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Oltre che in caso di combustione, il legno rilascerebbe prodotti nocivi anche a temperature di 20 gradi ed anche per semplice contatto

In Italia ci potrebbero essere oltre 8 milioni di pali telefonici, realizzati in legno e trattati, per renderli duraturi, con creosoto o con sali di arsenico, cromo e rame.
I pali di legno in questione sono costituiti da materiale considerato rifiuto altamente pericoloso per il rischio dovuto all’esalazione di gas estremamente tossico derivante dall’eventuale combustione del legno.
Inoltre la sostanza contenuta, il creosoto, oltre ad essere altamente cancerogena è, altresì, pericolosa per la salute individuale anche solo tramite il contatto con la pelle o attraverso l’inalazione dei gas sprigionati a seguito dell’aumento della temperatura, oltre i 20 gradi.
In aggiunta è altresì dannosa per l’ambiente a causa del rischio di inquinamento del suolo e della falda acquifera presente in quel territorio.

A Lecce è nota la storia di due bambini nati malformati per l’inalazione da parte della madre del fumo da combustione del legno usato per il caminetto domestico.
Tutto ciò è stato segnalato dal Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori che chiede conto a Telecom di quanto sia stato fatto per eliminare il problema.
Nel 2003, infatti, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, Altero Matteoli, il Ministro delle Attività Produttive, Antonio Marzano, il Presidente di Telecom Italia, Marco Tronchetti Provera e l’operatore del settore, la società Stella, avevano firmato un accordo di programma che disciplinava tutto il settore, prevedendo anche da parte di Telecom la sostituzione progressiva di tutti i pali impregnati con creosoto o con sali di arsenico, cromo e rame, con pali non contenenti sostanze pericolose per l’ambiente (150.000 il primo anno e successivamente 200.000 l’anno).
Se anche i programma fosse stato rispettato alla lettera circa un milione di pali potrebbe essere stato sostituito.

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