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L'Umbria ai vertici della Sanità nazionale, proprio mentre le lobby si preparano a minarne alle basi le regole che ne hanno consentito il successo
rosi

E’ quasi un canto del cigno quello dell’assessore regionale alla sanità dell’Umbria quando annuncia che «L’Umbria ha raggiunto la migliore performance nazionale per qualità, efficienza e spesa pro-capite del sistema sanitario regionale».
Un addio che non è solo del politico umbertidese prossimo a lasciare la sua carica, ma probabilmente anche di quel sistema sanitario regionale ai massimi livelli in Italia.
Un sistema sanitario regionale la cui ossatura è stata ed è tutt’ora di provenienza ospedaliera, per quel che riguarda i quadri dirigenziali.
Una dirigenza che ha passato tutte le fasi della crescita del sistema sanitario: dalle opere pie degli anni ’60, alle unità socio sanitarie ed alle aziende sanitarie. Che ha affrontato crisi finanziarie da far tremare i polsi ed ha portato l’Umbria ai vertici dell’efficienza.
Ma ora quel cigno sta morendo ed il colpo di grazia glielo daranno i consiglieri regionali, ove domani dovessero approvare uno sciagurato disegno di legge che metterebbe la gestione amministrativa della sanità umbra nelle mani di valenti dirigenti per le quali la sanità è solo una branca della burocrazia da maneggiare col rispetto dovuto alle gerarchie politiche.
L’epitaffio sulla lapide lo ha dettato proprio Rosi: «Un comportamento virtuoso in un contesto economico di oggettiva difficoltà».
Dall’indagine condotta dal Centro di ricerche indipendente Cerm (Competitività, regolazione, mercati) sull’efficienza e la qualità dei servizi sanitari regionali, l’Umbria risulta la migliore regione italiana per qualità dei servizi, con il punteggio massimo di 100, e al primo posto per la minore spesa pro-capite.
Solo il Friuli Venezia Giulia ha una spesa sul livello umbro, ma si ferma a 91 punti sulla qualità dei servizi.
Tutte le altre Regioni spendono mediamente il 10 per cento in più dell’Umbria, con la Campania che arriva ad un +32%, seguita dalla Sicilia (+24,7%), dalla Puglia (+ 23%), dal Lazio (+17%) e dalla Liguria (+14%).
Le migliori dopo l’Umbria per qualità dei servizi risultano la Toscana e le Marche. Seguono, a poca distanza, l’Emilia Romagna e il Veneto, più staccata la Lombardia, con 91 punti. Anche in queste regioni si conferma che ad una buona qualità dei servizi corrispondono costi sotto controllo, anche se superiori a quelli medi umbri.
«La classifica del Cerm – ha sostenuto Rosi – ribadisce quanto già evidenziato da altrettanto autorevoli istituti come il Ceis (Centre for economic and international studies) dell’Università di Tor Vergata a cui è affidata annualmente la stesura del Rapporto Sanità, quale supporto scientifico alle scelte di politica sanitaria effettuate dalle istituzioni.
Nell’edizione 2008 si rileva che l’Umbria, posizionata abbondantemente sopra i valori medi nazionali relativi a indicatori di attività, qualità e appropriatezza, ha una spesa sanitaria pro-capite per residente più bassa tra tutte le regioni e una spesa privata tra le più contenute. Un rapporto recentemente elaborato dal ministero del Welfare sui sistemi sanitari regionali (pubblicato da Il Corriere delle sera 26.7.2009 – ndr) dimostra come l’Umbria sia fra le solo cinque Regioni con i conti in ordine a livello nazionale». «Una ulteriore conferma della qualità ed efficienza del sistema regionale – ricorda l’assessore – emerge dallo studio sulla Valutazione delle performance dei sistemi regionali realizzato dal laboratorio management e sanità della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa per il ministero del Welfare.
Nello studio, che confronta le performance dei servizi sanitari delle regioni italiane rispetto a 29 indicatori, l’Umbria si posiziona la terzo posto (insieme a Marche, Piemonte e Liguria) con 24 indicatori positivi (tra ottimo, buono e medio) sul totale di quelli riguardanti l’assistenza ospedaliera, la distrettuale e la prevenzione. I migliori risultati sono stati conseguiti per l’appropriatezza e la capacità di controllo della spesa farmaceutica. Anche rispetto al grado di soddisfazione dei cittadini sui servizi sanitari territoriali – conclude Rosi – è emerso che gli umbri valutano positivamente l’assistenza che ricevono dal medico di famiglia, valutandola come ottima nella maggioranza dei casi»

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