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La prova effettuata nelle campagne di Todi per testare proprio la capacità del nuovo servizio di raggiungere zone dove il servizio tradizionale non giunge; ventuno Comuni in Umbria potranno accedere alla banda larga tra pochissimo tempo, ma saranno 3.200 quelli destinati ad essere serviti, in tutta Italia, dalla società tuderte

È perfettamente riuscito, nelle campagne del tuderte, il primo test italiano del servizio, con la tecnologia WiMax, che permette l’accesso a Internet in banda larga senza fili tramite onde radio.
Il servizio provato, Aria Casa 7Mb, cioè di 7 megabyte al secondo, destinato alle famiglie, permette di accedere con una connessione a banda larga a servizi finanziari, culturali, sanitari, della pubblica amministrazione e a contenuti di intrattenimento.
L’utilizzatore del servizio può navigare su internet ad alta velocità e scaricare file, musica e video. Può inoltre spedire file, foto e filmati.
La scelta di lanciare il servizio in alcune zone di campagna, dove i servizi wireless, cioè senza fili, non possono essere assicurati da altre fonti come la fibra ottica o altri tradizionali cavi telefonici, risponde alla funzione stessa della tecnologia WiMax di arrivare nelle zone periferiche e quindi anche economicamente meno vantaggiose per gli operatori.
Proprio la differenziazione tra aree cittadine e di campagna nell’accesso a Internet costituisce d’altra parte uno dei più importanti indicatori del «digital divide».  
La prova è stata organizzata a Todi dell’operatore di telecomunicazioni Aria, che proprio nella cittadina umbra ha la sua sede .
E il servizio avrà inizio dall’Umbria
, dove Alcatel Lucent ha costruito per l’operatore 20 stazioni base in 21 comuni.
Entro giugno saranno 250 le base station installate. L’investimento complessivo della società sarà di 60 milioni di euro
Aria è l’unico, tra i vincitori dell’appalto per la nuova tecnologia, ad avere acquisito licenze per tutte le sette macroaree regionali nelle quali era stato diviso il territorio italiano, ed è quindi anche il solo che sta mettendo in piedi un servizio per l’Italia intera.
I programmi prevedono ulteriori espansioni dopo la connettività a Internet; “Pensiamo di poter fornire anche il servizio voce entro il terzo trimestre 2009. – ha detto Abramo Volpi, responsabile marketing di Aria –
In prospettiva, puntiamo entro cinque anni a fornire il servizio WiMax al 50% del territorio italiano, puntando su quelle aree dove il servizio Adsl non c’è o è scadente.
Entro il 2013 vorremmo arrivare a 3.200 comuni, grazie a 4.200 base station, e al 75% della popolazione del paese”.  

Aria è la compagnia fondata da quattro imprenditori umbri nel 2005 e capace solo tre anni dopo, grazie al magnate israeliano David Gilo, che ne aveva nel frattempo rilevato il 75%, di aggiudicarsi per 45 milioni di euro totali una licenza per tutta l’Italia. La quota di maggioranza di Aria è della Gilo Venture Capital, del magnate israeliano; nella compagine proprietaria figura anche la Goldman Sachs.
Le aziende produttrici di tecnologia sono già da tempo al lavoro su questo nuovo business, che per nel futuro prevede una lotta strenua con la telefonia mobile di quarta generazione, Lte (Long Term Evolution), per divenire lo standard della comunicazione mobile.
Sull’affare più importante, quello dei telefonini, è arrivata per prima la taiwanese Htc, produttrice anche del Google-Phone, che ha annunciato lo scorso 12 novembre l’arrivo del primo cellulare al mondo abilitato al Wi-MAX. Per ora è disponibile in Russia per la rete della Yota Mobile. Con questo telefonino di quarta generazione, la più avanzata della comunicazione mobile, si possono vedere per ora già fino a nove canali televisivi simultaneamente. Dopo i cellulari, i laptop, il cui trend di vendite ha ormai già superato quello dei computer desktop: i primi dotati della funzione WiMax sono stati prodotti negli Stati Uniti dalla Acer
 
 

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