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Dopo i dubbi sugli organismi del mondo vegetale geneticamente modificati, nuove scoperte anche sui rischi delle modificazioni artificialmente indotte nelle cellule animali 
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Ips e ogm sono due acronimi su cui molti puntano molto per migliorare la vita sulla Terra.
Le Cellule staminali pluripotenti indotte, abbreviate comunemente in iPS o iPSCs (dall’inglese Induced Pluripotent Stem Cells) sono un tipo di cellule staminali pluripotenti, derivate artificialmente da una cellula non-pluripotente, tipicamente una cellula somatica adulta.
Un organismo geneticamente modificato (OGM) è un essere vivente che possiede un patrimonio genetico modificato tramite tecniche di ingegneria genetica, che consentono l’aggiunta, l’eliminazione o la modifica di elementi genici.
In entrambi i casi, quindi, si interviene artificialmente su delle cellule, sostenendo in un caso che si tratta di aumentare la produzione di cibo e dall’altro che si tratta di trovare terapie per le più svariate malattie.
Di conseguenza dietro ad entrambi i metodi i sono interessi potentissimi che minimizzano i problemi.

Il dibattito sulla pericolosità degli ogm è essenzialmente incentrato sulla possibile distruzione della biodiversità, sull’insorgere di resistenze alle tecniche colturali e su motivi economici, ma nel cittadino comune è forte la resistenza ad introdurre, col cibo, tali organismi sul proprio corpo, temendone effetti sconosciuti.
Un timore che potrebbe venire amplificato da recenti ricerche mediche sugli effetti della manipolazione delle cellule staminali umane che avviene con meccanismi analoghi a quelli usati nel mondo vegetale.

Ottenute nel 2006 nell’universita’ giapponese di Kyoto, le Ips sono ottenute facendo viaggiare nel tempo le cellule adulte grazie a un cocktail di quattro geni. Sono cellule che perdono un’identita’ per acquistarne un’altra, ma adesso si sa che questo passaggio non e’ privo di effetti collaterali.

Secondo una ricerca coordinata da Pier Giuseppe Pelicci, dell’Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) e da Thanos Halazonetis, dell’universita’ di Ginevra, le cellule staminali ottenute riprogrammando cellule adulte sono geneticamente instabili, al punto che possono generare tumori. “Cellule cosi’ promettenti per la terapia accumulano mutazioni genetiche’, ha detto uno degli autori dello studio, Stefano Casola, dell’Ifom”.
Già qualche dubbio in proposito era stato espresso dal mondo scientifico
 

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