Roberto Spaccino, condannato all’ergastolo per aver ucciso la moglie incinta Barbara Cicioni nella loro casa di Compignano di Marsciano, chiede di poter rivedere i suoi due figli, Filippo e Nicolò.
La supplica è contenuta in una nota affidata all’agenzia Ansa, nella quale l’uomo ribadisce anche la propria innocenza. Nella lettera, spedita dal carcere di Terni dove è detenuto, Spaccino afferma di provare «tanto dolore e rabbia» pensando che l’assassino della moglie e della figlia «è ancora libero».
L’uomo è stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’assise di Perugia il 16 maggio scorso; i suoi difensori hanno annunciato appello.
Il delitto avvenne nella notte tra il 24 e il 25 maggio 2007; pochi giorni dopo, poco prima dei funerali della donna, l’uomo fu arrestato. La Cicioni, 33 anni, venne uccisa nella sua camera da letto mentre nella stanza accanto dormivano i due figli di otto e quattro anni, ora affidati ad alcuni parenti.
Secondo l’accusa, Spaccino uccise la moglie al termine dell’ennesima lite, dopo alcune percosse e soffocandola con un cuscino. Oltre che per l’omicidio è stato condannato per maltrattamenti nei confronti della moglie e per avere provocato l’interruzione della sua gravidanza.
- redazione
- 18 Giugno 2009
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