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Il coordinatore comunale del partito ammette un po' di "febbre" tra le mozioni, ma ritiene che non vi siano spazi per "distrazioni" dalle prossime regionali e dal "pensiero fisso" sull'amministrazione della città

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Il rush finale verso il congresso del Partito democratico è in atto in tutto il Paese. Come viene vissuta questa fase politica a Todi, dove il centrosinistra si ritrova all’opposizione? Lo abbiamo chiesto al coordinatore comunale del Pd Carlo Rossini…

Rossini, come sta andando il congresso del Partito Democratico a Todi? "Mi sembra di poter dire abbastanza bene. Ci siamo avvicinati al congresso con tre iniziative, con Fabrizio Bracco, Valerio Marinelli e Lamberto Bottini. Nei sei circoli territoriali oltre 200 persone hanno già partecipato alla fase riservata agli iscritti. Ora stiamo preparando tutto per il 25 ottobre, quando daremo la parola ai cittadini".

Eh già, c’è l’appuntamento delle primarie… "Per la verità, non sono solo primarie. Sono molto di più. Non sono solo un momento di “ascolto”. Sono un momento di decisione.  Chiediamo agli elettori, e quindi non solo agli iscritti del partito, di scegliere insieme a noi chi guiderà a livello nazionale e regionale il Pd. Ci lasciamo guidare dai cittadini, insomma, non da un capo, come succede altrove. Una bella prova di democrazia!".

Come viene vissuto a Todi questo congresso? "Un po’ come dappertutto…".

Vale a dire che tra le mozioni non sono mancati toni accesi? "Un po’ di “febbre” è arrivata anche qui. I più esperti dicono sia normale: mi fido".

Come coordinatore cosa pensa? "Credo che non possiamo permetterci grandi distrazioni. Tra cinque mesi ci saranno le elezioni regionali. E poi… Dal canto nostro, il pensiero fisso rimane su Todi, una città che da oltre due anni riteniamo, ormai non da soli, male amministrata e lasciata a se stessa. Il nostro obiettivo è e deve rimanere uno: ridare a Todi la prospettiva che oggi manca, elaborare un progetto lungimirante con persone credibili pronte a realizzarlo".

Il Pd è pronto per questo? "Per far questo serve un partito forte, un partito unito. Ed allo stesso tempo un partito plurale, accogliente, aperto che sappia rispettare le sensibilità di tutti ed esaltare le potenzialità di ciascuno. Se la si vede così, le mozioni congressuali diventano realmente quel che sono: una grande ricchezza per il partito, tante idee dalle quali partire per far sintesi, con il tempo e la pazienza necessari. Il congresso darà il la, la prima nota, ma poi dovremo suonare tutti insieme. Il partito lo costruiremo così, non certo a colpi di maggioranza".

Lei non è candidato? "No, ho scelto di non esserlo. Credo necessario che le responsabilità vengano condivise tra più persone e non cumulate. Ci sono molte candidature tuderti nelle liste regionali. Una, di grande rilievo, al nazionale. Ne sono entusiasta. Tutte persone di grande valore, molti giovani, molte donne. Credo in queste persone e nel loro impegno. Abbiamo lavorato fin qui con grande sintonia, tutti insieme. So che continueremo a farlo".

Marino, Bersani o Franceschini? "Cambio solo la congiunzione: Marino, Bersani e Franceschini. Ho, chiaramente, un’idea e la esprimerò. Ma nel mio partito ci sono tutti e tre, ci siamo tutti. Chiunque vincerà sarà la sintesi, non la maggioranza. Deve essere così e sarà così, ne sono certo".

Cosa si augura, allora? "Spero il 25 ottobre sia davvero un successo, anche a Todi, una festa della democrazia, con tante persone ai seggi che, attraverso il voto, contribuiscano alla vita del Pd e del Paese".
 

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