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Il Comitato di redazione legittima il comportamento della Direzione, che ha sospeso dalla conduzione del Tg un giornalista per la sottoscrizione di una lettera in sostegno ad un candidato al Consiglio regionale; teorizzata la "sovranità limitata", anche nel privato, per i giornalisti
tgr-rai

Non si conosce integralmente la posizione del Comitato di redazione della Testata giornalistica regionale Rai dell’Umbria sul caso Chioini, ma l’impressione è che il disagio dei giornalisti, "per il clima di profondo malessere che affligge l’informazione televisiva in Italia",  sia sfogato in un timore reverenziale.
Sembra, dagli stralci del comunicato reso noto, che il Cdr  accetti come normale che i comportamenti privati e legittimi tenuti fuori dal lavoro possano essere usati come arma per condizionare i comportamenti sul lavoro e sembra che vogliano che una tale prassi sia applicata anche ad altri casi.
Quasi che ci siano "figli e figliastri" e che si possa dare il via all’inquisizione su cosa pensano e cosa fanno fuori dal lavoro coloro che stanno ai Tg.
Il Comitato infatti «si fa interprete della volontà di tutti i colleghi e tutte le colleghe di svolgere il proprio ruolo all’interno del servizio pubblico garantendo il massimo equilibrio in un periodo in cui si registra un forte inasprimento dei toni della competizione politica ed elettorale.
Per questo – continua il comunicato – considera la decisione adottata dalla Direzione di testata di destinare momentaneamente il redattore Andrea Chioini solo a servizi di reportage esterno (e non, come di consueto, alla conduzione gr/tg), come una garanzia a salvaguardia del lavoro della redazione intera (e del collega stesso).
In questo senso il Cdr della Tgr Rai dell’Umbria – è detto nel comunicato – sollecita l’Usigrai a vigilare affinchè gli stessi criteri vengano applicati, sempre e comunque, in tutti i casi simili che si dovessero verificare.
Il Cdr valuta di non trovarsi davanti ad una ‘censura’ (conseguente alla sottoscrizione di una lettera in sostegno ad un candidato al Consiglio regionale); si tratta invece di un effetto derivante dal clima di profondo malessere che affligge l’informazione televisiva in Italia, un malessere sul quale invitiamo tutte le componenti sociali e politiche a riflettere più approfonditamente».
«Una realtà che redattori e redattrici della Tgr affrontano ogni giorno nella consapevolezza di svolgere un compito considerato vitale per il diritto all’informazione».

La replica di un giornalista del Tgr è nella rubrica lettere ed interventi

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