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La Governatrice dell'Umbria contesta l'inserimento dell'Ateneo tra quelli non virtuosi, con una riduzione dei finanziamenti
bistoni

“L’Università degli Studi di Perugia rappresenta per l’Umbria una grande e importante risorsa. Un’istituzione di alta formazione che è indispensabile e irrinunciabile per la crescita della comunità regionale, per il suo ruolo di centro di ricerca e innovazione di eccellenza”. È quanto afferma la presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti, dopo la classifica stilata dal Ministero dell’Università che colloca l’Università di Perugia al secondo posto tra le “non virtuose”, con una riduzione dei finanziamenti per ricerca e didattica.
“Siamo contrari – rileva la Governatrice – a un tentativo di smantellare la vocazione universalistica dell’Università, come della scuola e del sistema sanitario nazionale. E, soprattutto, siamo nettamente contrari al tentativo di affermare il principio secondo cui all’impostazione universalistica di fondamentali servizi come università, scuola e sanità corrispondano sprechi e, dunque, si devono imporre tagli. Il solo risultato è l’annullamento della primaria e irrinunciabile funzione di questi servizi. Si tratta di un approccio meramente ragionieristico – prosegue Lorenzetti – che punta a determinare nel Paese, per ciò che riguarda l’Università, una divisione e uno smembramento che privilegerebbero realtà deputate esclusivamente alla ricerca, relegando il resto all’insegnamento, quasi fossero la prosecuzione del corso di studi delle scuole superiori”.
La presidente della Regione Umbria contesta, inoltre, “la presunta oggettività dei parametri utilizzati dal Ministero per determinare il posizionamento dei singoli atenei. Si tratta – dice – di parametri esclusivamente quantitativi che non tengono in alcun conto quello che, invece, deve essere il parametro ‘principe’ di un’Università: quanto è in grado di incidere quale motore della crescita e dello sviluppo di una comunità”.
“Se si aggiunge – dice ancora la presidente Lorenzetti – che questi criteri di valutazione e i conseguenti provvedimenti sono dettati da una politica di tagli drastici e indiscriminati da parte del Governo per le Università, ne risulta come rischiano di essere premiate quelle realtà che puntano solo su quantità e numeri, penalizzando invece la qualità e il vero merito. Valori che la Regione Umbria intende difendere e valorizzare”.
“Chiediamo al Governo – aggiunge – anche di fare un’operazione di trasparenza rispetto a quanti e quali finanziamenti garantisce alle Università private e a quelle telematiche”.

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