Catiuscia Marini ha presentato oggi il programma della nuova Giunta Regionale nel segno dell’ottimismo.
La presidente si è detta «certa che l’Umbria riuscirà ad uscire dalla crisi, avviando una fase di nuovo sviluppo, anche puntando su green economy ed economia della conoscenza» «metteremo passione ed energia per attuare con coraggio scelte non più rinviabili, e per le quali incontreremo ostacoli e resistenze, di modifica e riforma di assetti consolidati, allo scopo di far uscire l’Umbria dalla crisi».
Le riforme, nell’auspicio della Marini «serviranno non solo e non tanto per tagliare spese, ma anche (per avere) una pubblica amministrazione, a tutti i livelli, anche provinciali e comunali, che possa facilitare i processi di sviluppo per l’impresa privata ed individuale».
Il programma è contenuto in 92 cartelle, nelle prime delle quali la Marini ha tracciato il quadro economico e sociale di un’Umbria «fiaccata dalla disoccupazione effetto della crisi, con problemi per la grandi imprese, come la Antonio Merloni, e per le piccole e medie aziende: serve dunque grande condivisione per superare, tutti insieme questo passaggio arduo».
I tagli decisi dal Governo al sistema regionale offrono « l’opportunità per dare una scossa al sistema ed agli assetti locali, per cambiare marcia e rilanciare la crescita dell’Umbria, mediante una nuova alleanza, dopo il patto per lo sviluppo, tra tutti i soggetti protagonisti della vita istituzionale, economica e sociale».
Sotto questo profilo, la presidente ha prefigurato «un nuovo metodo di concertazione, quello della condivisione degli assi strategici dello sviluppo», ed ha annunciato un «cruscotto strategico» con indicatori per tenere sotto controllo, negli anni, obiettivi e investimenti delle politiche pubbliche.
«L’Umbria accetta anche la sfida del federalismo – ha osservato la Marini – perchè ha le basi solide per farlo, come quella della spesa sanitaria sotto controllo, a patto, però, che non si snaturi il carattere solidale e unitario dettato dalla Costituzione».
Novità anche sul versante degli enti locali per i quali la Marini ha evidenziato la necessità di «ridimensionare gli assetti organizzativi e di semplificare il sistema endoregionale», a partire da comunità montane ed ambiti territoriali, semplificando, in generale, il quadro normativo regionale. Per ottenere più efficienza dalle agenzie regionali e dal sistema delle partecipazioni, la giunta Marini pensa ad una agenzia per lo sviluppo multifunzionale ed al riordino di agenzie come Ater, Arusia e quelle operanti nell’agricoltura.
La Marini ha parlato anche di un piano rifiuti «da completare con l’attuazione della chiusura del ciclo», mentre sul fronte sociale, ha confermato il carattere universalistico di una sanità regionale «che punterà, dopo aver rinnovato la rete ospedaliera, agli obiettivi di salute della popolazione, potenziando l’assistenza territoriale».