all’autorizzazione o meno per la realizzazione di un impianto di cogenerazione da biomasse a combustibile oleaginoso da realizzarsi presso la zona industriale del capoluogo. Come Consigliere comunale, ma soprattutto  come semplice cittadino, ritengo che i nostri amministratori non possano prendere una decisione così  importante per lo sviluppo futuro della nostra comunità eludendo totalmente l’esigenza dei cittadini di essere informati e ledendo totalmente il loro diritto alla partecipazione e alla condivisione.
La presenza di una fase partecipativa rivolta a tutta la cittadinanza, in cui discutere l’opportunità o meno di inserire la struttura in oggetto nel nostro territorio comunale, è fondamentale per garantire democrazia, trasparenza e informazione ai cittadini.
Considerato per di più che già è stata attivata una raccolta firme contro l’impianto in questione, sarebbe doveroso che l’Amministrazione si adoperasse per garantire il diritto all’informazione della comunità, arginando così il rischio che sull’onda emotiva  e sulla sensibilità delle persone verso l’ambiente, la salute e la qualità della vita  si compiano facili strumentalizzazioni politiche. Per questa ragione chiedo con forza al Sindaco Pintori di provvedere all’organizzazione di un tavolo di confronto, aperto a tutta la cittadinanza, convocando la ditta proponente , i progettisti , i tecnici dell’Arpa e del Comune in maniera tale da mettere la popolazione nella condizione di poter formulare agli esperti le proprie eventuali perplessità  e di prendere coscienza delle eventuali implicazioni, siano esse positive o negative, per potersi così pronunciare nel merito avendone preso coscienza. Invito pertanto tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione, a sostenere l’opportunità di questo incontro, al fine di consentire la possibilità di un dibattitto completo e costruttivo nell’interesse di Fratta Todina e dei suoi cittadini.
Cinzia Moriconi

4 marzo 2011
Ospedale vecchio. Lettera aperta al Presidente del Consiglio Comunale di Todi

Egregio Presidente, ho ricevuto la Sua lettera d’invito all’incontro programmato per l’ 8 marzo p.v.. Incontro finalizzato ad ascoltare contributi, idee e proposte che alcune persone,per i propri trascorsi, potevano dare per la soluzione di un problema come quello del riutilizzo dell’attuale struttura ospedaliera. La ringrazio per l’apprezzamento accordatomi che sembrava essere condiviso anche dai capigruppo del Consiglio Comunale. Perciò ringrazio anche loro.

Sinceramente avevo deciso di partecipare ed anche con impegno e soddisfazione. La sola idea di poter dare un piccolo contributo a tale complesso tema per " evitare il declino" di un’altra parte della città, mi aveva fornito lo stimolo necessario per partecipare attivamente a tale confronto. Non le nascondo di aver dedicato al problema già qualche utile riflessione che avrei volentieri sottoposto alla valutazione degli organi istituzionali per le successive decisioni che andranno ad assumere.
Ma gli avvenimenti ,seguiti anche dalle polemiche di questi giorni mi hanno portato a rivedere questa mia disponibilità. Mi pare, infatti, di capire che dopo la nota degli uffici del Presidente della Giunta Regionale, seguita da posizioni che si " sforzano" per rendere compatibile ciò che nei fatti non lo è; sia più utile alla discussione declinare,seppur con rammarico, l’invito pervenutomi. Solo per non alimentare ulteriori polemiche.
Le posizioni di questi ultimi giorni hanno trasformato il problema da una questione di merito( soluzione dei problemi) ad una di metodo che poggia solo sulla"sulla proprietà dell’immobile" che di conseguenza porta alla titolarità "esclusiva "del soggetto proprietario rispetto alle decisioni da assumere.
Ad un diverso mutare dell’attuale condizione che mi pare lasciare spazio solo all’esercizio della "opzione di acquisto" della struttura ,(questione meramente giuridica ed economico-finanziaria, almeno nei termini in cui è stata posta), credo si possa riprendere un cammino di partecipazione e confronto che rimane, a mio giudizio, l’unica strada da percorrere. Colgo comunque l’occasione per ringraziare anche l’amico Ranieri e l’amico Andreucci che mi avevano stimolato sull’argomento, anche se il mio iniziale" non ho proposte da fare" relativamente al problema in questione, era determinato dal " presagire" la piega che poi ha effettivamente preso.Con Cordialità.
Ottavio Nulli Pero
4 marzo 2011
Vi e’ mai capitato di….
avere un vicino di casa  che gode dei dispiaceri tuoi? A tal punto che ti fa i dispetti piu’ disparati per arrecarti disturbo? Costui e’ un bel figuro….Sempre arcigno e sgarbato.  Qualche mattina, invece, e’ sorridente perche’ e’ riuscito a portare a segno un dispetto. Me lo immagino davanti allo specchio tutto soddisfatto dire tra se e se: “Oh, come sono contento che sono riuscito a far del male al mio vicino!”. Oppure: “Come sono felice di avere dato un dispiacere a mio ……!”.
Individui del genere ce ne stanno, purtroppo, e a me e’ capitato di incontrarne uno. Ma chissa’ a quanti di voi!
Questi individui vivono dei dispetti fatti agli altri, percio’ il loro modo di essere non cambia mai. Sono capaci di comportarsi cosi’ per tutta la loro vita, senza ravvedersi mai. 
Si dice sia colpa dell’invidia, che si manifesta come una malattia ma non lo e’. Ma, allora, cos’e’ l’invidia?
Mi sono documentata ed ho raccolto qui’ di seguito alcune definizioni di autori diversi, che mi sembrano calzanti:
L’invidioso mi loda senza saperlo.
Gibran, Kahalil Aforismi (sabbia e spuma), Newton Compton, 1993, p. 83.
L’invidioso non muore mai una volta sola, ma tante volte quanto l’invidiato vive salutato dal plauso della gente. Gracián, Baltasar Oracolo manuale e arte di prudenza. [Roncoroni]
Il segno più sicuro che si è nati con grandi qualità è l’essere nati senza invidia.
La Rochefoucauld, François de Massime, Rizzoli, Milano, 1992, p. 110.
L’invidia è un sentimento che divora chi lo nutre.
Morandotti, Alessandro Le minime di Morandotti (2), Scheiwiller, Milano, 1980, p. 66.
Ci si vanta spesso delle passioni, anche delle più criminose; ma l’invidia è una passione timida e vergognosa che non si osa mai confessare.
La Rochefoucauld, François de Massime, Rizzoli, Milano, 1992, p. 42.
Difatti, di solito, gli invidiosi si nascondono dietro altri e ricorrono alla menzogna, persino a quella piu’ evidente, pur di non apparire in prima persona. Si possono di certo annoverare nella categoria dei “vigliacchi”.
L’invidia è un vizio grave, anzi gravissimo, perchè è la negazione assoluta della carità verso  il prossimo, com’è proposta dalla legge di Dio: amare il prossimo come se stessi. “Da questo conosceranno che siete miei discepoli, se vi amerete gli uni gli altri”. Vi immaginate questo fondamentale criterio distintivo del vero cristiano applicato all’invidioso? 
Ma c’e’ chi ha trovato un rimedio all’invidia!
Ci si può liberare dall’invidia gustando le gioie che si trovano sul proprio cammino, svolgendo il lavoro che si deve svolgere, ed evitando di fare confronti con coloro che reputiamo, forse erroneamente, molto più fortunati di noi.
G. di Torrenera
 

4 marzo 2011
Antonio Serafini risponde sul "caso Collevalenza"

Caro amico Emanuele,
Non è mia intenzione voler  inasprire una polemica che, a mio modo di vedere, non ha alcun modo di esistere, ma, se me lo consenti, vorrei fare chiarezza su alcune tue affermazioni. Non che io debba o voglia prendere le difese del nostro Parroco Padre Quinto o dell’amico Alessandro Trappolini; sono persone che, per tutte le cose che hanno fatto e che stanno facendo per il bene del paese, godono della mia stima ed ammirazione personale ma che non hanno certo bisogno di un avvocato difensore.
Dal momento però che esponi cose non esatte spero che mi darai la possibilità di correggerti. In verità esiste una delibera di Giunta dell’aprile 2007 (ricordo che le elezioni comunali si svolsero nel maggio 2007) con la quale la precedente Amministrazione diede un atto di indirizzo per la devoluzione di un contributo straordinario di 50.000,00 € a favore della Parrocchia di Collevalenza per l’area verde Speranza dei Giovani (e non per l’area verde paesana), subordinando il contributo stesso alle disponibilità di bilancio. Questa piccola ma significativa dicitura ovvero “in base alle disponibilità di bilancio” evidenzia che tale importo non era per nulla iscritto o previsto da alcun capitolo del bilancio approvato dalla precedente Giunta.
L’erogazione del contributo, e stavolta con tanto di capitolo, attiene invece al bilancio 2008. Premesso che i soldi pubblici non sono di sinistra o di destra ma derivano dalle tasse e dai tributi di tutti i cittadini, possiamo quindi dire che la precedente Giunta (in piena campagna elettorale) ha promesso il contributo senza indicare con quali risorse lo si dovesse finanziare e la Giunta attuale (un anno dopo e “a bocce ferme”) ha trovato le risorse necessarie a finanziarlo e ad erogarlo.
La tua polemica riguardante la realizzazione del nuovo oratorio poi, se me lo consenti, mi appare quanto meno sterile. Il fatto che la Parrocchia, dopo il nulla osta del proprio Consiglio Pastorale e della Curia (che sono gli organismi i quali possono prendere le decisioni  per così dire “politiche” di una parrocchia), si faccia garante per l’acquisizione di un mutuo per la realizzazione di un oratorio è quanto di più normale possa esistere. L’ammortamento del mutuo sarà assicurato dai proventi che deriveranno dalla festa del Castello organizzata con le fatiche e gli sforzi dei soci del tanto millantato Circolo ANSPI. E tutto questo senza che nessuno abbia mai parlato di delocalizzazione della Chiesa di San Giovanni Battista e soprattutto senza che nessuno possa mai pensare che il problema dello “spopolamento del centro storico” di Collevalenza possa essere risolto dalla presenza di 10-20 ragazzi che per due ore a settimana vi si recano per il Catechismo.
In ultimo, caro Emanuele, proprio per la tua storia di famoso speaker e simpaticissimo animatore delle Feste del Paese di tanti anni fa, ti ringrazio per avermi divertito con la tua affermazione con la quale declami di contribuire alle attività di Collevalenza con il fatto di partecipare assieme alla tua famiglia alle serate gastronomiche pagando il conto della cena a fine serata…..
Per le affermazioni dell’amico Oliviero Bocchini non ho risposte. Il successo delle manifestazioni che Oliviero organizza è nulla se confrontato con quelle piccole stupidaggini come la Festa del Castello, la Sacra Rappresentazione in Costume della Via Crucis, la Festa dell’Animella, le Europalombiadi, la Festa dello Sviluppo Sostenibile, la Passeggiata Equestre dei 6 Castelli, i campi estivi ecc. che le associazioni (ANSPI, ACLI, Ass. Cavalieri dei 6 Castelli, Contea del Terzo Millennio) organizzano a Collevalenza.
L’unica cosa sulla quale invito Oliviero a documentarsi è sulla struttura degli oratori i quali, sebbene sia assolutamente vero che nascono a partire dalla metà del 1800 quasi sempre in adiacenza alle chiese parrocchiali, da tempo hanno trovato collocazioni anche diverse ed in particolare in aree ove sia possibile tecnicamente realizzare impianti sportivi, locali di aggregazione e aree giochi all’aperto. Considerato che gli oratori sono strutture parrocchiali sviluppatesi soprattutto nel settentrione e ovunque sostenute politicamente nella loro diffusione dalle numerose Giunte comunali leghiste del Nord, l’unica cosa che mi piacerebbe  conoscere dall’amico Bocchini è se le critiche addotte su una Comunità parrocchiale che vuole realizzare un oratorio sono prettamente personali o dettate dalle linee guida del suo partito.
Antonio Serafini, cittadino di Collevalenza

3 marzo 2011
Oratorio di Collevalenza: le repliche finali

1° – La risposta non si è fatta attendere, con tutta la sua acredine tirando in ballo questioni personali che nulla hanno a che vedere con la questione.  Ma forse abbiamo colto nel segno ed allora corre l’obbligo di  dare una giustificazione al proprio operato. Non voglio tornare sull’argomento area verde si, area verde no.
Al Presidente del Circolo ANSPI, che si spertica nel fare presente che non esiste delibera della Giunta Marini in merito ai 50.000 euro che poi sono stati deliberati dalla Giunta Ruggiano per l’Area in Loc. Paradiso, vorrei ricordare, che se nelle poste del bilancio comunale non fosse stata prevista questa somma dalla Giunta Marini, la Giunta Ruggiano poco avrebbe potuto deliberare. Inoltre vorrei ricordare al Presidente dell’ANSPI di Collevalenza che cita una mia mancata collaborazione alle attività del paese negli ultimi trenta anni, che fa male i conti.
E’ un ignorante, nel senso che ignora,  poiché lui non era ancora neanche in fasce, che il sottoscritto è stato uno dei primi organizzatori delle feste del Paese ed animatore delle attività della parrocchia da quando avevo l’età della ragione. Ora ne ho 55 di anni. E quando non potendo più partecipare all’organizzazione per motivi di lavoro, per dare comunque un contributo, sono stato sempre presente io, la mia famiglia ed ospiti – pagando – alle cene organizzate durante i festeggiamenti. Un cenno per quanto riguarda i ricavi dall’attività della Festa nel Castello. Non mi sono mai sognato di contestare alcunché, anzi plaudo alle iniziative ed alle destinazioni dei fondi stessi.
Ma tutto questo non centra alcunché sul fatto che la Parrocchia voglia accendere un mutuo per la realizzazione di un Oratorio nell’area verde Voc. Paradiso. Vorrei inoltre tornare sul concetto di circolo privato. Quando si parla di “circolo”, la norma legislativa è inequivocabile – si tratta di “privato”-. Se poi il Presidente onorario è il Parroco, nulla ha a che vedere sulla funzione di reggente della Parrocchia di Collevalenza con obblighi e doveri che ne conseguono. I locali parrocchiali non sono idonei? Ma ci sono da sempre stati, tutti noi la abbiamo frequentati, perché accendere un mutuo per costruire altrove ed non invece sistemare l’esistente che darebbe un valore aggiunto al Paese. In questo modo si valorizzerebbe l’intero complesso parrocchiale che altrimenti subirebbe un ulteriore degrado ed andrebbe a perdere quella funzione di centralità per i fedeli e le Parrocchie limitrofe. Se andremo avanti di questo passo, forse anche la chiesa di S. Giovanni Battista è di troppo. Questo è il punto.
Emanuele Storti
 
2° – Chi scrive ha 64 anni, dall’età di 15 anni è impegnato nel sociale e fa politica solo ed esclusivamente per passione e nell’interesse della collettività, non ha mai ambito a poltrone, ha cercato di dare sempre il meglio di sè, sbagliando anche, (solo chi non fa o fa poco può non sbagliare) senza chiedere nulla, se non quella ed esclusivamente quella di poter esprimere la propria opinione, senza doppi giochi e secondi fini.
Politicamente sono stato sempre nella stessa  sponda (centrodestra), l’ultima tessera prima di iscrivermi alla Lega Nord è stata quella di Forza Italia; non  sono mai entrato nel PDL, pur essendo un ultra sostenitore di Berlusconi, perchè nauseato di un modo di far politica, dove la partecipazione democratica è sostituita di un sistema oligarchico dove 3-4-5 persone decidono per tutti. E se poi, uno si trova in dissenso con questi, viene denigrato e se, possibile, messo alla porta.
Il presidente del circolo Anspi di Collevalenza, per quanto e come scritto nella sua nota di replica, dimostra, almeno sembra, di avere lo stesso comportamento dei sopra citati 3-4-5 oligarchi di partito.
A me non serve publicità gratuita, la tanta pubblicità conquistata è documentata dai fatti (Club della Palomba, Zefiro, le tanti rievocazioni folcloristiche (trebbiatura, scartocciatura, sega la vecchia, festa del porchetto, sagra della palomba alla ghiotta, ecc) di cui tanta stampa e televisoni per anni hanno parlato.
Cecanibbi se oggi è conosciuto non solo in Umbria ma a livello nazionale ed europeo è per le tante iniziative promosse dal sottoscritto come presidente del Circolo di Cecanibbi e segretario del Club della Palomba.
Quando altrettanta pubblicità a Collevalenza sarà fatta per l’attività del circolo Anspi da lei presieduto, allora potremmo parlare alla pari.
Certo che il paese di Collevalenza, se non ci fosse stato il complesso dell’Istituto Amore Misericordioso e con la sola attività del circolo Anspi, nonostante abbia 10-12 volte gli abitanti di Cecanibbi, non so se sarebbe altrettanto conosciuto.
La prossima volta prima di scrivere su persone che non conosce, abbia, sig. Trappolini, la bontà e la precauzione di scegliere meglio i suoi informatori.
Ultimissima considerazione in merito al progetto di un oratorio a Collevalenza.
Innanzitutto conosco a sufficienza Collevalenza ed il suo territorio topografico e sono fortemente convinto che un paese di periferia per mantenere la sua identità non può permettersi il lusso di disperdere in più luoghi le poche attività sociali esistenti. In particolare la parola stessa "oratorio" si spiega da sola: trattasi di luoghi di incontro e di vita comunitaria vicino ad una chiesa, cioè ad un luogo di preghiera. Pertanto se il progetto prevede la costruzione di un locale distante oltre un chilometro dalla chiesa, che oratorio è?
In ogni caso, la mia considerazione è stata dettata da un sacrosanto principio basilare della Lega: quello di  lasciare la più ampia ed autonoma decisione democratica alla popolazione ad ogni livello.
Pertanto se il progetto dell’oratorio fosse stato illustrato e discusso in  una vera e partecipata assemblea degli abitanti di Collevalenza, dove ognuno e quindi anche Emanuele Storti avrebbe avuto la possibilità di dire la sua e se alla fine la maggioranza dei partecipanti decideva per l’una o l’altra ipotesi, ogni successiva polemica non avrebbe avuto ragione di esistere. QUESTA E’ DEMOCRAZIA, almeno per chi scrive.
Scusandomi per la lunghezza , ma è quanto il senso civico dello scrivente richiedeva.
Oliviero Bocchini. Portavoce del G.O.T. Lega Nord Todi
 
 

3 marzo 2011
La risposta dei cinghialisti a "caccia giusta"

Noi cinghialisti non possiamo non rispondere con fermezza e sdegno a chi si erge paladino di nobili cause che nel predicare vuol raccoglie proseliti ed ammirazione (sino a quando non si conosce…) ma “si smarrisce” nel mettere in pratica la caccia giusta, onesta, rispettosa ecc. ecc.. come nel caso dell’apertura del 19 settembre 2010 che due cacciatori (?) uccidono quattro lepri!
Notiamo che il modo dello scrivere è diverso dai precedenti, ma la sostanza è rimasta la stessa.
Rispondendo in ordine a quanto scritto da coloro  che sono i fautori della cacciagiusta agli errori commessi dal legislatore nello stilare il R.R. 11 agosto 1988. n. 29 e successive modifiche e/o integrazioni in cui veniva finalmente regolamentata la caccia al cinghiale in battuta precisiamo quanto segue.
Avendo riscontrato che il numero di coloro che esercitavano la caccia al cinghiale in battuta andava a crescere a dismisura, e vista la complessità della questione e di conseguenza anche la pericolosità di questo tipo di attività venatoria, si è cercato in primo luogo di mettere in sicurezza chi la esercitava chi stava nelle immediate vicinanze  ed avvisare tutti gli altri fruitori dei boschi.
A tale proposito già altre Regioni si erano espresse in tal senso.
Noi cinghialisti sapevamo che c’erano dei “paletti”, delle restrizioni nell’esercitare la nostra forma di caccia ma abbiamo aderito da subito a questa innovazione: che la specie cinghiale in Umbria si doveva cacciare in forma collettiva (squadra) ed in forma singola salvaguardando tutti!
Per forma singola significa per chi ancora non l’ha capito una persona sola, utilizzando anche degli ausiliari ed indossando il gilè ad alta visibilità (recenti proposte associazioni venatorie per ulteriori modifiche al R.R.) segnando sull’apposito tesserino venatorio il tipo di caccia praticato con l’utilizzo di cartucce a palla singola e fascette ATC.
A quanto ci risulta l’Associazione Terre di confini sostiene a gran voce l’impiego di girate (gruppuscoli di individui che in contrasto con le squadre a cui appartenevano dovrebbero comportarsi come cani sciolti…) ed altre forme pur di invalidare l’utilizzo delle squadre.
Si rende conto dell’assurdità di tali proposte? Dovremmo dotare, a chi si reca nei boschi o in zone limitrofe, per esercitare le altre attività non inerenti alla caccia, di giacchetti e caschi antiproiettile, perché se tutti potessero esercitare liberamente la caccia al cinghiale, tale attività diverrebbe  una guerra altamente pericolosa.
Abbiamo invece un presentimento, che Lei come il premier vorrebbe fare quello che più gli aggrada e farlo solo Lei .
Vorremmo fare a questo punto una pacata riflessione, che colpe abbiamo noi (come recitava una famosa canzoncina) cinghialisti se le altre forme di caccia sono in appannaggio per mancanza di habitat o di specie (lepri, fagiani, colombacci, starne …) mentre la specie cinghiale tende a proliferare perché aumentano gli incolti, resiste bene agli agenti inquinanti, e non avendo predatori naturali (oltre all’uomo) si moltiplica anche a dismisura; non sarà il caso allora di collaborare tutti insieme per un vero progetto che riguardi tutti i cacciatori e la caccia equiparandola sul modello europeo?
La esortiamo vivamente, perché  anche Lei andando a caccia si considererà cacciatore, da non fomentare ulteriore odio e seminare altra zizzania perché il tutto va a ricadere sulla nostra categoria, apra gli occhi e dia una sbirciatina nel mondo degli anticaccia, questi si stanno organizzando per poter indire un altro referendum… e Lei sta dando loro una mano per vincerlo, si batta il petto perché anche Lei razzola male…
Prendendo un’ulteriore spunto ed esempio del famoso e celeberrimo “Cacciatore” Garibaldi che disse: abbiamo unificato l’Italia ora dobbiamo fare gli italiani; sono passati 150 anni e non ci siamo ancora riusciti, non crede che il suo comportamento irresponsabile e disfattista nuoce all’intera categoria?
Dissentiamo da Lei sulla casta venatoria umbra sulle associazioni e sui politici che ci rappresentano perché attualmente chi sta veramente dalla nostra porte sono in pochi e per lo più titubanti… per cui un caloroso ringraziamento lo vogliamo fare anche attraverso le pagine di questo quotidiano a chi ci rappresenta e porta avanti le nostre idee e ci riferiamo al carissimo “paesano” che non ha esitato di farsi sbranare (venatorialmente parlando) presentandosi da solo in uno studio televisivo preparato ad hoc a difendere l’intero mondo venatorio mentre tutti gli altri erano contro (come  lo fa anche Lei) avendo addestrato anche un cane che quando parlava quest’ultimo il  ministro diceva che anche Fido era contrario a quello che da un punto di vista scientifico e tecnico asseriva il vice presidente nazionale della Federcaccia.
Le vogliamo riconoscere un piccolo merito a proposito della caccia all’estero e specialmente in Europa perché è un vero scempio, ma non si è accorto che noi europei non siamo tutti uguali? E quindi perchè noi cacciatori dovremmo esserlo, c’è chi esercita la caccia al cinghiale, chi alla migratoria e chi alla lepre E si ricordi caro Dottore che noi le sue provocazioni le rifiutiamo ed andiamo avanti (sembra di essere ad un gioco televisivo) ed ogni qualvolta uscirà con un suo scritto ce ne saranno uno, mille, dodicimila (coloro che praticano la caccia al cinghiale in Umbria?) che la contrasteranno. In bocca al lupo.
Comitato cinghialisti Todi Distretti D5 – D6
 

2 marzo 2011
Ospedale vecchio di Todi, accantoniamo le polemiche

Nessuno ha sconfessato nessuno sulla questione della convocazione al tavolo di confronto sulle sorti dell’ospedale di Porta Romana, al contrario di quanto affermato in questi giorni dal Presidente Pizzichini e dalla destra. In Conferenza dei capigruppo il Presidente del Consiglio comunale ha espresso la sua volontà di convocare un tavolo di confronto, volontà che mi trova d’accordo nell’intenzione di discutere insieme della questione.
Non è stato condiviso insieme il testo della lettera inviata che, per come era stata scritta, poteva dare adito a interpretazioni diverse e fuorvianti.
Personalmente non ho però ritenuto importante mettere in evidenza pubblicamente questi problemi, per evitare di generare polemiche.
La nota inviata dalla Regione non mi sembra che cozzi in alcun modo con la volontà, che riaffermo come capogruppo, di iniziare un percorso di discussione e confronto sulle proposte che come città vogliamo mettere in campo, viste le sollecitazioni che da più parti nel nostro Comune sono venute. Ognuno, a questo tavolo comunale, porterà il proprio punto di vista anche su chi invitare e su come strutturare questo percorso, a partire dalla ultima proposta del Presidente Pizzichini –di cui si è semplicemente preso atto in conferenza dei capigruppo come una delle diverse ipotesi di lavoro – di coinvolgere gli ex-amministratori degli ultimi dieci anni.
Ritengo che sarebbe stato meglio approfondire modi e tempi di questo coinvolgimento insieme, in modo che ognuno avrebbe potuto avanzare le proprie idee sulla questione, mentre invece mi accorgo ora che è stata decisa arbitrariamente una data d’incontro, molto a breve e senza un ulteriore passaggio.
Comunque, lo stesso comunicato a firma del Partito Democratico mi sembra che abbia riconosciuto questo spirito di partecipazione e di condivisione del percorso: credo che si possa dire con tranquillità che il Pd è stato il primo a porre sul tavolo il problema della struttura di Porta Romana, che ha proposto soluzioni e sollecitato tavoli comunali di confronto.
Rimango inoltre convinta che questo tema debba essere condiviso da tutta la città, tutti insieme. Accantoniamo le polemiche, questo è l’unico appello che mi sento di fare.
Romina Perni Capogruppo del Pd
 

1 marzo 2011
Adesso le banche vogliono soldi anche per ridarti i tuoi

Continua la settimana nera degli utenti-bancari. Sabato scorso è passato in aula (Milleproroghe) un ordine del giorno sull’anatocismo, in base al quale il Governo dovrà "valutare l’opportunità di intervenire in tempi rapidi con eventuali interventi normativi a tutela degli interessi legittimi dei cittadini negli eventuali contenziosi con gli istituti bancari", una norma chiaramente salva-banche. Oggi esplode la tassa sul contante per i prelievi in filiale, già applicata da alcuni istituti bancari. E’ chiaramente un balzello che grava e graverà sulle tasche di una fetta di popolazione in difficoltà, anziani, immigrati, cittadini a basso reddito che non hanno un conto-corrente online o carte elettroniche. Poter disporre dei propri soldi, rischia di rendere ancora più fragile un rapporto di fiducia già critico, quello tra cittadini e banche.
Siamo favorevoli ad una diminuzione del contante, ed un maggiore utilizzo delle carte di pagamento, ma non è questa di certo la via migliore.
Al contrario, andrebbero incentivati sconti sui canoni delle carte di pagamento elettroniche per i clienti, oppure la riduzione delle commissioni per i negozianti. Così come si potrebbe applicare anche ai piccoli esercenti la struttura tariffaria riservata alla grande distribuzione: diminuzione graduale delle commissioni (che arrivano al 4%), al raggiungimento annuale di determinati volumi di pagamento.
Accanto a tutto questo, è necessario che si intervenga contemporaneamente sulle conoscenze, permettendo ai cittadini di migliorare la propria cultura finanziaria, sia per disincentivare l’uso del contante, che per un accesso più consapevole agli strumenti finanziari.
Cittadinanzattiva onlus – sede nazionale
 

1 marzo 2011
Oratorio di Collevanza, l’Anspi al contrattacco

Senza alcuno spirito polemico e nel massimo rispetto delle opinioni altrui, non possiamo esimerci dal replicare alle sviste del sig. Emanuele Storti in merito al progetto di realizzazione del nuovo oratorio di Collevalenza. Non crediamo che le inesattezze declamate dal sig. Storti siano dettate dalla malafede, ma siamo sicuri che esse siano il frutto dei pensieri di una persona che, sebbene si firmi “abitante di Collevalenza paese e parrocchiano”, non ci ha mai dato la possibilità di vederlo impegnato nella partecipazione e tanto meno nella organizzazione di quelle che lui stesso definisce “Quelle poche attività – feste, giochi, attività culturali – che nell’Area Verde venivano realizzate “. Il fatto di non aver mai collaborato fattivamente ad alcuna iniziativa fatta a Collevalenza e per Collevalenza negli ultimi trent’anni a questa parte, lo ha forse allontanato dalla attuale realtà della casa parrocchiale non conoscendone il suo stato manutentivo e neanche ciò che vi si svolge e soprattutto non vi si svolge più. Quasi tutte le classi del catechismo, infatti, vengono organizzate ormai da tempo presso la chiesa della Madonna delle Grazie, il Teatrino dell’Amore Misericordioso e nella sacrestia (e non nella casa parrocchiale) della chiesa di San Giovanni Battista per motivi di sicurezza. Ne è dimostrazione il fatto che all’inizio di quest’anno catechistico, il parroco aveva espresso l’intenzione di chiedere al Comune l’utilizzo della scuola elementare per ovviare ai problemi della casa parrocchiale. In merito al circolo ANSPI, chiediamo al sig. Storti di informarsi meglio prima di definirlo “organizzazione privata” e all’uopo lo invitiamo a studiarne lo statuto in modo da conoscerne le finalità e scoprire infine che il Presidente onorario del Circolo è proprio quel Parroco che nella sua lettera ha avuto modo così aspramente di criticare.
Una piccola ma sostanziale annotazione va fatta in merito allo sproposito espresso dal sig. Storti secondo il quale se “una associazione utilizza soldi pubblici per tutte le proprie iniziative ci si dovrebbe fare molta attenzione”.
Ebbene sig. Storti, i 50.000,00 € a cui Lei si riferisce sono stati devoluti alla Parrocchia di Collevalenza dalla Giunta Ruggiano e successivamente investiti e rendicontati al Comune di Todi per la realizzazione di quelle strutture sportive ed aggregative di cui Collevalenza aveva bisogno da decenni e che erano state sempre promesse e mai realizzate. Ci piace sottolineare che la devoluzione del predetto capitale è stata regolata da una apposita convenzione Comune-Parrocchia con la quale si garantisce l’uso pubblico dell’intera area verde. La Festa del Castello e tutto quello che il circolo ANSPI realizza ed organizza in proprio, invece, è il frutto delle risorse economiche e delle fatiche dei soci e di tante persone di buona volontà di Collevalenza e dintorni (e ringraziando Dio ce ne sono molte); i proventi di queste iniziative, se ben ricorda, sono state sempre investite per la frazione, dal rifacimento del tetto della nostra chiesa alla parziale manutenzione della casa parrocchiale e della sacrestia. Un’associazione privata poteva anche decidere di spendere i soldi guadagnati con le attività svolte in maniera diversa e invece il circolo ANSPI ha sempre cercato di operare per il bene della frazione, di comune accordo con il Parroco e con i tanti parrocchiani che hanno sempre collaborato condividendo gli obiettivi che via via ci siamo posti.
In ultimo non risulta alcun atto amministrativo con il quale la Giunta Marini avesse mai decretato un investimento di 50.000,00 € per il parco pubblico del Paese. Se Lei avrà modo di darci il numero della delibera comunale o di consiglio a cui Lei con tanta sicurezza si riferisce saremo i primi a chiederLe scusa. Ma siamo già certi che di tale atto non ve ne è alcuna traccia.
In ultimo vorremmo rispondere anche all’illuminato signor Bocchini che irrompe nella discussione senza nemmeno conoscere di cosa si parla, consigliandogli di scegliersi meglio gli argomenti su cui intervenire. Vorremmo rispondere anche a lui ma le motivazioni addotte sono scritte in politichese e noi del Circolo questa lingua non riusciamo a comprenderla.
Alessandro Trappolini Presidente Circolo ANSPI Collevalenza

 

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