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Ogni Comune deve istituire una via "fittizia" per poter dare domicilio ai clochard, ma in dieci anni non c'è nessuno che ne ha usufruito
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Nella città di Todi non ci sono senza tetto. Formalmente neanche uno. Ogni comune deve infatti istituire una via “fittizia”, che non esiste nella realtà, per poter dare il domicilio ai senzatetto e girovaghi cosi che poi possano usufruire dei servizi fondamentali come l’assistenza sanitaria e i servizi sociali.
Siamo andati negli uffici dell’anagrafe a chiedere quanti siano coloro che risiedono in questa via inventata destinata ai senzatetto. La via, ci dicono i gentili impiegati, è stata istituita e si chiama “Via della casa comunale” ed è frutto di una delibera di giunta nel 2001 ma ad oggi, dopo quasi dieci anni, non c’è nessuno che ne abbia usufruito. Insomma, almeno da quello che si legge dalle carte a Todi non esistono girovaghi, barboni o senzatetto.
Oggi le persone senza fissa dimora sono quasi esclusivamente rappresentate da persone adulte gravemente emarginate, per motivi psichici, familiari, o economici; a costoro, soprattutto negli ultimi anni, si sono aggiunti i cittadini stranieri immigrati che non hanno la possibilità, normalmente per motivi economici, ma non solo, di avere un’abitazione e una dimora abituale.
 La normativa anagrafica si basa sul principio fondamentale della “dimora abituale”; ma questo principio non può, ovviamente, trovare applicazione per chi una dimora abituale non ce l’ha; per questo motivo il legislatore, per l’iscrizione anagrafica delle persone senza fissa dimora, è ricorso al principio del “domicilio”. C’è solo da chiedersi se questa situazione che viene descritta da parte degli uffici comunali corrisponda, poi, alla realtà dei fatti.

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