Nelle settantasei pagine con cui i giudici della Corte d’appello di Perugia spiegano perché hanno confermato la sentenza di ergastolo contro Roberto Spaccino, l’ex camionista accusato di aver ucciso la moglie, Barbara Cicioni, e con lei la bimba che portava in grembo, un ruolo rilevante hanno i figli della coppia.
Per i giudici quello consumato la notte del 24 maggio 2007 a Compignano di Marsciano fu un omicidio "d’impeto" a conclusione di" un crescendo di violenze ed aggressioni ” in cui anche i piccoli Niccolò e Filippo furono, a loro volta, vittime della cosidetta "violenza assistita" per cui "Il reato è provato dagli incubi dei bambini".
Per di più, tra gli elementi di prova citati nella sentenza, la Corte inserisce anche la confidenza del piccolo Niccolò alla figlia di Paolo Cicioni (il papà di Barbara) "che il padre aveva ammazzato la madre".