Dichiaratamente è un attacco diretto al neo assessore regionale alla sanità dell’Umbria Vincenzo Riommi quello sferrato dal settimanale cattolico La Voce, diretto da monsignor Elio Bromuri.
Ma nella sostanza è un nuovo carico di responsabilità che si vorrebbe porre sulla spalla delle donne che per loro disgrazia si trovano nella condizione di effettuare un aborto.
Nell’articolo si critica quello che si definisce il «primo atto dell’assessore regionale alla sanità e cioè l’istituzione del comitato per le linee guida per la somministrazione della pillola abortiva RU486. “Di che si preoccupa -scrive la Voce -come prima scelta della sua carica il nuovo assessore alla sanità? Indovinate! Ma naturalmente di facilitare l’aborto, dare maggiori possibilità a quelle donne che hanno il diritto di abortire»
Fin qui una critica politica, ammissibile e condivisibile si o no e che si inserisce nella tendenza a non riconoscere il primato dello Stato laico in questo campo come in altri ultimamente sotto la lente della stampa internazionale.
Ma poi il settimanale si getta in una filippica il cui scopo ultimo è dimostrare che è colpa delle donne che abortiscono se la popolazione dell’Umbria invecchia e se c’è un basso livello di natalità.
"Facendo qualche piccolo calcolo il Movimento per la vita ha dimostrato che nel 2008 sommando i morti e gli aborti si ha in Umbria la cifra di 12.120 persone, mentre ne sono nate solo 7.822. " scrive il settimanale di don Elio Bromuri.
Il tutto dopo aver detto che “ non bisogna colpevolizzare le donne, che soffrono prima di tutte le conseguenze fisiche, psichiche e morali dell’aborto, comunque e per qualsiasi ragione venga effettuato. Le colpe stanno nella società, nell’educazione, negli uomini egoisti e fuggitivi dalle situazioni scabrose».
Ma il messaggio alle donne che vivono il dramma dell’aborto è chiaro: siete voi le responsabili anche del declino demografico dell’Umbria.
Indubbiamente un bell’aiuto a superare una situazione difficile.
- Cbm
- 1 Giugno 2010
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