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Contemporaneamente allo scoperta dell'agenzia spaziale indiana un laboratorio americano ha individuato nelle spugne delle barriere coralline un sostanza capace di battere anche i batteri-superesistenti agli antibiotici
spugna-marina

Tre specie ‘aliene’ di batteri sono stati trovati a 40km dal suolo terrestre, in un ambiente perciò quasi privo di ossigeno, da un pallone aerostatico dell’Indian Space Research Organisation.
Gli scienziati indiani sulla base di ciò affermano che potrebbe esserci vita aliena nello spazio.
Secondo i ricercatori, potrebbero essere batteri mutati da precedenti, lanciati nello spazio da vulcani in eruzione e che si sono evoluti per sopravvivere in ambiente ostile.
Qualora la notizia fosse confermata c’è chi si preoccuperebbe della possibile ricaduta sulla Terra, magari insieme a qualche satellite, di tali batteri che, abituati ad ambienti molto più ostili, potrebbero acquistare una virulenza molto maggiore di quella dei fratelli terrestri.
Ma se il pericolo può venire dallo spazio, una difesa potrebbe esserci nel fondo degli oceani.
Un composto che si trova in una spugna marina si e’ rivelato
, secondo il National Oceanic and Atmospheric Administration’s Hollings Marine Laboratory a Charleston, South Carolina. in grado di combattere la resistenza agli antibiotici comuni di diversi ceppi di batteri.
La scoperta lascia sperare in una nuova classe di farmaci capace di sconfiggere i super-bug. I batteri che resistono agli antibiotici, come lo Stafilococco aureo meticillino-resistente (Mrsa), sono un problema sempre piu’ serio per gli ospedali di tutto il mondo.
La sostanza si trova in una spugna che vive in una barriera corallina morta. I ricercatori hanno studiato la spugna per capire che cosa le consenta di vivere in condizioni ambientali ostili e hanno scoperto che ha la capacita’ di respingere i biofilm batterici, il sottile strato che i batteri formano per aderire alle superfici degli organismi che attaccano. "Si tratta di una proprieta’ estremamente interessante, considerato che il 65-80% di tutte le infezioni patogeniche umane si basa su biofilm", ha spiegato il responsabile del laboratorio americano. Moeller. Il team ha testato la sostanza contenuta nella spugna su alcuni dei patogeni piu’ resistenti, tra cui l’Mrsa, e ha scoperto che, mescolando materiale estratto dalla spugna con un antibiotico, si riusciva a rendere i batteri, prima resistenti, sensibili all’antibiotico.
Poiche’ i composti estratti dalla spugna non sono tossici, il team americano sta gia’ lavorando con una serie di aziende che producono apparecchi medicali per incorporare i derivati della spugna marina nei materiali usati.
Poi potrà passarsi a studiare come incorporare la sostanza negli antibiotici e battere i batteri super-resistenti, da qualunque parte provengano.

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