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L'allarme lanciato dall'on. Bocci con una interpellanza al ministro Alfano

Al carcere di Spoleto sono arrivati in questi giorni dall’Aquila 77 detenuti in regime di 41-bis, in una notte si è dovuto aprire un nuovo padiglione e ora ci si deve attrezzare per ospitare anche gli agenti del Gom (gruppo operativo mobile) delle Fiamme azzurre che controllano i detenuti più pericolosi.
In più un fonogramma inviato dal ministro Alfano e da Franco Ionta, capo dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, chiede di raddoppiare la capacità del carcere di Spoleto e di accogliere altri detenuti anche a Perugia
: questo significherebbe 300 detenuti in più a Spoleto e almeno 200 a Perugia.
Tutto ciò ha allarmato il deputato umbro Bocci «Nelle quattro strutture carcerarie umbre (Perugia, Spoleto, Terni, Orvieto) – dice Bocci – le guardie carcerarie sono sotto organico di 200 unità, mentre i carcerati crescono in maniera esponenziale.
In particolare, a Perugia sono in servizio 215 agenti di custodia contro i 339 previsti, a Spoleto 359 in servizio contro i 388 previsti, a Terni 190 in servizio contro i 218 previsti e infine ad Orvieto 68 in servizio contro i 75 previsti.
I numeri parlano chiaro: se in Italia la media della carenza di organici è del 10 per cento, in Umbria raddoppia al 20 per cento». «Oramai tra Perugia, Spoleto, Terni e Orvieto i detenuti sono più di 1.000 – continua Bocci – ed il rapporto tra chi sconta la pena e chi controlla è gravemente squilibrato: il sovraffollamento unito alla carenza di organici della polizia penitenziaria comporta con tutta evidenza un altissimo rischio per la sicurezza. Con questi numeri si rischia il collasso tra quattro anni. Tra Terni e Spoleto nei prossimi cinque anni andranno in pensione almeno 80 agenti e la situazione rischia di diventare esplosiva».

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