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Il 30 per cento della produzione nazionale e' 'Made in Lazio' da cui proviene quasi la totalità dei frutti in vendita nei negozi umbri
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C’è il rischio che dovremmo tornare ad importare grandi quantità di un frutto che aveva fatto fortuna in Italia.
Il kiwi (l’actinidia) nella provincia di Roma , quella da cui proviene gran parte del rifornimento per l’umbria rischia di scomparire, se non si individua al più resto una strategia medica.
A rischio sarebbero circa 340mila tonnellate di prodotto, su una superficie di produzione che sfiora i 2 mila ettari’
.
Sul banco degli imputati la ‘Batteriosi del Kiwi’, un cancro batterico che conduce a morte la pianta, una patologia grave di cui non sarebbe stata chiarita la provenienza e, al momento, non sarebbe stata individuata alcuna cura.
La patologia si sta diffondendo a macchia di leopardo, dal kiwi giallo a quello verde.

Attualmente i maggiori esportatori al mondo sono l’Italia (primo per l’emisfero Nord e mondiale, dopo la Cina) e la Nuova Zelanda (primo per l’emisfero Sud, seguito dal Cile, e secondo nel mondo); i due Paesi non sono però in competizione in quanto le stagioni di produzione non si sovrappongono, rendendo di fatto il frutto reperibile 12 mesi l’anno.
La produzione supera le 500mila tonnellate per l’Italia, al secondo posto c’è la Nuova Zelanda con 300mila.
Nella provincia di Roma la zona più coltivata e’ quella dei Castelli romani. Nel Lazio Castelli e Pianura Pontina sono diventati un luogo ideale di coltivazione per il clima e le caratteristiche del terreno particolarmente fertile, perché di origine vulcanica.
Il 30 per cento della produzione nazionale e’ ‘Made in Lazio’, con un totale di circa 1,5 milioni di tonnellate raccolte, di cui 340mila a Roma, oltre 1 milione a Latina e 105mila a Viterbo. Inoltre il consumo di Kiwi, a fronte di una riduzione generale dell’acquisto di frutta, è l’unico a non aver subito flessioni. Si è anzi registrato un incremento, probabilmente per l’immagine salutistica legata ad un elevato contenuto di vitamina C (85mg per 100g) e ad un rapporto ottimale sodio/potassio.
Da qui l’appello lanciato da Coldiretti Roma al mondo politico ”perché metta immediatamente in atto tutti gli interventi, sia tecnici che economici, per difendere questa importante risorsa’

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