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Il Consiglio provinciale ha approvato all'unanimità un ordine del giorno con il quale si chiede la  convocazione della Consulta regionale venatoria
cacciatore

Quando si avvicina settembre riprende invariabilmente il “tormentone” sul calendario venatorio. Stavolta al coro si aggiunge anche la Provincia di Perugia per la quale è necessario “Riprendere immediatamente un confronto con la Regione dell’Umbria sul tema del calendario venatorio, in modo da elaborare una proposta che tenga nel giusto conto le esigenze più sentite dalla parte maggioritaria del mondo della caccia.
Considerando anche che le potestà in capo alla Provincia in materia venatoria, sia programmatorie che consultive, debbono essere pienamente esercitate, nel rispetto delle competenze di tutti gli altri soggetti istituzionali e non. Per questo si chiede entro i primi giorni di settembre la convocazione della Consulta regionale venatoria, sede opportuna per addivenire ad una soluzione realmente partecipata e unitaria”.
La richiesta era inizialmente contenuta in un ordine del giorno, presentato dai Consiglieri provinciali Franco Granocchia (Idv) e Luca Baldelli (Prc – Se). Poi l’apppello è stato fatto proprio dalla III Commissione Consiliare indi approvato all’unanimità, nella sua ultima seduta, dal Consiglio Provinciale.
Secondo quanto esposto nel documento, la proposta della Calendario Venatorio 2009/10 ha suscitato non poche proteste da parte del mondo della caccia soprattutto per la prevista apertura della caccia nel giorno lavorativo di mercoledì 2 settembre, per le limitazioni stringenti rispetto alle specie cacciabili della migratoria ad appostamento temporaneo e per l’apertura della caccia al cinghiale dal giorno 18 ottobre al giorno 7 gennaio 2010.
Dopo l’approvazione dell’o.d.g. il Presidente della Provincia Marco Vinicio Guasticchi ha immediatamente preso l’impegno di contattare il competente Assessore regionale Lamberto Bottini per “costruire insieme scelte condivise”.
Secondo il Presidente il documento approvato dalConsiglio “rappresenta un elemento di profondo arricchimento ed evidenzia elementi discordanti rispetto ad istituzioni che dovrebbero convergere verso la valorizzazione della risorsa venatoria. Risorsa che, tra l’altro, ha un rilevante impatto nella difesa dell’ambiente in quanto i cacciatori rappresentano un baluardo per la difesa del nostro territorio. Il nostro ruolo deve consentirci di essere elemento di mediazione tra tutti i soggetti coinvolti. Sono necessarie sinergie e condivisione con Regione, Associazioni Venatorie, Atc e coloro che esercitano l’attività venatoria: in questo la Provincia deve avere un ruolo da protagonista”.
Nel corso del  dibattito consiliare, dopo l’illustrazione dell’odg da parte di Franco Granocchia (Idv), numerosi consiglieri hanno preso parte al dibattito: Franco Asciutti (capogruppo Lista Franco Asciutti candidato Pres. Coaliz. Lega Nord – Pdl)  che ha parlato di “rapporti problematici tra Istituzioni e di troppi anni di cattiva subordinazione”, specificando che “non è possibile avere deleghe e poi l’Ente delegante decide indipendentemente dall’Ente delegato”; Massimiliano Capitani (Pd) che ha chiesto di interagire in particolare sulla mobilità venatoria e sulla lettera M del calendario venatorio (deleghe per l’accesso fuori regione); Luigi Andreani (Pdl) il quale ha rivendicato il ruolo dei cacciatori quali primi difensori dell’ambiente nonchè il ruolo della Provincia; Giampiero Panfili (Pdl) il quale ha evidenziato l’unitarietà di intenti degli interlocutori come strumento d’ascolto; Enrico Bastioli (Sinistra e Libertà per l’Umbria) che, ribadendo l’impossibilità di aprire la caccia in un giorno lavorativo, ha sottolineato l’importanza di ‘elementi di ascolto e confronto per questa attività che porta con sé tanta economia’. L’esigenza di validi  rapporti di collaborazione, in uno spirito di  unitarietà, e l’esigenza di un protagonismo attivo in questa materia da parte della Provincia è la sottolineatura del Consigliere Luca Secondi (Pd). Soddisfazione da parte di Luca Baldelli (Prc – Se) per il confronto in sede di III Commissione e per la lodevole unità d’intenti raggiunta.

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