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Etichette di vini umbri  hanno ricevuto almeno due riconoscimenti top dalle cinque principali guide nazionali e dalla critica internazionale
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Tra le 12 le ‘blue chips del vino italiano’, le etichette-mito del vigneto italiano che uniscono l’eccellenza ai grandi numeri di produzione, i giganti buoni che si presentano al Vinitaly con i propri gioielli, non manca il sapore dell’Umbria.
La magnifica dozzina è stata selezionata dal periodico ‘Civiltà del bere’ e verrà presentata in una delle degustazioni ufficiali del Vinitaly, di oggi.
Fanno parte del listino queste aziende vinicole
: Allegrini (Veneto) con 125 mila bottiglie di Amarone della Valpolicella Classico Doc 2005; Antinori (Toscana) con 350 mila bottiglie di Tignanello, Igt Toscana Rosso 2006; Cantina Santadi (Sardegna) con 80mila Terre Brune, Carignano del Sulcis Superiore Doc 2005; Cantina Tramin (Trentino Alto Adige) con 55mila Nussbaumer, Gewurztraminer Alto Adige Doc 2008; Falesco (Lazio-Umbria) con 55mila Montiano, Igt Lazio 2007; Firriato (Sicilia) con 120mila bottiglie di Harmonium, Nero D’Avola Igt Sicilia 2007; Fontodi (Toscana) con 50mila Flaccianello della Pieve, Igt Colli della Toscana centrale 2006; Lungarotti (Umbria) con 50mila Rubesco Vigna Monticchio, Torgiano Rosso Riserva Docg 2005; Mastroberardino (Campania) con 80mila bottiglie di Radici, Taurasi Docg 2005; Ornellaia (Toscana) con 140mila bottiglie di Bolgheri Rosso Superiore Doc 2006; Planeta (Sicilia) con 88mila Cometa, Igt Sicilia bianco 2008; e San Guido (Toscana) con 180mila Sassicaia, Bolgheri Sassicaia Doc 2006.
Si tratta di etichette che hanno ricevuto almeno due riconoscimenti top dalle cinque principali guide nazionali e dalla critica internazionale (Parker, Wine Spectator, …), e che, come precisa il caporedattore di Civiltà del Bere Alessandro Torcoli, «hanno anche massa per essere di fatto reperibili nei mercati di 50 Paesi. »

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