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L'autore del manifesto dell'edizione 2009 della manifestazione ha inaugurato domenica una sua personale nella Sala Affrescata di Via del Monte e presso la Pinacoteca comunale che resterà aperta fino al 20 settembre
antoniobuonfiglio

Nell’ambito del Todi Arte Festival 2009 si è inaugurata domenica 6 settembre la mostra di Antonio Buonfiglio Light metal, organizzata in due sezioni: una che comprende la produzione scultorea più recente dell’artista, presso la sala affrescata di Via del Monte, l’altra in cui sono esposte le opere di piccole dimensioni della serie Variazioni sul tema, presso il Museo Pinacoteca. 

Le operazioni artistiche di Antonio Buonfiglio si collocano all’incrocio tra pittura e scultura. La visione frontale, superficiale, offre allo sguardo una prima ipotesi di senso che poi viene complicata dallo sfondamento dimensionale nello spazio. La forza della “poesia” della scultura di Buonfiglio sta nel rapporto con la materia: poesia intesa nel senso etimologico di bellezza del “fare”. Vedere all’opera Buonfiglio, nel suo studio, circondato dai suoi attrezzi, è istruttivo: l’impressione è che Buonfiglio pensi attraverso i gesti, attraverso il controllo sapiente della manualità. L’efficacia concettuale ed estetica della sua arte non è scindibile dalla sua abilità tecnica, dalla sua capacità di manipolare la materia, di lavorarla, di forgiarla. Le sue forme arcaiche, che spesso sembrano ripetere per analogia i processi naturali di aggregazione minerale o di erosione, portano sempre il segno del lavoro dell’uomo. Non si accontentano di alludere a una forma pre-storica o extra-storica di bellezza, ma indagano l’energia che si sprigiona nel momento in cui il lavoro dell’uomo interviene a modificare e a sfidare le forme della natura, che è il momento in cui l’indistinto scorrere del tempo diventa storia. Non a caso in alcune delle opere di Buonfiglio emergono schegge di storia, come i frammenti di manoscritti antichi che storicizzano l’opera, e contemporaneamente fanno dialogare le forme della scrittura con gli sfondi cromatici cui sono associate. 
La leggerezza che Buonfiglio chiede al metallo dà voce alla protesta dell’uomo contro l’inerzia della materia. I materiali coi quali Buonfiglio preferisce cimentarsi sono materiali di ampia reperibilità e di largo impiego, tipici della produzione industriale: il polistirolo, che prepara la lavorazione dell’alluminio e con l’alluminio stabilisce una suggestiva simbiosi, e poi il legno. Ma alla logica della riproducibilità tecnica e seriale Buonfiglio oppone una trasformazione e un reimpiego dei materiali che lavorano nel senso dell’individuazione e dell’unicità: la scultura sottrae i materiali al ciclo della produzione per restituirli alla natura, alla loro bellezza organica, alla dialettica eterna di geometria e casualità. 
La mostra di Buonfiglio resterà aperta fino al 20 settembre.

 

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