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E' quanto risulta da un monitoraggio dell'Arpa (che ha rilevato anche la vulnerabilità delle falde acquifere della media valle del Tevere) dal quale prenderà le mosse il piano regionale di tutela
lago-corbara

Il Piano regionale di tutela delle acque sarà oggetto di una audizione pubblica che si terrà lunedì 28 settembre con i soggetti interessati. Lo ha deciso la seconda Commissione consiliare di palazzo Cesaroni, presieduta da Franco Tomassoni, dopo aver ascoltato l’assessore regionale all’ambiente Lamberto Bottini.
Spiegando contenuti e finalità del documento di programmazione, l’assessore ha ricordato che il Pta, si basa su un monitoraggio costante realizzati negli ultimi cinque anni dall’Arpa, risponde ad una normativa della Comunità europea che impone, entro il 2015, di portare lo stato di salute delle acque umbre ai parametri minimi necessarie a qualificarle al livello di ‘Buono’.
In Umbria, ha precisato l’assessore, siamo già su questi parametri in diversi contesti, ma ci sono anche diverse situazioni classificabili al livello ‘sufficiente’ ed alcune eccezioni riferibili al livello “insufficiente e scadente’, in particolare nelle acque del Fiume Nestore, Maroggia, (nei territori di Marsciano, di Spoleto) e nei laghi di Corbara e Trasimeno. “Esistono anche alcune aree vulnerabili ai nitrati di origine agricola strettamente connesse con gli acquiferi della media e alta valle del Tevere poste nei territori di Torgiano, Bettona, Assisi. Su queste si dovrà intervenire per risanare situazioni in gran parte determinate dalla presenza eccessiva di residui di nitrati e di fosforo, di provenienza sia agro -zootecnica che civile ed industriale”.
L’assessore ha poi parlato di situazione complessa nell’ ambito della depurazione civile per l’eccessivo numero di agglomerati urbani che caratterizza la Regione Umbria (circa 1.300 complessivi dispersi nel territorio, di cui il 90 per cento concentra solo il 13 per cento della popolazione umbra).
Il Pta, ha ricordato Bottini, è suddiviso in tre parti: la prima fissa gli obbiettivi sulla tutela, valorizzazione, e prevenzione dei rischi di inquinamento con i miglioramenti da apportare; la seconda fotografa la situazione della qualità della risorsa idrica regionale, individuando l’esistenza di quindici bacini significativi, classificati sulla base di giudizi di qualità delle acque rispetto ai carichi inquinanti. La terza fissa obiettivi e strategie per il risparmio idrico, per il contenimento delle perdite degli acquedotti e indica le misure di intervento con i relativi costi che si distinguono in obbligatorie, complementari e di piano.

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