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Con quanto l'Italia dovrà pagare come penali per non rispettare gli accordi di Kyoto, si possono regalare quasi un milione e mezzo di impianti termici all'anno alle famiglie o 67.500 impianti fotovoltaici

Nel dibattito in corso sulla crisi economica, a tutti sfugge una situazione ed una opportunità importantissima, che potrebbe in breve tempo capovolgere la situazione.
In Italia, infatti, stiamo mandando in fumo ogni giorno una somma che consentirebbe di regalare ogni giorno alle famiglie italiane 3.600 ( tremilaseicento) pannelli solari termici (per acqua calda) o 180 impianti di pannelli fotovoltaici da 3 Kw, quanto normalmente fornisce la rete elettrica.
Fatti i debiti conti, in un anno sarebbero 1.341.000 gli impianti per l’acqua calda gratis e 65.700 gli impianti fotovoltaici  l’anno, corrispondenti ad una potenza di 197.100 Kw.
Al di là dell’enorme risparmio per le famiglie italiane, risparmio che potrebbe dirottarsi per altre spese, la produzione e l’istallazione di tali apparecchiature di produzione di energia pulita potrebbe generare migliaia di posti di lavoro e la crisi sarebbe solo un ricordo, come l’inquinamento da Co2 e le conseguenze arcinote sul clima e la salute del mondo nonchè gradualmente sullo stesso crescere del debito.

Questo perchè, solo considerando il solare termico, per ogni Kwp installato si possono produrre in un anno:
da 1100 Kwh (Nord Italia), a 1600 Kwh (Sud Italia) e quindi risparmiare emissioni nocive da: 729 Kg di CO2 (Nord Italia) a 1043 Kg CO2 (Sud Italia).
Cioè, un impianto da 1 Kw di energia solare ci fa risparmiare in un anno circa una tonnellata di anidride carbonica. Tutti i pannelli termici istallabili in un anno, quindi, ridurrebbero di circa il 40%il divario tra la Co2 che attualmente si emette in Italia e quella che si dovrebbe emettere, per rientrare nei parametri dell’accordo di Kyoto.
64 milioni sono le  tonnellate di Co2 che in Italia si emettono in eccesso ogni anno e 26,820 milioni di tonnellate sono quelle che si potrebbero "risparmiare" istallando pannelli. In poco più di due anni, perciò la crescita del debito sarebbe azzerata.
Ed i soldi per tutto questo ci sono o meglio ci sarebbero se la smettessimo di buttarli dalla finestra.

L’Italia, infatti, sta accumulando un debito di 3,6 milioni di euro al giorno per lo sforamento delle emissioni di CO2 rispetto all’obiettivo previsto dal Protocollo di Kyoto.
Per la precisione, sulla base delle prime stime delle emissioni climalteranti nel primo anno di conteggio, nel 2008 si è accumulato un debito di circa1,3 miliardi di euro.
La crescita del debito (per ogni tonnellata di CO2 si può stimare un prezzo di 20 €) si può visualizzare in tempo reale dal contatore presente nel sito del Kyoto Club (ad oggi un debito di 42 € al secondo).
Questo costo deriva dal divario di oltre 64 milioni di tonnellate di CO2 tra i valori del 2008 e il target di Kyoto. Va ricordato che nel periodo di adempimento 2008-2012, la quantità di emissioni assegnate all’Italia è pari a 483 Mt CO2 eq (-6,5% rispetto al 1990).

Malgrado il modesto calo delle emissioni degli ultimi anni, quella di Kyoto rimane un’emergenza pesante in termini economici, di immagine e di mancate opportunità.
Paghiamo dieci anni di sottovalutazione del problema climatico e di una notevole superficialità rispetto all’entrata in vigore del Protocollo.
Poiché ogni ulteriore ritardo comporterà costi crescenti, sarà fondamentale che le istituzioni mettano al centro delle politiche del Paese la questione climatica, con conseguenti scelte oculate su efficienza energetica, utilizzo delle fonti rinnovabili e trasporti.

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