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L’autorevole agenzia di stampa Adnkronos  ha rilanciato poche ore fa la notizia della lettera inviata a TamTam da Roberto Spaccino, condannato all’ergastolo e rinchiuso nel carcere di Terni.
Nel dispaccio si mette in evidenza il passaggio in cui l’uomo ribadisce il proprio amore per la moglie, del cui delitto è accusato, e la sua determinazione a provare la sua innocenza.
Ecco il testo del’agenzia di stampa.

PERUGIA: DELITTO CICIONI, SPACCINO DAL CARCERE ‘PROVERÒ MIA INNOCENZÀ = Roma, 25 giu. – (Adnkronos) – «Mi impegnerò con tutte le mie forze per dimostrare la mia innocenza: io a Barbara volevo bene. L’ho amata e l’amerò per sempre, amo i miei figli, Nicolò e Filippo e lotterò con tutte le mie forze per poterli rivedere il prima possibile». Così scrive in una nuova lettera inviata dal carcere di Terni al quotidiano on-line ‘Il Tamtam’, Roberto Spaccino, condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Perugia per l’omicidio della moglie, Barbara Cicioni, ammazzata la sera del 24 maggio 2007, all’ottavo mese di gravidanza, nella loro villetta di Compignano Marsciano, in provincia di Perugia. Nella lettera Spaccino ribadisce la propria innocenza e dichiara: «La mia condanna è stata talmente così pesante, ma secondo me anche tanto ingiusta, solo la parola ergastolo mi fa rabbrividire, io la paragono ad una condanna a morte, anche se sono cosciente che per ora si tratta di una condanna in primo grado». Quindi Spaccino insiste di voler lottare «fino in fondo per dimostrare a tutti che io sono innocente». Durante il processo, racconta «sono emerse delle circostanze abbastanza strane, le quali non sono state prese neanche in considerazione, tutto questo perchè secondo me era già stato tutto deciso, la mia condanna era nell’aria da tanto tempo, essendo stato vittima massacrata di una campagna molto mediatica, ai limiti della sopportabilità». «Mi hanno sottoposto a un processo famigliare ‘allargato – prosegue Spaccino – per garantirsi della mia completa innocenza. Solo dopo averla verificata, per giorni e giorni, hanno deciso che il proprio figlio, fratello e cognato, era degno di meritare tutta la loro fiducia e il loro sostegno vitale. Mi impegnerò con tutte le mie forze per poter dimostrare tutta la mia innocenza, è un mio dovere farlo, sia per me stesso e sia perchè sia stata fatta giustizia: io a Barbara volevo bene. L’ho amata… e l’amerò per sempre, amo i miei figli, Nicolò e Filippo e lotterò con tutte le mie forze per poterli rivedere il prima possibile». E per concludere la lunga lettera Spaccino scrive: «Questa confessione vera e reale mi costa tanto; la forza è l’effetto della mia innocenza, posso avere tutti contro, ma è fondamentale avere me dalla mia parte».

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