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Il fossile ritrovato, dopo 12-13 milioni di anni, nel deserto del Perù da una spedizione internazionale a coordinamento italiano
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Secondo la libera encicolpedia Wikipedia il Leviatano è il nome di una creatura biblica. Si tratta di un terribile mostro marino dalla leggendaria forza presentato nell’Antico Testamento, creato dal volere di Dio.
Il libro di Giobbe lo descrive con denti spaventevoli e scaglie come di una corazza, con il fumo che esce dalle narici estremamente forte e il "re su tutte le maestose bestie selvagge" .
Spesso si confonde il pesce Leviatano con un coccodrillo o un drago, che è un altro elemento della Qabbalah ebraica.
Herman Melville nel celebre romanzo Moby Dick (o The Whale – la balena – 1851) cita più e più volte la figura del Leviatano incarnandola nel capodoglio, animale che secondo lui, per le sue immense proporzioni e la sua spaventosa potenza, più rappresenta questa figura mitologica. In ebraico moderno, la parola livyatan significa infatti "balena".
Ed ora sembra che il Leviatano non sia un mito, ma una creatura effettivamente esistita sulla Terra.
Infatti, il fossile ritrovato, dopo 12-13 milioni di anni nel deserto del Perù, a sud est della città di Ica, da una spedizione coordinata dal professor Giovanni Bianucci, ricercatore del dipartimento di paleontologia dell’università di Pisa, ha «denti spaventevoli» di 40 centimetri e doveva essere fortissimo ed enorme, lungo 15 metri e con un cranio di ben 3 metri.
Lo scheletro lo hanno chiamato ‘Leviathan melvillei’ proprio in onore al mostro biblico e al Moby Dick di Melville, e ha riposato.
Aveva il morso più potente di qualsiasi tetrapode dell’epoca (e anche di milioni di anni dopo). Non era un capodoglio e nemmeno una balena, era più feroce del Tyrannosaurus e più mostruoso del Liopleurodon, il rettile marino del Giurassico.
Il mostro aveva con tutta probabilità un solo concorrente, il Charcharocles megalodon, uno squalo gigantesco lungo fino a 20 metri vissuto da 30 a 3 milioni di anni fa.
Denti di questo squalo sono stati ritrovati nello stesso sito archeologico del leviatano e questo vuol dire che i due grandi predatori si trovavano nello stesso bacino e fruivano dello stesso cibo: le balene che allora erano lunghe almeno 10 metri.
Ripulito dalla sabbia del deserto, quel che resta del Leviatano è stato portato al Museo di Lima e lì studiato.
Il ritrovamento è stato possibile grazie alla cooperazione internazionale avviata e coordinata dall’università di Pisa con i ricercatori dei musei di storia naturale di Bruxelles, Parigi, Rotterdam e Lima. 

‘Leviathan’, uno dei piu’ temibili predatori marini fino ad oggi conosciuti, e’ effettivamente un parente alla lontana dell’attuale capodoglio (‘Physeter macrocephalus’) con il quale condivide le dimensioni gigantesche, intorno a 15 metri, e il grande spermaceto sopra la testa.
Diversamente dal capodoglio, ‘Leviathan’ aveva una batteria di denti completa: 18 nella mascella superiore e 22 in quella inferiore. Era pertanto un feroce predatore che afferrava e immobilizzava la preda con i grossi denti e ne stappava le carni a morsi, nello stesso modo dell’attuale orca.
Confrontato con altri grandi predatori del passato, ‘Leviathan’ non sembra avere molti rivali alla sua altezza, sia in terra che in mare.
 
 

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