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Reggono solo i contributi dati alle organizzazioni che si occupano di ricerca scientifica
accattonaggio

La campagna contro di un grande Giornale del nord sicuramente non contribuirà a migliorare la situazione.
La crisi economica sta mettendo in ginocchio anche il Terzo settore.
Nella difficoltà di arrivare a fine mese, gli italiani rinunciano più facilmente al loro contributo nei confronti di associazioni e organizzazioni non profit, mettendo da parte la propria generosità.
A lanciare l’allarme è l’Istituto italiano delle donazioni sulla base della rilevazione semestrale sull’andamento delle donazioni nel Paese.
Mentre il 2008 aveva evidenziato una crescita  – il 43% delle organizzazioni non profit alla luce dei dati di bilancio effettivi, ha segnalato un incremento nella propria raccolta fondi – il primo semestre del 2009 sarebbe andato molto peggio almeno per il 27% delle associazioni che pensa di aver raccolto molto meno rispetto all’anno precedente, solo il 23% ha aspettative positive e il restante 50% pensa di essere rimasto in linea con il 2008.
Tra i settori maggiormente colpiti dalle scarse elargizioni dei privati c’è quello dell’emarginazione sociale: si è subito un calo di ben otto punti percentuali, dal 43% al 35% nella raccolta fondi. Ed è il settore che in tempo di crisi si occupa maggiormente delle fasce svantaggiate come gli anziani, i senza tetto, o le famiglie senza lavoro mettendo a disposizione fondamentali servizi sociali.
Un trend positivo invece lo hanno ottenuto le associazioni che si occupano di ricerca scientifica, come Telethon e Airc: il 60% delle organizzazioni ha migliorato la raccolta fondi nel 2008.
Stessa cosa per il settore che si occupa della cooperazione internazionale, il 40% delle ong ha registrato un aumento.
Intanto monta la protesta contro il mega-censimento fiscale imposto dalla Agenzia delle Entrate.
È grande infatti lo sconcerto delle decine di migliaia di enti associativi italiani che dovranno, entro il 30 ottobre prossimo, inviare al fisco tutti i dati «fiscalmente rilevanti» sulla loro attività, pena la perdita di molti ed essenziali vantaggi fiscali ,ma un controllo più serio dopo la proliferazione incontrollata di onlus, è forse necessario per evitare quegli abusi di cui poi "si fa d’ogni erba un fascio”
 

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