Gli studiosi, che hanno partecipato al summit nazionale di Firenze sulla castanicoltura, al quale erano presenti esperti delle università di Torino, Bologna, Firenze e della Tuscia, oltre al Cnr di Napoli e del Servizio fitosanitario del Mipaaf hanno lanciato un allarme che riguarda anche l’Umbria.
I castagneti autoctoni delle colline dell’Aviglianese-Tuderte come quelli del Viterbese, come quelli di tutta Italia, sono destinati all’ estinzione a causa dell’infestazione ormai fuori controllo del cinipide del castagno, il parassita arrivato dalla Cina in grado di uccidere le piante.
Secondo il professor Giovanni Bosio del Servizio fitosanitario della Regione Piemonte, «ormai non sono più possibili azioni di prevenzione nè interventi di tipo fitosanitario sul cinipide, poichè sono mancati prima i dovuti controlli e mancano tuttora i divieti di vendere materiale castanifero infetto.
I vivai – ha aggiunto – continuano a vendere tale merce, senza che nessuno faccia luce sulle responsabilità civili e penali derivanti dal disastro ambientale ed economico che stanno provocando».
Il professor Roberto Botta dell’Università di Torino ha sostenuto che «i castagneti autoctoni sono destinati a scomparire». E che l’unica soluzione attualmente disponibile è «la loro sostituzione con i cultivar proveniente da Spagna, Francia, Portogallo, Usa e un ibrido Giapponese che sono più resistenti all’infestazione».
- Redazione
- 26 Aprile 2009
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