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La sentenza della Corte d'Assise di Perugia è arrivata dopo quasi dieci ore di camera di consiglio
foto-spaccino

Carcere a vita per Roberto Spaccino, invio degli atti alla Procura per l’ipotesi di falsa testimonianza a carico di Gerardo Spaccino (il padre), Michele Spaccino (il cugino), Claudia Argentini (la cognata) e Lorena Lombrici (la cugina), nonchè trasferimento degli atti a Firenze per il reato di favoreggiamento a carico di un avvocato della difesa (avrebbe fatto uscire dalla cella una lettera dell’imputato) e di un altro per oltraggio a magistrato in udienza, commesso secondo il pm, nel corso dell’ultima requisitoria.
Le decisioni della Corte d’Assise di Perugia, nel processo per l’omicidio di Barbara Cicioni, 33 anni, moglie di Spaccino, incinta di otto mesi e madre di due bambini, sono arrivate dopo circa dieci ore di camera di consiglio e sono state lette dal presidente Giancarlo Massei, lo stesso del processo per l’uccisione della studentessa inglese Meredith Kercher.
In pratica i giudici hanno confermato l’intero impianto accusatorio, escludendo soltanto l’aggravante della particolare crudeltà.
La Corte ha anche riconosciuto le statuizioni relativo ai risarcimenti delle parti civili, anche se saranno da quantificare in sede civile. Fissate le provvisionali: 300 mila per i figli Nicolò e Filippo, 50 mila euro per il padre e la madre della vittima, Paolo Cicioni e Simonetta Pangallo, 20 mila e 10 mila euro, rispettivamente, per gli zii Elisa Cicioni e Massimo Buconi.

 

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