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La previsione del direttore dell'osservatorio Bina di Perugia, padre Martino Siciliani che tuttavia ammette la sorpresa per l'evento in quella zona; scuola inagibile a San Biagio della Valle
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La zona colpita dal terremoto a Marsciano è stata una sorpresa per tutti.
Ma
come avevamo segnalato, su questo sito, negli esperti c’era e c’è preoccupazione per il bacino del Mediterraneo.
Tutti si aspettano, perché tarda da troppo tempo, un forte movimento sismico nello Ionio che poi avrebbe ripercussioni anche sulla penisola italiana, una ripercussione proporzionale anche se non immediata.
Infatti i movimenti nel mare Ionio starebbero ad indicare una forte pressione della zona appenninica contro la zona Greco Albanese a Sud e contro le zone della ex Jugoslavia a nord.
Mentre però a Sud il movimento indotto dalla pressione del continente africano trova un forte contrasto da una robusta e stabile placca greca, a nord il terreno è più cedevole.
Quindi la zona sud della penisola italica si muove faticosamente mentre quella a nord si sposta nell’adriatico più agevolmente e questo movimento più ampio genera dei “vuoti” dietro di se che tendono poi ad essere riempiti dalle forze che non trovano sfogo più a sud.
Per padre Martino Siciliani, direttore dell’osservatorio sismologico Bina di Perugia, il terremoto in quella zona dell’Umbria è stato un evento inaspettato ma con una evoluzione nella norma.
Padre Martino non nasconde di essere stato colto di sorpresa dalla scossa di ieri nel marscianese ed i suoi strumenti di rilevazione hanno registrato, dopo l’evento più rilevante, un’altra scossa di medio livello alle 17,57 di ieri pomeriggio ed una quindicina, tutte piccole, nel corso della nottata.
Le previsioni dell’ esperto perugino sono per un fenomeno «che durerà due, al massimo tre settimane, con eventi tutti al di sotto di quello più forte del primo pomeriggio di ieri».
La faglia che si è attivata ieri, da Corciano a Marsciano, 16 chilometri in tutto parallela alla catena appenninica centrale, aveva cominciato il 6 dicembre scorso a dare qualche segnale nella sua propaggine nord.
Segnali che lo scienziato, per sua stessa ammissione, di dice di aver sottovalutati “anche perchè quella zona se non la consideravo asismica, poco ci manca”.
Ma ora è corso ai ripari per studiare più a fondo il fenomeno e per questo il religioso ha già fatto piazzare due centraline di rilevamento a San Biagio della Valle, uno dei borghi marscianesi sull’epicentro della faglia.
Padre Martino tiene anche a precisare che «il sisma in corso non ha nulla a che fare con quello, devastante per l’Umbria, del 1997, quando la struttura sismo-tettonica della fascia da Nocera a Foligno, di 35 chilometri, per sette mesi, con una trentina di scosse all’ora, sprigionò una quantità di energia spaventosa, paragonabile ad un monte Subasio (pieno di tritolo».
Intanto sono state una quarantina le persone che la scorsa notte hanno usufruito dei posti letto allestiti in una ex discoteca, a Spina, e nelle strutture della Pro loco.
Poco meno di 500 gli abitanti della zona di Marsciano complessivamente evacuati.
Altri 500, , quelli che hanno preferito dormire fuori dalle proprie abitazioni per paura di nuove scosse trovando ospitalità da parenti ed amici.
Nella ex discoteca, dove i posti allestiti sono circa 150, verrà servito il pranzo agli sfollati attraverso un servizio catering.
Alle 15 nel centro operativo di Spina, il sindaco di Marsciano, Alfio Todini, terrà una conferenza stampa.
Durante un sopralluogo, è stato possibile constatare che il borgo di Spina, detto il Castello, è gravemente danneggiato, con calcinacci sulle strade e case che rischiano di crollare. Inagibile anche la chiesa di San Nicola, dove è crollata una volta nella parte dell’abside ed i tecnici hanno accertato che la scuola S. Biagio della Valle è inagibile

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