A Marsciano ci sarebbero tre indagati per "traffico illecito di rifiuti". Come in parte previsto al momento del sequestro di due laghetti a Papiano e Sant’Elena da parte dei carabinieri del Noe, la vicenda sta conoscendo clamorosi sviluppi.
Manuela Comodi, sostituto procuratore a Perugia, ha aperto infatti un fascicolo sulle problematiche ambientali del depuratore di Olmeto e quindi sulla gestione del biodigestore e sulle tecniche di smaltimento dei reflui zootecnici.
Per il momento i due atti sarebbero separati (iscrizione nel registro degli indagati e sequestro dei laghetti), ma la connessione tra i due filoni di indagine appare evidente.
La vicenda coinvolge direttamente Comune di Marsciano e Sia, la Società di Igiene Ambientale che si ha in carico la gestione del depuratore e i cui vertici hanno ricevuto due giorni fa la denuncia per aver effettuato nei due laghetti il "deposito di rifiuti liquidi in assenza di autorizzazione".
L’Amministrazione Todini aveva sostenuto ieri la regolarità degli invasi, anche per coerenza con l’ordinanza sindacale di inizio anno, con la quale disponeva lo stoccaggio delle acque azotate negli invasi, in attesa di effettura la fertirrigazione, per evitare lo straripamento delle lacune di stoccaggio a servizio dell’impianto di Olmeto.
Il dibattito, spesso sfociato in scontri durissimi, sul funzionamento del biodigestore di Olmeto va avanti da anni, con la contrapposizione fra il comitato di residenti da una parte ed il Comune, la Sia e gli allevatori dall’altra che si era rinfocolata in occasione delle ultime elezioni e dopo gli arresti scattati nell’agosto dello scorso anno per la gestione del depuratore di Bettona, caso che si è sempre ritenuto potesse avere diverse analogie con quello marscianese.