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Scarse le comunicazioni alla Regione da parte delle aziende dei nominativi dei dipendenti che hanno scelto di farsi vaccinare
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Nuovo segnale che la gente umbra non pare sia spaventata dall’influenza A. Sono finora poche le aziende che hanno comunicato alla Regione Umbria i nominativi dei dipendenti da vaccinare contro la nuova influenza per garantire continuità nell’erogazione dei servizi pubblici.
Sembra quasi una rivolta agli insulti di Brunetta, alle accuse di assenteismo ai dipendenti pubblici.
Stavolta che la giustificazione a stare a casa per qualche giorno ci potrebbe essere, i più preferiscono non sobbarcarsi una vaccinazione che viene vista come un qualcosa di innaturale, pensato più per motivi economici ed organizzativi che per tutelare da un grave pericolo.
Lo afferma, lo scarso successo dell’invito ai lavoratori (le aziende sono solo un tramite non potendo imporre la vaccinazione) il Servizio prevenzione della direzione sanità e servizi sociali della Regione stessa ricordando che tra le priorità della campagna di vaccinazione contro la nuova influenza c’è la somministrazione del vaccino ai lavoratori impegnati in attività essenziali per la popolazione.
Tra questi – si legge in un comunicato di Palazzo Donini -, gli operatori nel settore dell’assistenza sanitaria e i dipendenti delle aziende di produzione e distribuzione di acqua, energia elettrica, gas, comunicazioni (Poste e telefonia) e di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti.
Entro il prossimo 10 ottobre il Servizio della Regione intende comporre il quadro definitivo delle persone da vaccinare
sulla base degli elenchi forniti dalle aziende.
Da qui la sollecitazione ad individuare, nel più breve tempo possibile, il personale considerato indispensabile a garantire continuità nei servizi.
Gli elenchi del personale da vaccinare dovranno essere inviati alla casella di posta elettronica pandemia regione.umbria.it utilizzando il mod. foglio di calcolo elettronico che sarà scaricabile sul sito www.sanita.regione.umbria.it.
Si tratta di un passaggio fondamentale – affermano al Servizio – per organizzare al meglio la campagna vaccinale e quindi per mitigare gli effetti dell’influenza pandemia sul territorio regionale.
Gli umbri, invece, sembrano più interessati alla circolare inviata alle Regioni e Province autonome su un primo orientamento per la gestione delle forme gravi e complicate di influenza da virus A/H1N1.
Tra le complicanze polmonari, rare ma clinicamente significative, dell’influenza sono citate forme di polmonite primaria virale, forme di polmonite virale batterica e forme di polmonite miste, tutte da sorvegliare attentamente in relazione alla loro possibile evoluzione in Acute Respiratory Distress Syndrome (ARDS) e da trattare in modo «altamente qualificato».
La Circolare raccomanda alle Regioni e Province autonome, nel rispetto della loro autonomia organizzativa, di procedere alla identificazione dei centri a cui far arrivare i pazienti colpiti da insufficienza respiratoria acuta ed ARDS sulla base di tre livelli diversificati di complessità tecnologico-organizzativa.
Il documento infine definisce criteri per la gestione dei pazienti, dall’accesso alla terapia intensiva al successivo percorso all’interno dei centri di terapia intensiva che compongono le reti regionali, «nelle more della formalizzazione di una rete nazionale di centri di riferimento regionali e interregionali».

 
 

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