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Anche se sposato con una italiana e padre di una figlia un algerino "abbonato" con il carcere è stato rimandato a casa da una sentenza del Tribunale di Terni

Il Tribunale di Terni ha applicato per la prima volta un principio che potrebbe essere la strada per attenuare fortemente la xenofobia, che sembra pervadere l’animo di tanti, sollecitata da episodi criminosi di cui sono protagonisti gli stranieri in Italia.
All’apparenza la sentenza della giustizia ternana può apparire “inumana”, se non si considera che la diffidenza verso gli stranieri è soprattutto alimentata dalla sensazione dell’impotenza di fronte a soprusi di persone che vengono da fuori a contribuire alla delinquenza locale.
Rimossa questa ultima sensazione è probabile che, salvo i più esagitati, molti possano passare da una concezione dello straniero visto come nemico ad una più rispettosa delle diversità innocua.

Per la prima volta a Terni il tribunale ha applicato nei confronti di un cittadino straniero il principio della priorità del pubblico interesse rispetto al diritto all’ unità familiare.
Nel caso specifico si è trattato di un algerino di 46 anni, sposato con una ternana di 42, dalla quale ha avuto una bambina che oggi ha sei anni.
L’ uomo è stato per lunghi periodi ospite delle “ patrie galere”, dopo essere stato arrestato più volte per furti, rapine, estorsioni.
Dopo l’ ultimo arresto, l’ ufficio immigrazione della questura di Terni ha avanzato la richiesta per la sua espulsione dall’Italia.
Il giudice unico del tribunale ha accolto tale richiesta, con la motivazione della priorità del pubblico interesse ed il prefetto di Terni ha emesso il relativo decreto di espulsione che è stato subito e materialmente eseguito
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