Il referendum del 21 giugno è divenuto oggetto di battaglia politica: molti si preoccupano di mettere in evidenza le conseguenze: positive o negative che si ritengano, ma quasi nessuno spiega su che cosa si andrà a decidere. Molti immaginano scenari del dopo voto più o meno positivi e negativi con argomentazioni che sembrano il tentativo di costruire case modellando acqua, infarcite come sono di ipotesi, probabilità, tendenze ecc.
Ma i quesiti sono semplici e si possono spiegare in poche parole anche se, come si può vedere dall’allegato, i quesiti sembrano opera di una "azzeccacarbugli".
Le attuali leggi elettorali di Camera e Senato prevedono un sistema proporzionale con premio di maggioranza. Tale premio è attribuito su base nazionale alla Camera dei Deputati e su base regionale al Senato.
Esso è attribuito alla “singola lista” o alla “coalizione di liste” che ottiene il maggior numero di voti.
Il 1° ed il 2° quesito referendario (valevoli rispettivamente per la Camera dei Deputati e per il Senato) si propongono l’abrogazione del collegamento tra liste e della possibilità di attribuire il premio di maggioranza alle coalizioni di liste.
In caso di esito positivo del referendum, la conseguenza è che il premio di maggioranza verrà attribuito alla lista singola (e non più alla coalizione di liste) che abbia ottenuto il maggior numero di seggi.
Il premio di maggioranza è tale che si assicura la maggioranza dei seggi in palio. Quindi,in caso di forte frammentazione del voto potrebbe accadere che partiti con solo, ad esempio, il 20% dei voti, ma uno in più degli altri, avrebbero la maggioranza in Parlamento.
Questo perché il referendum ha possibilità di cancellare norme e non di introdurne di nuove come, sempre ad esempio, quella di una percentuale minima sopra la quale fa scattare il premio di maggioranza.
L’abolizione del collegamento tra liste ha poi come ulteriore conseguenza che la soglia di sbarramento: un consenso del 4 % alla Camera e 8 % al Senato, deve essere raggiunta dalla singola lista.
Con il 3° quesito si propone l’ abrogazione delle candidature multiple
Oggi esiste per legge la possibilità di candidature in più circoscrizioni. Il candidato eletto in più luoghi (il “plurieletto, optando per uno dei vari seggi ottenuti, permette che i primi dei candidati “non eletti” della propria lista in quella circoscrizione gli subentrino nel seggio al quale rinunzia.
Con l’approvazione del 3° quesito la facoltà di candidature multiple verrà abrogata sia alla Camera che al Senato.
- Redazione
- 11 Maggio 2009
Condividi su facebook
Condividi su twitter