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Lo squilibrio nella distribuzione della ricchezza, a danno di una classe media impoverita e spaventata, si riflette sull'andamento del commercio locale poco presente in internet, dove vanno i quarantenni,
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I saldi invernali stanno registrando un andamento peggiore del previsto.
I dati del calo tuttavia non coincidono anche se fanno registrare tutti il saldo meno.
Un meno che è innanzitutto nel Pil dell’Umbria. Secondo i dati di Confindustria, oggi il Pil per abitante dell’Umbria è pari a 23.900 euro, inferiore del 7 per cento rispetto al dato medio nazionale.
Una differenza col dato nazionale che si spiega sia con la contrazione di posti di lavoro, complessivamente 14.000 nel periodo gennaio 2009- giugno 2011, sia col fatto che è la classe media quella che più soffre nell’immediato ed in prospettiva futura della crisi in atto (stipendi fermi, pensioni che si abbassano e si allontanano, figli che non trovano lavoro ed ora rischio "patrimoniale" sui beni rifugio).

Una sofferenza dell’economia intera che è l’inevitabile conseguenza che la ricchezza si è concentrata solo su una percentuale molto bassa di popolazione che, ovviamente, più di tanto, anche se molto individualmente, non può spendere e che si orienta su prodotti di lusso provenienti dall’estero.
Nello stesso tempo le classi impoverite cercano di sbarcare il lunario accedendo a prodotti d’importazione di più basso costo e qualità.

Come la si guardi la produzione italiana è quella che ci rimette. Secondo Confindustria Umbria "Negli anni 2009 e 2010 moltissime imprese hanno lavorato al 70-75 per cento delle loro potenzialità e tutto il comparto dell’industria delle costruzioni e settori collegati ha registrato contrazione dei fatturati anche dell’ordine del 40 per cento".

Tornando ai saldi, secondo Angelo Garofalo Presidente dell’Adoc Umbria ci sarebbe un calo medio delle vendite pari al 18%. La spesa e’ scesa però solo del 12% e questo potrebbe indicare che tengono i prodotti di lusso, così come risulta anche all’associazione per la quale  tengono solo abbigliamento alta qualita’ e sportivo “ male soprattutto le calzature, che segnano un -23% e l’abbigliamento di bassa qualita’ (-30%)”.

Secondo i dati di Adoc un consumatore su tre acquista online, economicamente piu’ conveniente.
”Nella fascia d’eta’ dai 18 ai 40 anni stiamo registrando un incremento degli acquisti di capi d’abbigliamento ondine – conclude Garofano – uno su tre compra sul web in rete esistono negozi virtuali che offrono sconti anche fino al 50% su prodotti di qualita’ e non, con la possibilita’ di cambiare i prodotti senza spese aggiuntive.
Un’opportunita’ di risparmio e un nuovo modo di acquistare che si sta consolidando sempre di piu’ tra gli internauti italiani”.

Per il Sole 24ore sulla base di dati dell’Osservatorio acquisti CartaSi (sulle spese effettuate con carte bancarie italiane di credito e debito internazionale) sul periodo dei saldi, aggiornati al 23 gennaio, il calo dei saldi in Umbria  sarebbe in media del -6,5% e per l’abbigliamento del 8,9%.
Anche se apparentemente diversi i dati Adoc e Cartasì sembrano fotografare lo stesso scenario con classi medie e povere più restie a spendere e gli appartenenti a quelle fasce della popolazione che sono abituate a portare in tasca una carta di credito che è ancora il simbolo delle persone più agiate che hanno ancora da spendere.
 

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