Non hanno ancora scelto se chiamarla “Italia mediana” o “Italia di mezzo”, anche se la gran parte della stampa preferisce il secondo nome, forse perché questo termine rende meglio l’idea di una zona stretta tra un Nord che si crede autosufficiente ed un Sud dove lo Stato stenta ad affermarsi nella coscienza stessa dei cittadini.
Comunque sia le regioni interessate sembra abbiano compresa la necessità di costruire un patto al fine di attuare insieme programmi e strategie comuni e valorizzare il ruolo di cerniera di questa terra, ruolo indispensabile per l’unità del paese.
Così il prossimo 21 maggio Perugia, sarà capitale temporanea dell’Italia mediana, per un appuntamento chiamato “Stati Generali dell’Italia Centrale per l’unità del paese e la ripresa economica”.
Ci saranno: Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Toscana ed Umbria che hanno posto le premesse della realizzazione di questo progetto attraverso il Patto di Cagli, redatto nell’ottobre dello scorso anno.
In un comunicato dell’amministrazione provinciale di Perugia si dichiara o si auspica che “Il summit sarà un’occasione per ‘fare’ insieme l’Italia di Mezzo, ponendo alla ribalta questioni importanti che costituiranno il fil rouge volto a migliorare le istanze del cuore del paese e lo stato dei cittadini di queste regioni centrali. Regioni che vogliono far sentire la propria voce e porsi in modo costruttivo al centro un’Italia che non può viaggiare con due passi diversi: una parte inserita nei grandi assi dello sviluppo e l’altra emarginata e tutta fuori da questi circuiti.”
Ci saranno, tra gli argomenti, anche alcuni molto concreti ritenuti prioritari: la E 78 Fano Grosseto, prima infrastruttura trasversale della penisola; il completamento della Perugia – Ancona e più in generale l’attuazione della modernizzazione infrastrutturale (assi stradali, linee ferroviarie, etc); le possibilità di sviluppo futuro del territorio e della sua forza imprenditoriale, anche alla luce della pesante crisi che si sta attraversando; la possibilità di un patto sociale con il mondo produttivo, economico e sociale; il rilancio del ruolo della piccola e media impresa diffusa attraverso l’innovazione, la valorizzazione del patrimonio locale in ambito turistico, agricoltura di qualità e produzione di energia da fonti rinnovabili; l’attuazione del federalismo, in particolare fiscale; lo sfruttamento delle opportunità offerte dall’Europa e l’integrazione fra regioni, specialmente in favore dei territori marginali; il rafforzamento degli investimenti in campo formativo; il coordinamenti degli interventi, in particolare nella fascia appenninica.
Il summit, che sarà moderato da Giuliano Giubilei, Vice Direttore del TG3, vedrà la presenza dei Presidenti delle Province di Perugia Marco Vinicio Guasticchi, di Pesaro e Urbino Matteo Ricci, di Firenze Andrea Barducci, di Roma Nicola Zingaretti. Non mancheranno all’appuntamento i Presidenti delle Regioni Umbria, Marche e Toscana: Catiuscia Marini, Gian Mario Spacca ed Enrico Rossi.
E’ prevista la presenza del Vice Presidente del Senato Sen. Vannino Chiti.
Parteciperanno, inoltre, vari rappresentanti delle istituzioni che hanno aderito al Patto di Cagli e rappresentanti del mondo economico, sociale, dell’istruzione e della cultura quali Bruno Bracalente, professore ordinario di Statistica Economica all’Università di Perugia e Ilvo Diamanti, professore ordinario di Scienza Politica all’Università “Carlo Bo” di Urbino.
Anche la Provincia di Terni si è espressa richiedendo "Un marchio di qualita’ dell’Italia Mediana che esalti e promuova le eccellenze dell’Italia centrale in tutti i settori e sia anche il simbolo di innovazione." .
Nel documento approvato all’unanimita’ dal Consiglio della Provincia di Tern si sottolinea la necessita’ di ”riaffermare i valori fondamentali della Carta costituzionale, per un’idea di federalismo che incarni i principi di solidarieta’, partecipazione, responsabilita’ e unita’ nazionale”.
Intanto oggi, in attesa delle decisioni dei "generali", le truppe si sono già mobilitate.
I sindaci chiedono una revisione del Patto per poter utilizzare i soldi risparmiati per continuare a garantire i servizi ai cittadini, pagare le imprese che hanno lavorato, fare i lavori pubblici necessari, contribuire a riavviare l’economia locale.