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L'elenco aggiornato dei prodotti agroalimentari tradizionali pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale

 

Per l’Umbria sono 70 i prodotti agroalimentari ottenuti secondo regole tradizionali antiche tramandate nel tempo, che sono disponibili come souvenir o per allietare le tavole dei turisti durante le vacanze. È quanto emerge dall’indagine della Coldiretti sull’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali delle regioni aggiornato con la nona revisione pubblicata nel supplemento alla Gazzetta Ufficiale n. 149 del 30 giugno 2009. 
Dal capocollo al salame, dalla caciotta al pecorino di Norcia e alla ricotta salata, dalla cipolla di Cannara al sedano nero di Trevi, dallo zafferano di Cascia alla fagiolina del lago, per non parlare della patata rossa di Colfiorito, delle lenticchie e del farro. E per continuare, le paste fresche e i prodotti della panetteria e pasticceria: la ciaramicola, il torcolo di San Costanzo, il torciglione, il pampepato,  la torta al formaggio o di pasqua, le ciriole, gli umbricelli e gli strangozzi.
Per l’estate 2009 il turismo enogastronomico si conferma – sostiene Coldiretti – il vero motore della vacanza Made in Italy che è l’unica nel mondo a poter offrire, tra l’altro, la più ampia varietà di prodotti tradizionali regionali. La maggioranza degli italiani (50,3 per cento) non si fa infatti mai mancare in vacanza la degustazione delle specialità enogastronomiche locali secondo un’analisi Swg.
In dieci anni, rispetto al luglio 2000 – ricorda Coldiretti – quando è iniziato il lavoro di catalogazione a livello regionale, i prodotti censiti sono più che raddoppiati grazie all’impegno degli imprenditori agricoli nel recupero delle tradizioni. Un risultato – continua Coldiretti – finalizzato a proteggere dalle falsificazioni e a conservare anche in futuro nella sua originalità, il patrimonio gastronomico nazionale che rappresenta una componente determinante per la competitività del Made in Italy. Una ricchezza che comprende – precisa Coldiretti – prodotti ottenuti secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni e metodiche praticate sul territorio in modo omogeneo.
Comperare direttamente dal produttore è un modo – conclude Coldiretti – per garantirsi l’autenticità degli acquisti e non cadere nel rischio dei prodotti taroccati spacciati come tipici del territorio, ma che non hanno in realtà nulla a che fare con la realtà produttiva umbra.

 

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