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30 giugno 2010
Stagiste in Comune a Massa Martana: "è tutto in regola"

Davvero è imbarazzante rispondere all’infondata richiesta di dimissioni del consigliere Fraolini avanzate dal Pdl-Massa Martana, in seguito al presunto conflitto di interesse legato alla presenza di sua figlia come stagista alla biblioteca comunale. A fugare ogni sospetto di “inciucio” sta il fatto, facilmente verificabile che all’Amministrazione comunale di Massa Martana sono pervenute soltanto due richieste di stage, peraltro entrambe accolte. Una di queste era quella della figlia del consigliere Fraolini, che non poteva essere penalizzata solo perché suo padre è consigliere comunale. Ciò che dovrebbe essere ancora più chiaro è che le due stagiste oggi al Comune di Massa Martana lavorano senza alcuna remunerazione, affiancate regolarmente da tutor. Si precisa, inoltre, che il servizio di biblioteca è gestito da una cooperativa, fatto volutamente ignorato dal centro destra nell’inutile tentativo di addossare colpe inesistenti all’Amministrazione comunale massetana. Comunque continueremo a riservare grande attenzione ai giovani universitari che avanzeranno richiesta di stage al nostro Comune, per offrire loro sempre migliori opportunità di formazione.
Giovanni Baglioni – assessore comunale Massa Martana

30 giugno 2010
Consorzio Tevere-Nera: allo studio le modalità di ricorso

In Italia ci sono 165 consorzi di bonifica che impongono tributi per oltre 400 milioni di euro l’anno. Tra questi il Consorzio di Bonifica Tevere-Nera che interessa 23 comuni in provincia di Terni, tre in quella di Perugia e nove in quella di Viterbo, per un totale di 84.667 contribuenti. Questi consorzi finanziano lavori per circa 500mila euro a fronte di contributi dei cittadini superiori ai 2,5 milioni: quasi 1,5 milioni, infatti, sono attribuiti a spese per il personale, in grandissima parte con mansioni di carattere amministrativo, legale, contabile. Nonostante la Giustizia Tributaria Regionale abbia con oltre 300 sentenze dichiarato illegittimo il contributo, il Consorzio continua a mandare la richiesta di pagamento mettendo oltre 80.000 tra famiglie, imprese e enti nella condizione di pagare una richiesta illegittima o fare ricorso alla giustizia sopportando spese che, solo per le marche di bollo, sono superiori all’entità del contributo richiesto.
E’ proprio il fatto che nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di contributi minimi che induce la gente, per non sopportare ricorsi di maggior costo, a pagare un contributo illegittimo. In Umbria questo contributo è imposto dalla Regione solo ai residenti nella provincia di Terni  ed a quelli di Spoleto, Foligno e Todi, mentre invece sul restante territorio perugino tutto è posto a carico della fiscalità generale. Si registra persino il caso, assai diffuso, che a fronte di un contributo dovuto di 0,03 euro si finisca con il chiedere, aggiungendovi una quota minima di 10.80 euro, la somma di 10.83 euro. Insomma a questo cittadino viene chiesto di pagare una somma di ben 360 volte maggiore dello strettamente dovuto: applicando correttamente il regolamento regionale questo contribuente dovrebbe pagare invece una volta ogni 400 anni. Ma di esempi di tal fatta ce ne sarebbero a migliaia. Recentemente la dicitura contributo minimo è stata sostituita con “gestione contribuenza e formazione ruolo".
Gli avvisi che stanno attualmente arrivando riguardano, in molti casi, 4 annualità. Così un cittadino che avrebbe dovuto pagare 0.03 euro per ciascun anno (2006-2009) vede aggiunta per ogni annualità la richiesta di 10.80 per “gestione contribuenza”, arrivando a pagare 40.44. Le norme vigenti, peraltro, vietano la richieste di tributi per quote inferiori ai 12 euro (art 1 c. 168  legge 27/12/2006 n. 296); sono invece molti gli avvisi di pagamento che, pur comprendendo il contestato importo minimo di 10.80 euro, non raggiungono comunque la somma di 12 euro. La commissione tributaria regionale, con oltre 300 sentenze, ha dato ragione ai ricorrenti ma i costi legali, a danno del Consorzio e quindi dei cittadini, hanno raggiunto svariate decine di migliaia di euro. I cittadini si sono anche mobilitati con oltre 14mila petizioni e manifestazioni di protesta in tutta Italia ma senza risultati. Si ha l’impressione di essere considerati sudditi; quello che indigna non è il pagamento di un contributo spesso di modesta entità ma l’arroganza di chi impone una contribuzione ingiusta contando sul fatto che il costo di difendersi in giudizio è maggiore del contributo stesso e di una Regione che impone solo a una parte dei suoi cittadini una contribuzione aggiuntiva.
L’argomento “contributo di bonifica” suscita molto interesse, a fronte di una Regione di 900mila abitanti in cui esistono ben tre consorzi di bonifica che intervengono sulla stessa materia insieme a cinque comunità montane, la Regione, tre Ati, due Province, 92 Comuni, lo Stato ed altri enti minori. Tra le Regioni ove c’è più mobilitazione in materia, con la presenza di diversi comitati di cittadini, la Toscana e il Lazio. La proposta è quella della chiusura con il trasferimento di competenze agli enti territoriali e quindi l’abrogazione o la modifica della legge regionale n. 30 del 23.12.2004 che ne disciplina le attribuzioni. Auspicheremo una proposta di legge in tal senso da parte dei consiglieri regionali dell’opposizione; nel frattempo come Comune stiamo verificando la possibilità di fare ricorso contro il balzello che ci viene richiesto”.
Moreno Primieri – vicesindaco Comune di Todi

23 giugno 2010
Al Pd di Todi piace speculare sulla disgrazia del sisma

"Rimaniamo allibiti nell’assistere allo squallore della minoranza consiliare del nostro comune, la quale, pur di sollevare chiacchiere e polveroni mediatici, è pronta a calpestare i diritti dei nostri fratelli umbri colpiti dal terremoto”. È quanto afferma una nota dell’amministrazione comunale tuderte in merito alle polemiche del gruppo consiliare del Pd sull’esclusione di Todi dalle zone considerate come terremotate. 
“Come tutti sanno, il Comune di Todi, non è ricompreso tra quelli che la protezione civile ha individuato come destinatari delle poche risorse disponibili per gli aiuti alle popolazioni in difficoltà. D’altro canto, nei giorni del tragico terremoto di Marsciano, il Sindaco di Todi, preso atto della assenza di interventi da parte della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco, aveva concordato con l’assessore regionale Riommi, una linea di estrema correttezza e di basso profilo. La richiesta pervenuta dalla Regione era stata quella di evitare la "caccia al contributo" per salvaguardare, in presenza di scarsità di fondi, chi aveva realmente subito dei danni.
In altre parole, Comune e Regione avevano concordato di operare affinché le popolazioni delle zone comprese tra Marsciano, Deruta e Perugia avessero le possibilità di attingere ai corretti finanziamenti, evitando speculazioni da parte di altri soggetti, pronti a cogliere l’occasione per i soliti atteggiamenti da furbetti. 
Nei mesi successivi, i provvedimenti del Governo, hanno confermato la correttezza dell’impostazione del Comune di Todi e della Regione, escludendo le nostre zone dal novero di quelle destinatarie di interventi e finanziamenti.  Di fronte alla scarsità dei fondi a disposizione, l’atteggiamento dell’opposizione di Todi lascia davvero basiti. Con quale cuore si chiede l’attribuzione di risorse che andrebbero sottratte a chi non ha più la casa? Con quale cinismo si piega la cosiddetta “lotta politica” a fini talmente personali da far calpestare le vite di anziani, bambini, malati, portatori di handicap, intere comunità che hanno bisogno di serietà e della coesione dell’intera Regione? 
Noi siamo diversi e lontani da simili impostazioni. Di fronte a simili atteggiamenti, che si qualificano da soli, continueremo con la forza della verità, dell’onestà e della serietà di amministrare la città più bella del mondo”.
Comunicato stampa Amministrazione comunale Todi

23 giugno 2010
Una Via a Fratta Todina intitolata a Bettino Craxi

Il Popolo della Libertà di Fratta Todina, per iniziativa di Cinzia Moriconi, consigliere comunale e coordinatrice locale del Pdl, ha sottoposto all’attenzione dell’Amministrazione Comunale una mozione riguardante l’intitolazione di una via del paese allo statista Bettino Craxi, del quale proprio a gennaio scorso è decorso il decennale della scomparsa.
Sulla scia delle iniziative intraprese a memoria dell’On. Craxi da varie Amministrazioni d’Italia, a partire da quella di Milano su proposta  del Sindaco Moratti, la mozione presentata  è volta a riaprire un significativo dibattito non solo sul tragico epilogo della vita del leader socialista, ma anche sulla ferita ancora non totalmente rimarginata  sulla fine della Prima Repubblica.
Non si può non ricordare come Craxi, da Presidente del Consiglio, fu il primo a lanciare il tema delle Grandi Riforme, ponendo alla base della sua azione politica e programmatica i valori di libertà ed eguaglianza e il recupero dell’identità nazionale che il ‘68 aveva cancellato. Autentico riformatore rimasto vittima di quel sistema di relazioni che allora costituivano l’ordinaria amministrazione della politica italiana e di cui, da solo, si assunse responsabilità di fronte al Parlamento e al Paese.
Alla luce di quello che è stato, al netto degli errori politici e personali, non ci si può esimere dall’elaborare riflessioni di natura politica e umana sulla figura di Craxi e di guardare a lui con l’occhio della storia come  leader politico di alto livello.
Cinzia Moriconi

22 giugno 2010
La Cgil non ha concordato nulla con l’assessore Ciani del Comune di Todi

In merito alle dichiarazioni dell’Assessore al bilancio del comune di Todi sui tagli della manovra economica del governo, e sulle ipotesi di tagli ai servizi da far ricadere sui cittadini di Todi, la Cgil, (e per quello che ci risulta gli altri soggetti del tavolo), non ha concordato proprio nulla.
Nel tavolo  aperto dall’Assessore, con  le organizzazioni Sindacali, e le organizzazioni delle imprese del territorio, si è avviata una discussione su come affrontare la crisi, e le ripercussioni che essa produce sui lavoratori, sulle imprese e sui cittadini.
La discussione è in corso, e “doveva” concludersi domani 23 giugno con un accordo quadro che individua un percorso negoziale per affrontare le tre priorità individuate che sono:
1.La crisi delle aziende e gli strumenti per agevolare l’accesso al credito delle aziende in difficoltà
2.Gli strumenti di sostegno al reddito per i lavoratori, i pensionati e le famiglie, colpite dalla crisi,  dalla perdita del lavoro e del reddito.
3.Il bilancio comunale, i servizi e gli investimenti.
Come Cgil abbiamo aderito a questa trattativa, visto che all’inizio ne eravamo esclusi, ponendo due priorità, che sono, l’istituzione di una fascia di esenzione dell’irpef per i redditi più bassi,  (che a Todi,a differenza di molti comuni  non è prevista), e l’accesso agevolato ai servizi comunali,per i lavoratori in cigs o disoccupazione. 
Su una cosa comunque siamo d’accordo, sul fatto che a Todi non si possono aumentare le imposte,
visto che nell’ ultimo bilancio l’amministrazione comunale senza alcun confronto con il sindacato, ha aumentato del 20% mense scolastiche, i Trasporti per la scuola d’infanzia e dell’obbligo, e la Tarsu.
Per queste motivazioni le dichiarazioni ci sembrano scorrette sul merito e sul metodo, e rischiano di mettere a rischio un percorso negoziale tra imprese sindacato e istituzione, che è necessario per affrontare una crisi sempre più grave ed imprevedibile.
Per la verità le dichiarazioni, ci sembrano anche singolari, sulla manovra economica del governo, che taglia anche molte risorse ai comuni, perché abbiamo visto molti comuni Italiani, di tutti gli schieramenti politici, aderire allo sciopero generale indetto dalla Cgil per il 25 giugno, molti non pronunciarsi, ma è la prima volta che ci capita di vederne uno contento come Sembra essere Todi almeno dalle dichiarazioni apparse sulla stampa.
CGIL di zona

21 giugno 2010
A Todi 230 segnalazioni di danni da terremoto inevase

Dopo gli eventi sismici che hanno colpito la Media Valle del Tevere il 15 dicembre 2009, seppure, fortunatamente, Todi sia stata colpita in misura ridotta rispetto ad alcuni comuni limitrofi, presso l’Ufficio Tecnico sono state depositate da cittadini tuderti 230 richieste di accertamento dello stato dei luoghi, di verifiche, cioè, di totale o parziale agibilità di immobili.
Nonostante i continui solleciti da parte dei cittadini e le nostre richieste di chiarimenti in Consiglio Comunale, l’Amministrazione Ruggiano continua a non fornire risposte.
A quanto ci risulta, nessun sopralluogo è stato compiuto dal Comune in questi mesi.
Riteniamo grave che nemmeno su questioni di tale portata si riescano ad ottenere risposte da parte dell’Amministrazione.
Nei giorni scorsi abbiamo provveduto, quindi, ad inoltrare, presso i competenti uffici della Regione Umbria, una comunicazione circa i fatti avvenuti.
Gruppo Consiliare Partito Democratico Todi

18 giugno 2010
Massa Martana: il Pdl chiede le dimissioni del consigliere Fraolini

Il gruppo PdL Massa Martana esprime il proprio disappunto per quello che sta accadendo in questi giorni nel proprio comune.
L’Amministrazione Comunale con Delibera di Giunta del 23-03-2010 ha dato autorizzazione a due  studentesse universitarie, a svolgere tirocini formativi presso la biblioteca comunale e presso l’ufficio stampa. Fin qui niente da eccepire, se non fosse che una di queste ragazze è la figlia di un Consigliere di Maggioranza del Comune di Massa Martana.
Ci domandiamo pertanto se altri studenti hanno fatto richiesta a svolgere presso il Comune stage formativi e se magari qualcuno possa essere rimasto escluso a vantaggio proprio della figlia del Consigliere Fraolini.
Desta anche qualche dubbio la modalità di svolgimento dello stage in questione.
La stagista presso la biblioteca, possiede le chiavi e conosce il codice di allarme che le permette di aprire e chiudere la biblioteca comunale al pubblico, firma ricevute di pagamento per servizi richiesti dagli utenti, senza l’affiancamento della responsabile addetta, che invece viene demandata a svolgere, presso un altro ufficio comunale, il proprio servizio. In pratica l’Amministrazione  fa svolgere ad un privato una funzione pubblica.
Nella convenzione stipulata tra la Facoltà di Lettere e Filosofia di Perugia e il Comune di Massa Martana, si legge all’ Art. 3 “l’azienda/ente ospitante provvede alla nomina di un tutore aziendale a cui è affidata la responsabilità dell’ inserimento del tirocinante in azienda", ha senso allora svolgere uno stage  senza la presenza continua di un tutor che sopraintenda e istruisca lo stagista allo svolgimento delle attività dell’ufficio con la necessaria riservatezza, in quanto attiene a dati e informazioni sensibili?
Chiediamo pertanto al Sindaco e all’ Assessore al personale, Giovanni Baglioni, di fornire chiarimenti pubblici sulla questione.
Inoltre, sarebbero opportune  le dimissioni del Consigliere Fraolini, in quota al Partito Democratico, che cosi facendo eviterà di dare adito a spiacevoli e facili sospetti, anche futuri.
Pdl Massa Martana


17 giugno 2010
Sulla questione depuratore l’Idv dice la sua

La questione del depuratore che è attualmente al centro del dibattito politico impone la giusta attenzione da parte di tutte le forze politiche del territorio. L’Italia dei Valori, che è favorevole alla realizzazione dell’impianto le cui caratteristiche tecniche dovranno essere in linea con le ultimissime tecnologie presenti sul mercato al fine di assicurare una maggiore sicurezza all’ambiente, chiede che vengano garantite maggiore partecipazione e più trasparenza. Invita quindi l’Amministrazione Comunale ad organizzare un dibattito pubblico aperto a tutta la cittadinanza e a tutte le forze politiche di Todi estendendo l’invito anche alle associazioni ambientaliste e ai rappresentanti di ATO e di Umbra Acque per le valutazioni tecniche.
Se da un lato il Consiglio comunale nella seduta di venerdì u.s. ha stabilito di costituire una commissione verso questa direzione, l’IdV di Todi ritiene opportuno che per uscire da questa impasse, che dura ormai da diversi anni, l’Amministrazione Comunale debba tutelare l’interesse generale anche, e soprattutto, mediante un confronto democratico aperto a tutti per dare la possibilità di esprimere il proprio punto di vista. Crediamo sia fondamentale aprire una fase di massima democraticità per risolvere un problema che riguarda l’intera città. Purtroppo nel passato ciò non è avvenuto o in modo parziale e sempre dopo decisioni già prese determinando poca trasparenza e partecipazione.
L’IdV pertanto auspica un accoglimento favorevole di tale proposta da parte del Sindaco Ruggiano e della Giunta Comunale.
E’ tuttavia importante che per l’individuazione del sito si debba assolutamente tenere conto di contenere l’impatto ambientale che, seppur poco ci sarà comunque, della densità della popolazione circostante ma anche dei costi di realizzazione e, soprattutto di quelli di gestione che, non bisogna dimenticare, saranno spalmati sulle utenze e quindi peseranno direttamente su tutte le famiglie tuderti, anche su quelle che si trovano dalla parte opposta di dove sarà realizzato il depuratore. Quindi la vicenda alla fine riguarda tutti i cittadini, non solo quelli di Porchiano e di Pian di Porto.
Federica Ursini – Italia dei Valori Todi


16 giugno 2010
Il Comune taglia i servizi sociali, colpendo famiglie e giovani tuderti

Dopo aver aumentato le tariffe per trasporti e mense scolastiche, continua la politica della Giunta Ruggiano contro i servizi per i bambini, i ragazzi e gli adolescenti.
Per l’estate 2010, infatti, il Comune di Todi ha sospeso i centri estivi per ragazzi, mettendo fine ad un servizio che per anni ha aiutato i più giovani a crescere e socializzare e fornito una risposta importante ai bisogni di molte famiglie tuderti.
E per fortuna che il sindaco Ruggiano in modo pomposo ha portato all’approvazione del Consiglio Comunale del 28 maggio scorso l’adesione alla Convenzione per la promozione e realizzazione dei diritti dell’infanzia, promossa dall’Unicef!
La motivazione addotta delle ristrettezze economiche del Comune è non solo poco credibile, ma anche offensiva nei confronti delle centinaia di bambini e delle famiglie che fino all’anno scorso hanno usufruito di questo importante servizio.
Per il Comune, infatti, si trattava di una spesa non superiore ai 14 mila euro. Una cifra assolutamente sostenibile per il bilancio comunale.
A questo punto chiediamo pubblicamente ragione all’Amministrazione dei soldi spesi per: la manifestazione IoSiamo, organizzata da ambienti vicini al centrodestra, che nulla ha portato a Todi e che ha goduto di oltre 16 mila euro di contributi del Comune; le continue spese per il Lapidario e la sua gestione (citiamo per esempio i quasi 10 mila euro spesi per la realizzazione di un dvd della durata di 10 minuti!); i 15 mila euro per l’armamento della Polizia Comunale; i 35 mila euro spesi per il varco elettronico alla Consolazione; i 22 mila euro spesi per la mostra natalizia “Angeli in gloria”.
Solo con questi pochi esempi stiamo quasi a 100 mila euro! E se qualcuno vuole, possiamo proseguire nell’elenco delle spese inutili…
E mentre da qualche parte si largheggia, si tagliano i servizi utili ai cittadini. Sembra che anche il centro di aggregazione “Il prato”, che si occupa dell’integrazione e socializzazione di bambini, anche con svantaggi, subirà pesanti tagli e dovrà chiudere a fine giugno la propria attività.
Viene da chiedersi se questi provvedimenti ingiusti e ingiustificati non vadano a vantaggio di qualche iniziativa privata e speculativa.
Chiediamo con forza, e lo faremo anche in Consiglio Comunale, che queste scelte siano riviste. La situazione di crisi vorrebbe che il Comune si comportasse in maniera esattamente opposta, trovando forme di aiuto alle famiglie e non costringendole ad aggravi di gestione e spesa della quotidianità. E per fortuna che la famiglia era al centro del loro programma!
Lasciamo il giudizio ai cittadini. Da parte nostra, però, non possiamo che registrare il continuo impoverimento dei servizi ed una politica sempre più miope, opaca e antisociale del centrodestra tuderte.
Partito Democratico Todi

14 giugno 2010
Psi Todi: bene gli ulteriori approfondimenti sul depuratore

In riferimento alla discussione avvenuta nell’ ultimo Consiglio Comunale di Todi in merito alla questione depuratore esprimiamo condivisione circa le conclusioni cui è addivenuto il Consiglio stesso ritenendo la costituzione di una commissione un passaggio necessario per recuperare tutto quello che non è stato fatto fino ad ora circa il coinvolgimento dei cittadini nelle scelte dell’ Amministrazione e per effettuare tutti gli utili approfondimenti.
La individuazione del sito, che finora è sembrata la cosa più importante, crediamo debba essere preceduta da una vera partecipazione circa le modalità costruttive, le caratteristiche tecniche e di esercizio in modo tale da avere garanzie affinchè  le tecnologie adottate siano le  più innovative , le  meno impattanti e più tecnicamente affidabili nel tempo.
Se il percorso decisionale sarà recuperato ad una positiva trasparenza,  unitamente ad una completa condivisione delle informazioni, anche le decisioni che ne scaturiranno certamente potranno trovare una larga adesione non avendo a quel punto nessuno il dubbio che si voglia favorire alcuni a danno di altri.
Psi Todi

14 giugno 2010
Sul depuratore nessuna esagitazione ma poca partecipazione

Le dichiarazioni dell’esponente della Fiamma Tuderte impongono alcune precisazioni. Tutti i presenti alla seduta di venerdì possono testimoniare lo svolgimento di un dibattito sereno e articolato, arricchito dai contributi dei tecnici e dei rappresentanti dei cittadini ai quali è stata data la possibilità di esporre le proprie ragioni. Se a latere della seduta ci sono state delle intemperanze non sono certo attribuibili al sottoscritto il quale, testimoni almeno tre esponenti delle forze dell’ordine ed alcuni cittadini, ha solamente fatto notare al consigliere che nel corso del suo intervento aveva rilasciato dichiarazioni non corrispondenti al vero.
È vero invece che durante la Conferenza dei Capigruppo si siano alzati i toni e per questo ho chiesto scusa al Presidente del Consiglio subito dopo la Conferenza. Le mie “esagitazioni” erano determinate però dal fatto che aleggiava l’ipotesi di non consentire gli interventi dei comitati dopo che su questo si era già trovato un accordo con gli altri Capigruppo: “Difficoltà di individuare materialmente i referenti dei comitati” si è detto. Peccato che un comitato era già stato improvvidamente invitato ad un altro consiglio senza che l’argomento depuratore fosse iscritto all’ordine del giorno.
Per ciò che attiene al merito della questione in tempi non sospetti ho dichiarato pubblicamente che una discussione sulla depurazione delle acque non può prescindere dal contributo dei tecnici, questo però per aiutare la politica a prendere le decisioni più congrue ed opportune per la comunità non per scaricare responsabilità politico – amministrative dirette quando i cittadini sollevano critiche o avanzano richieste di chiarimenti.
Sul megadepuratore di Montemolino preme infine ricordare che la precedente amministrazione ha tenuto almeno due assemblee con i cittadini e tre Consigli comunali, a differenza di quanto accaduto questa volta, considerato che il Consiglio è stato convocato su istanza di una forza dell’opposizione, nonostante una interrogazione presentata ad agosto 2009 e dopo che l’Amministrazione è stata invitata ad almeno tre iniziative pubbliche regolarmente disertate.
Ci auguriamo che almeno nelle fasi successive dell’iter si possa ristabilire un corretto percorso ci confronto, trasparenza e partecipazione che ad oggi è mancato, non certamente per colpa dell’”esagitato” Caprini, né di Rifondazione Comunista né di nessuna delle altre forze d’opposizione.
Andrea Caprini  – Consigliere comunale

14 giugno 2010
Aspettando nuove soluzioni per il depuratore…

Accolgo l’invito di Carlo Pirrami in merito al tema “l’ambiente è di tutti”, quindi per quanto riguarda il depuratore anche di chi abita in centro.
Da quanto si legge è evidente che il principio che tutto va bene ma a un metro dal c..o mio emerge pienamente dalla discussione (?) sul depuratore.
La cosa che non comprendo è l’assenza totale di alternative, si parla di Porchiano si Porchiano no, ma altri siti?
Mi viene in mente una storia simile (alla cui relazione ho assistito per motivi professionali) che riguardava un passante da realizzarsi nella città di Genova e che consentisse l’attraversamento cittadino ai mezzi diretti in Francia. Bene. L’amministrazione e la società di costruzioni avevano presentato 4 progetti ma dopo concertazioni e confronti con i cittadini interessati è emersa una quinta soluzione (più economica e di minor impatto ambientale).
Ciò per dire che ai tecnici il lavoro di tecnici ai cittadini le proposte reali territoriali.
Maurizio Pierdomenico


13 giugno 2010
A Massa la Bruscolotti offre il pranzo con i soldi degli altri

Il PDL Massa Martana intende fare delle riflessioni sull’atteggiamento eccessivamente personalistico tenuto, in privato, dal Sindaco Maria Pia Bruscolotti in riferimento ad un evento svoltosi  nel nostro comune.
Nei giorni scorsi si è svolta, con la partecipazione della Presidente Regionale, la lodevole iniziativa della  “21° CAMMINATA DELLA SPERANZA”, che ha visto coinvolte per la riuscita dell’ evento oltre che l’ Amministrazione Comunale anche varie Associazioni presenti nel nostro  territorio come Pro Loco, Protezione Civile, Croce Rossa, Banda Musicale, Associazione Commercianti, Centro Sociale “Il Sorriso”, Confartigianato locale e i ragazzi della Consulta dei Giovani. 
Il loro contribuito è stato sia economico che di supporto logistico per la distribuzione di  bevande durante la camminata e dei pasti da loro preparati per il pranzo. L’impegno è stato totale ed apprezzato da tutti i partecipanti, che nei giorni a seguire hanno manifestato commenti positivi verso l’iniziativa.
A macchiare negativamente l’evento, a nostro parere, sono state però le parole usate dal Sindaco tramite il Social Network FACEBOOK, che nel comunicare l’invito a partecipare alla Camminata, nel giorno precedente, ha usato le seguenti parole: “Domani alle 8.30 ci vediamo a Collevalenza per la partenza. Poi, a Massa, offrirò il pranzo a tutti i marciatori”.
Queste parole avrebbero avuto un senso se i partecipanti alla Camminata avessero consumato il pasto a carico PERSONALE del Sindaco! Questo atteggiamento egocentrico contrasta visibilmente con lo spirito Cristiano e di Fratellanza che ha ispirato tutti gli organizzatori.
Dispiace che questa esplicita mania di protagonismo, da parte del Sindaco Bruscolotti, sfrutti l’operato svolto da un’ intera comunità  solo per il raggiungimento di pubblicità personale.
Nei giorni scorsi il Sindaco ha spedito ai Presidenti delle varie Associazioni una lettera di ringraziamento per l’ aiuto durante la manifestazione, ma forse era più giusto inviare anche delle scuse per le parole usate in privato che contrastano fortemente con quelle usate in pubblico.
Certo che ai propri amici di Facebook si può dire di tutto, ma per chi ricopre il ruolo di Sindaco sarebbe doveroso dire SEMPRE la verità, e dare umilmente a Cesare ciò che è di Cesare!
PdL MASSA MARTANA – Coordinamento Comunale


12 giugno 2010

Il depuratore di Porchiano e la polvere sotto il tappeto…

Il Consiglio Comunale in merito al depuratore di Porchiano è terminato da pochissimo. Effettuo quindi delle riflessioni pubbliche, ad uso di tutti, nell’interesse comune. Vorrei precisare due concetti:
– la parola fazioso indica nell’uso moderno "persona che subordina tutto alla propria ideologia  assumendo consapevolmente atteggiamenti privi di obiettività";
– la parola " intelligenza" tra i tanti significati: "intendere bene  e con prontezza".
Nel Consiglio Comunale di oggi, ingessati dalle regole che scandiscono gli interventi e modalità, ha giocato un ruolo importante la faziosità  e la mancata voglia di intendere con prontezza e facilità.
Tutti i todini vogliono un depuratore, ma nessuno lo vuole vicino alla propria casa, trova attuazione il principio "mai nel mio giardino": quando una parte della collettività è chiamata ad un sacrificio a favore di tutta, si ribella.
Questa affermazione, vera in molti casi per cittadini e  comitati, non lo è per il Comitato per la Salvaguardia dell’Ambiente di cui sono parte e che ha posto al centro della propria azione il disinteresse personale a favore dell’affermazione  di principi collettivi che tutelino l’ambiente, il paesaggio,la flora e la fauna, nell’interesse di tutti.
L’ubicazione del sito di Porchiano è dovuta, sembra, esclusivamente al principio idraulico, perdonate l’ovvietà, per cui l’acqua va sempre a valle. Sulla base di questo principio e i conseguenti presunti risparmi in termini di gestione del depuratore, è stata presa la decisione: ma da chi? Questo ancora non si sa, o forse non ho capito io e aspetto lumi. Pare di capire, invece, che la scelta è ancora revocabile e per questo il comitato si batte.
Ho amato e amo tutto il territorio tuderte, quello che è racchiuso  all’interno dell’orizzonte che si vede dai giardinetti, da piazza Garibaldi e dal belvedere della passeggiata; non esiste per me  una gerarchia del territorio anche se  il cucuzzolo di una collina non è come la sponda di un fiume, così come non esistono cittadini di serie A e di serie B, se abitano a Porchiano, a Pian di Porto, in piazza o a Torrececcona.
Ma siccome Todi si deve dotare di un depuratore, va individuato un sito ed è un problema di tutti, anche di chi abita dentro le mura: l’ambiente è un bene comune.
Mettere il depuratore a Porchiano è come nascondere la polvere di casa sotto il tappeto, una non-soluzione: avremmo il depuratore,  ma saremmo privi del paesaggio che avevamo prima, mettendo anche a  rischio la flora e la fauna del Tevere e del Naia.
Il Consiglio si è chiuso in modo positivo perchè i politici cercheranno  di individuare un metodo di confronto, un percorso nuovo, attraverso il quale si possa giungere ad una soluzione che renda partecipe il maggior numero di cittadini e che ne soddisfi la massima parte. Sembra si farà una assemblea pubblica, una sorta di Stati Generali. E’ una cosa buona e giusta: ma gli uomini di buona volontà ci sono? Che non sia un modo di mettere gli uni contro gli altri. Sarebbe gravissimo.
Eliminata la faziosià e mettendo in campo l’intelligenza il problema è risolvibile.
La forza di persuasione  in difesa di Porchiano e della intangibilità di quei luoghi è grande: sono ragionamenti logici, chiari, obiettivi, non confutabili.
Voglio fare una ultima considerazione: affidarsi solo ai tecnici per decidere non ha senso. Rimettersi al loro parere dicendo " io non me ne intendo, mi affido ai tecnici" significa essere a sovranità limitata, non si può e non si deve delegare ad altri la sorte della nostra terra: è come se un elettricista dovesse parlare solo di elettricità, un falegname solo di legno, un fabbro solo di ferro. Dobbiamo invece essere capaci di prendere tutti insieme una decisione con convinzione e serenità, entrare nel problema  e ognuno si assuma, secondo il ruolo e le funzioni, la propria responsabilità, io mi sono già preso la mia.
Ultima nota: aleggiava in questo Consiglio Comunale dell’11 giugno nelle parole di molti, soprattutto del dott. Piro, una convitata di pietra. Penso che le ultime parole su questo tema potrebbero essere le sue: ubi maior minor cessat. Non arriviamo a tanto. Per favore.          
Carlo Pirrami

12 giugno 2010
Depuratore di Porchiano: scelta tecnica-economica e non faziosità politica

Ieri si è svolto, in Consiglio Comunale, un ampio dibattito sul tema del depuratore. Nonostante i miei appelli, e quelli dell’intera Maggioranza, per riportare il problema sul piano tecnico ed economico, i Sinistri hanno proseguito a batter il tasto politico con le solite accuse rivolte alla Giunta Ruggiano. Tutto questo pur quando le relazioni dei tecnici, dottor Piro e dottor Antonielli (ATO ed Umbria Acque), avrebbero dovuto riportarli con i piedi sulla terra.
Sollevato ogni coinvolgimento diretto dell’Amministrazione sulla scelta del sito, i due tecnici hanno relazionato, sotto il profilo legislativo e progettuale, su l’iter che ha portato all’individuazione del sito. Dietro pressanti domande, sia dei consiglieri di Minoranza che degli esponenti dei comitati, hanno affermato che si potrebbe fare, in merito, una scelta diversa, qualora risultasse un incompatibile impatto ambientale sul territorio. Siamo dunque alla fase progettuale che non è definitiva, come non è definitiva la scelta del sito, anche se per ora è indicato quello di Porchiano.
Voglio ribadire la mia personale posizione in merito che mi trova dipendente dai dati e dalle decisioni tecniche. Certamente non ho in animo di danneggiare dei cittadini residenti di un luogo, piuttosto che altri cittadini residenti di un altro. L’Amministrazione non ha interessi particolari se non quello che il depuratore sia da fare ed al più presto. Ergersi ad esperti ed avere la presunzione che spetti alla politica assumersi certe responsabilità che competono meramente ai tecnici, non mi trova d’accordo. Il sottoscritto assumerà le sue responsabilità politiche avallando le scelte che faranno gli organi e le figure tecniche.
Ormai a cavallo della legittima protesta (si difendono da ciò che pensano sia un loro nocumento) dei residenti di Porchiano, i Piddini e l’esagitato Caprini, seguitano ad accusare la Maggioranza di responsabilità diretta sulla scelta del luogo e di non aver partecipato i cittadini alla vicenda. Voglio ricordare che quando si voleva costruire il mega impianto per centomila unità a Montemolino, alcuni cittadini si sono trovati con una lettera di avviso di esproprio, senza che avessero mai inteso parlare di depuratore. Allora dunque ci fu partecipazione? L’ho detto, durante la seduta consiliare, e per questo sono stato aggredito ed offeso dal signor Caprini, il quale ultimamente si dedica ad ingiuriare, andando fuori di testa, i suoi avversari politici. E’ accaduto anche la sera avanti in conferenza dei capigruppo, quando ha pesantemente oltraggiato il Presidente Pizzichini. Dico pesantemente perché così è stato. Questo clima di aggressione e provocazione, sempre accompagnato da ironica sufficienza, non si confà al mio temperamento, che seppur bellicoso, non mi trova mai distaccato dalla sfera prettamente politica. Per il comitato “Contro il depuratore di Porchiano” ha parlato il signor Marini, ribadendo che le loro ragioni di opposizione non hanno nulla a che vedere con appartenenze partitiche. Nel suo civile ed apolitico confronto dichiara subito che -tale scelta è una delle operazioni più scellerate sotto il profilo ambientale che mente umana possa concepire-, per poi aggiungere che la scelta di Porchiano è una scelta prettamente politica, attribuibile a coloro che governano la nostra città. Se non è faziosità politica questa, che mai sarà? Tanto più che gli interventi dei due tecnici hanno escluso che sia stato il Comune di Todi ad indicare la scelta di Porchiano.
Sono del parere che non si possa serenamente affrontare questo problema se chi, giustamente, intende tutelare e difendere il proprio territorio, si mette nelle mani di capipopolo ideologicamente inquadrati e motivati.
Mario Epifani – Fiamma Tricolore Tuderte

8 giugno 2010
Sono le donne a sostenere il welfare privato

Adeguarsi al richiamo europeo sulla durata del lavoro femminile è certo importante. Va però considerata la specificità del nostro Paese, dove gran parte del welfare privato è sulle spalle delle donne, a partire da quelle che lavorano e che fanno impresa; la sfida è conciliare i tempi e orari nella quotidianità.
Mina Pirovano, presidente del Comitato per l’Imprenditoria Femminile della Camera di commercio di Monza e Brianza.

6 giugno 2010
Depuratore di Todi: assemblea pubblica del Comitato per l’Ambiente

Il Comitato per  la Salvaguardia dell’ambinete ribadisce la necessità assoluta di individuare insieme ai cittadini del Tuderte il luogo idoneo alla costruzione del depuratore ed è per questo che è indetta una ASSEMBLEA PUBBLICA GIOVEDI 10 giugno ALLE ORE 21  presso la BALERA DUE MARI di PONTECUTI alla quale  sono stati invitati il sindaco, l’Amministrazione comunale e i consiglieri comunali tutti.
Tutti gli altri comitati del territorio e tutti i cittadini sensibili alla salvaguardia dell’ambiente, alla difesa del nostro territorio e  alla qualità della vita sono invitati a partecipare al confronto e a portare il loro prezioso contributo alla discussione. 
Si  ribadisce che il COMITATO non è contrario a priori ai deupratori, né si riconosce in alcun organismo politico né partitico. Centinaia di cittadini hanno sottoscritto un documento e aderito al comitato,  gli aderenti al comitato sono indistintamente elettori di centrodestra, centrosinistra e astensionisti.
Il Comitato non ha mai inteso indicare qualsiasi sito alternativo, ma chiede che l’individuazione sia motivata e frutto di condivisione e partecipazione cittadina!
Ma  l’Amministrazione comunale è chiamata a rispondere alle legittime domande dei cittadini per le quali il Comitato non ha mai ottenuto risposte fino ad oggi nelle due
assemblee pubbliche precedenti:
Con quali motivazioni si è soprasseduto alla Delibera  75 del 05.10.2006? CHI ha indicato il sito di Porchiano e con quali criteri? Chi ha indicato le Ditte per eseguire i sondaggi? Con quali soldi si sono eseguiti i sondaggi?
Chi li ha eseguiti? E quanti soldi dei cittadini sono stati spesi per tutto questo?
Ci sembra opportuno sottolineare l’incongruenza di una Amministrazione Comunale che da una parte sponsorizza le Gole del Forello per rilanciare il turismo e lo sport in questa zona e dall’altra ne disconosce le potenzialità naturali, turistiche ed economiche decidendo di costruire un impianto di depurazione che per impatto e dimensioni  snatura uno dei luoghi più suggestivi del corso del nostro fiume, luogo dei più visibili da ogni frazione del circondario: ASPROLI, PORCHIANO, CASEMASCE, CORDIGLIANO, CANONICA, PONTECUTI, QUADRO, MONTELUPINO, tutte ad alta densità abitativa.
Il COMITATO PER LA SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE


2 giugno 2010
Riordino scolastico: a Marsciano il Pdl boccia la Giunta Todini

Sui problemi legati al riordino scolastico la Giunta Todini deve prendere atto della situazione reale sul territorio ed evitare di creare sogni che mettono in contrasto tra loro le diverse comunità del nostro Comune.
È necessario chiarire quali sono le priorità che l’amministrazione vuole centrare. Per il Pdl i punti cardine sono: la indiscutibile libertà di un genitore di mandare il proprio figlio nel plesso scolastico per lui migliore, e il mantenimento nei limiti dettati dal Ministero delle strutture che rispettino i parametri numerici, o che siano stati autorizzati a delle deroghe.
La naturale “pendolarità” di alunni dai luoghi di residenza a scuole lontane evidenzia quanto siano oggi importanti per i genitori i contenuti ed i “servizi” delle strutture scolastiche.
Per esempio, l’introduzione del tempo pieno nella elementare di Papiano ha determinato la sopravvivenza di quel plesso a discapito di quello di San Valentino oggi in difficoltà. Questa è la naturale conseguenza delle scelte fatte in precedenza. È strano che solo ora il Sindaco se ne sorprenda, proponendo la chiusura “anticipata” della elementare di San Valentino, la chiusura della media di Papiano e la chiusura della media di Cerqueto, quest’ultima con più di 70 alunni, ben oltre i 50 richiesti dal Ministero, per “inventarsi”una media a San Valentino in una struttura non adatta e comunque non dotata di nessuna prospettiva.
È una grande forzatura, nata per accontentare tutti e che invece, alla luce delle assemblee pubbliche, tutti scontenta.
Dietro il concetto di “solidarietà” fra comunità si nascondo invece la voglia dell’Amministrazione di condizionare le scelte dei genitori su dove mandare a scuola i propri figli, a discapito della localizzazione dei plessi e della qualità delle strutture oltre che della loro offerta formativa.
La logica, invece, porterebbe a non toccare la scuola media di Cerqueto, perché risponde ai limiti ministeriali, anche in prospettiva, e perché difficilmente un genitore di questa frazione sceglierebbe un plesso tutto da immaginare a San Valentino rispetto alla struttura del Capoluogo.
La scuola media di Papiano, purtroppo, in mancanza di 6/7 alunni necessari alla formazione della nuova prima classe, va chiusa, anche alla luce dei numerosi tentativi fatti a tutti i livelli per “reperire” nei territori limitrofi gli alunni necessari.
L’elementare di San Valentino, in presenza della deroga che permette la sua sopravvivenza sicura per un altro anno, forse due, è da difendere, con la consapevolezza del rischio chiusura in futuro dove mancassero investimenti indispensabili a migliorare l’appetibilità di questo plesso rispetto a quelli dei territori vicini.
Chi oggi se la prende con la Gelmini, vuole dimenticare che il processo di razionalizzazione del sistema scolastico è cominciato diversi anni fa ed è proseguito sotto Governi, nazionali e regionali, di tutti i colori politici.
La strada che il Sindaco sta immaginando porta a negare l’evidenza che le risorse per sostenere piccole strutture scolastiche sono risorse tolte per offrire agli italiani di domani una formazione di qualità degna di Paese europeo.
Francesco Zappulla, David Liotti – Pdl Marsciano

2 giugno 2010
Sulle scuole del comune di Marsciano
 
Venticinque Maggio, San Valentino della Collina, assemblea pubblica per discutere di scuola. Andiamoci. La scuola è da sempre un nervo scoperto sia di chi ammnistra, sia di chi ne usufruisce, sia di ci lavora. L’oggetto in discussione è la proposta dell’amm.ne comunale di Marsciano: visti i numeri insufficienti per mantenere in vita la scuola Primaria del paese, previo accorpamento delle classi, ossia formare pluriclassi, si potrebbe situare una scuola Secondaria di Primo grado (già sc. madia) a San Valentino della Collina che accoglierebbe le utenze delle sc. medie di Papiano, in forte sofferenza, e di quella di Cerqueto. Si trasferirebbero gli alunni dell’attuale sc. Primaria di San Valentino presso l’edificio della sc. dell’Infanzia di Castello delle Forme apportando le dovute modifiche strutturali. Questa potrebbe essere una "opportunità", come definisce il sindaco Todini, per prevenire gli interventi impietosi della legge scolastica dello Stato in vigore e in graduale applicazione. Senza addentrarci nei sentieri  segnati dai partiti, approviamo l’interesse evidenziato dall’amm.ne per la scuola quando dà la possibilità alla gente di esprimersi e di confrontarsi, magari prevedendo per il futuro un moderatore che "educhi" alla civile discussione. Se ci sono interventi mirati al risparmio pubblico e che tendano ad un’equa distribuzione delle opportunità, siano essi ministeriali che comunali, troveranno la nostra condivisione. E’ tempo di superare ritrosie e risentimenti, retaggi di politiche miopi e perimetrate. Basta di fare calcoli e previsioni, di contare metri di distanza, supporre scelte individuali future e, ahimè,  schierarsi da una parte o dall’altra pensando al tornaconto elettorale. La scuola è un’altra cosa, non è nè del sindaco nè dei consiglieri, non è degli insegnanti o dei genitori. La scuola è degli studenti, dei bambini e dei ragazzi, e ieri sera non si è parlato del loro benessere educativo, di un progetto di crescita migliore, di proposte alternative diversificate in un disegno socialmente trasversale. Sarebbe stato interessante sviluppare l’argomento del Dirigente del 2° Circolo dr Montella sul POF, su come scuole di ordini diversi possano elaborare piani di studio allargati a tutto il territorio, mettendo in rete le progettualità di ogni scuola per costruire davvero una crescita comune. Questa preoccupazione doveva prevalere, più dei conti e delle previsioni, più di quel pro domo sua sovrabbondante e quel ridacchiare malizioso al nominar la scuola di San Biagio della Valle. Avremmo voluto sentir parlare le insegnanti di quali sono gli svantaggi delle pluriclassi, oppure di come si insegna a una classe di 3/4 alunni. Sarebbe stato giusto che fossero stati i bambini a decidere di scioperare e che gli adulti avessero suggerito loro di far prevalere il valore di andare a scuola piuttosto che scimmiottare i grandi. Ricordiamo all’assemblea, senza ombra di saccenza, i ragazzi di Barbiana che facevano chilometri a piedi pur di "sapere". La palestra era ed è la vita e le discussioni dovrebbero accendersi sui programmi, sui sistemi o, al massimo, si interventi che ritardino un equo processo di adeguamento. Siamo convinti che se fossero gli alunni a dover scegliere tra il "dove" andare a scuola e il "cosa e il come" imparare preferirebbero sicuramente la seconda possibilità.  
Gaetana Luchetti


2 giugno 2010
Il business delle “malattie” mentali

La grancassa mediatica continua con gli slogan di marketing per promuovere il nuovo psicofarmaco di turno, enfatizzando qualche “pseudomalattia” che verrebbe curata da tale psicofarmaco:
“ Oltre un milione di italiani soffre di disturbo bipolare, nel quale si alternano stati di depressione a stati di ‘euforia’ maniacale……Da alcune settimane e’ disponibile anche in Italia un farmaco a base di quetiapina per la depressione bipolare che, secondo gli esperti, ”riduce il rischio di viraggio verso la fase maniacale”. “ (Ansa)
Di pochi giorni fa il disconoscimento di una di queste “pseudomalattie”, “la dipendenza da Internet (Internet Addiction Disorder, IAD)”,"In 25 anni di occupazione non hanno incontrato un solo paziente affetto da questa ‘dipendenza’, sarebbe come parlare di tossicodipendenza da telefono, non ha senso", ha dichiaratoJosé Miguel Gaona, uno psichiatra specializzato in dipendenze e un dottorato in medicina presso l’Universidad Complutense de Madrid . (Aduc.it)
Dal 2000 al 2008, conferma un rapporto di Osservasalute, il consumo di psicofarmaci è più che triplicato, ed è spinto soprattutto dai giovani. (26/5 La Stampa)
Come mai, nonostante tutti questi farmaci “miracolosi” che “prevengono” e “curano” aumentano sempre di più i “malati mentali”? In base alle dichiarazioni degli stessi psichiatri.
Secondo le statistiche dell’Osservatorio dei comportamenti e la devianza dell’Università Sapienza di Roma, sono quasisettantamilai bambini che ricevono trattamenti con psicofarmaci, e meno di un caso su tre ne ha davvero bisogno.
Non si può continuare a smerciare le emozioni della vita come comportamenti anormali da inquadrare in qualche “malattia” o “disturbo” mentale e poi far credere che una pillola lo risolverà. Queste pillole, oltre a ingabbiare le emozioni, rendono le persone dipendenti per anni o tutta la vita, per il piacere di coloro che ne hanno un rientro finanziario legato all’aumento degli introiti di grosse multinazionali farmaceutiche.
Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani avverte di informarsi sugli effetti collaterali di queste pillole, di richiedere analisi mediche in merito a situazioni di malessere psichico, a volte le cause sono fisiche, e richiedere l’applicazione del consenso informato.
Silvio De Fanti – Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus

2 giugno 2010
Indietro tutta del Governo sulle energie rinnovabili

Indietro tutta del Governo sullo sviluppo delle energie pulite del nostro Paese. Abolendo infatti il ritiro da parte del GSE dei Certificati Verdi in eccesso, si sferra un colpo micidiale ad uno dei pochissimi settori che in questi mesi ha mostrato segni di crescita e dinamismo a livello nazionale e locale come in Umbria e a Perugia.
L’articolo 45 contenuto nella manovra finanziaria, destabilizza tutto il settore delle fonti rinnovabili, e inconcepibilmente, senza che ci sia peraltro alcun effetto per le entrate dello Stato, visto che il meccanismo dei Certificati Verdi prevede che siano  le aziende del settore energetico a produrre  una quota minima da fonti rinnovabili e a muovere così i progetti da biomasse e biogas, eolici, geotermici, idroelettrici.
Ma il Governo si è sino adesso rifiutato di aumentare la percentuale di energia elettrica che i produttori dovrebbero fare con le rinnovabili: adeguamento che sarebbe invece necessario al fine di adeguare quella quota agli obiettivi europei da raggiungere entro il 2020. Per questo, con una norma del 2008 di questo Governo, che ora contraddice se stesso,  in accordo con la riforma delle incentivazioni che con il Governo Prodi fu realizzata nella scorsa legislatura, si faceva obbligo al GSE di ritirare i certificati verdi in eccesso ‘sino al raggiungimento degli obiettivi europei’. Ma senza alcun onere per i conti dello Stato, perché, come d’altronde succede in tutto il mondo, sono soldi che provengono direttamente dalle bollette.”
Ben 25mila lavoratori del solo settore dell’eolico, di cui 5000 ‘assunti’ nel 2009, assistono con angoscia a questa misura iniqua e incomprensibile, che se verrà approvata significherà inevitabilmente lo strangolamento dell’intero settore delle rinnovabili e non trova altra spiegazione che quella dell’abbandono delle fonti rinnovabili, forse per inseguire la chimera nucleare.
Il governo con questa norma, che rende impossibile anche la costruzione di un piano credibile di sviluppo delle rinnovabili – a livello nazionale e locale – che invece dovrebbe consegnare a Bruxelles entro il 30 giugno, deprime il mercato e rallenta l’occupazione, proprio quando finalmente la produzione di rinnovabili è cresciuta, tanto da contribuire nel 2009 a un quarto dei  kwh di energia elettrica prodotta in Italia. Sembra che anche il competente Ministero dello Sviluppo economico, fosse ignaro e contrario al provvedimento, ma purtroppo il Governo conferma improvvisazione in tutte le materie che riguardano l’ambiente.
Francesco Ferrante – senatore e Lorena Pesaresi, assessore Comune di Perugia

1 giugno 2010
Umbria solidale? Macchè, siamo al "si salvi chi può"

Occorreva chiudere una delle due filiali della Banca d’Italia? Ovviamente chiude Terni. La macchina regionale è ridondante ed occorre dare un segnale? Si chiude la Comunità Montana di Terni ma rimane il Consorzio di Bonifica Tevere Nera che i ternani sono costretti a finanziare con una tassa famigerata che ha tutte le caratteristiche dell’imposta. Si deve ancora tagliare? Non si toccano le ASL che potrebbero essere ridotte ad una per provincia, ma si unificano le ATER, ovviamente chiudendo quella di Terni. A nessuno viene in mente che forse in un impeto di generosità la sede potrebbe anche essere collocata nella seconda provincia.
Neanche per sogno! D’altronde da anni ormai gli uffici regionali a Terni rappresentano una sorta di morto che cammina, privati completamente di quasi di funzione che conti, di dirigenti, di assessorati.
Si mette mano ai trasporti? Ovviamente l’ATC perde la sua autonomia e diventa un piccolo ingranaggio pari al 20% della Holding regionale con sede a Perugia. L’Università aveva assecondato più che voluto un Polo Universitario a Terni, non una banale sede distaccata come tante ma una sorta di seconda sede principale. Oltre quattromila studenti occorrono come l’ossigeno all’Ateneo perugino per non scendere pesantemente nelle classifiche nazionali, ma molti altri vantaggi ha avuto Perugia e molti docenti, soprattutto di Medicina, hanno utilizzato, fino a quando ha loro fatto comodo, l’Azienda Ospedaliera di Terni come comodo trampolino di lancio per andarsene nel momento in cui spazi ben più ambiti si aprivano altrove. Ebbene nel momento dei sacrifici si tagliano a Terni corsi di laurea magistrale,  perfettamente funzionanti, con 50 studenti per lasciare intatti altri con 17 studenti a Perugia. Senza contare i due corsi di laurea veri in Biotecnologie e Architettura che non esistevano in Umbria, che Terni aveva rivendicato ma che sono sorti nel capoluogo regionale. Il tutto nonostante che il Comune di Terni (oltre ad aver fatto errori madornali) abbia investito in dieci anni qualcosa come 30 milioni di euro fra sedi e contributi alla gestione. Potremmo continuare all’infinito questa sorta di bollettino di guerra in cui esiste una sola Caporetto, quella della Conca Ternana. Le ragioni di questa disfatta su tutti i fronti? Una assoluta inadeguatezza della classe dirigente di Terni che, notoriamente, fatte salve le poche eccezioni, ha barattato sempre la difesa  del proprio territorio con la carriera personale, ma anche una cultura un po’ bottegaia di molti perugini, di destra e di sinistra, che da sempre hanno trattato Terni come  la Lega tratta spesso il Sud. Con distacco, con noia, talvolta con disprezzo. L’intervento di Franco Asciutti, ma molti la pensano come lui, è un esempio lampante.
Ebbene, parlo da umbro doc, perché nato e vissuto a Perugia fino a trent’anni, trasferito per lavoro a Terni dove ho dato tutto ciò che un cittadino dovrebbe dare ed avuto anche non poche soddisfazioni. Conosco quindi molto bene entrambe le realtà. Terni deve ritrovare l’orgoglio di una appartenenza che si sta ogni giorno affievolendo sotto i colpi di attacchi continui. 
Altro che Umbria mediana, dobbiamo aprire una “Vertenza Terni” perché o si difende questo territorio e lo si rilancia, con le energie migliori, di qualsiasi colore politico, oppure tra pochi anni saremo ridotti ad una marginalità ancor più deprimente, senza ruolo, solo con la retorica dei ricordi, un ectoplasma della “Terni dinamica” che fu.
Occorre dire basta, anche con iniziative eclatanti, al Governo che non ha mantenuto gli impegni sottoscritti con il patto di territorio, all’Università, ma anche e soprattutto alla Governatrice Marini che sembra assecondare questa spoliazione sistematica.  
Occorre che la gente scenda in piazza, manifesti, educatamente ma senza equivoci. Né si illuda la c.d. borghesia, ammesso che esista ed abbia mai avuto un ruolo, perché tra poco anche tante libere professioni non avranno più spazio per sopravvivere e chiuderanno come i moltissimi negozi del centro abbandonati in cui neanche i cinesi sono più interessati a venire. 
Ultima ratio, credo opportuno cominciare a riparlare di referendum per abbandonare l’Umbria ed andarcene con il Lazio, prima che sia troppo tardi. Mai si è voluto accettare il principio del riequilibrio territoriale, proprio da coloro che oggi in regione godono dei privilegi di questa sperequazione. Ma il vaso è colmo e, dai prossimi giorni, o inizieranno a rullare i  tamburi o sarà la fine per inedia. Noi non intendiamo arrenderci.    Enrico Melasecche – Cristiano Crisostomi

1 giugno 2010
Sindacati di Polizia e Questore di Perugia contro

Venerdì 28 maggio il cartello sindacale composto dalle OO.SS. SIAP, SILP-CGIL, UGL-Polizia di Stato, CONSAP e Federazione S.P., che rappresentano circa il 60% dei poliziotti che operano nella provincia di Perugia, ha interrotto le relazioni sindacali con il Questore di Perugia.
E’ notorio che da diversi anni anche il Comparto Sicurezza è stato oggetto di “tagli” indiscriminati da parte di tutte le parti politiche che si sono succedute al governo del paese e che hanno riguardato sia il ricambio del personale posto in quiescenza, sia le risorse finanziarie in senso lato. 
A fronte di tale situazione queste OO.SS. chiedono da tempo al responsabile di questa provincia per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, un impiego razionale delle esigue risorse umane soprattutto in ragione della crescente domanda di sicurezza proveniente dai cittadini perugini (vedasi centro storico e vari quartieri aggrediti da sodalizi criminali).
In questi giorni il Ministero ha disposto il trasferimento presso la locale Questura di un certo numero di operatori che, purtroppo, non sono stati destinati dal Questore per incrementare l’Ufficio Volanti, ossia il principale presidio deputato ad arginare e prevenire le aggressioni criminali di cui sono vittime i cittadini.
Anche questa volta il Questore di Perugia ha inteso affrontare il problema dalla fine, ossia rivolgere gli sforzi per attenuare o eliminare gli effetti ma senza impegnarsi più di tanto nell’opera di prevenzione.
Taluni servizi se pur importanti, come quelli investigativi, non devono essere privilegiati rispetto ad altri, come quelli preventivi espletati dalle Volanti che quotidianamente danno risposte immediate e visibili alla cittadinanza.  
Queste OO.SS. ritengono che i cittadini di Perugia e gli operatori della sicurezza che prestano la loro opera su questo comprensorio, meritano molta più considerazione e assunzione di responsabilità da parte di chi ne è investito.
Per i motivi suddetti, la maggioranza dei sindacati di Polizia perugini manterranno lo stato di agitazione e l’interruzione dei rapporti sindacali fin quando l’Amministrazione non darà risposte concrete ai problemi reali. 
LE SEGRETERIE PROVINCIALI di PERUGIA

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