Condividi su facebook
Condividi su twitter
Contestato esperimento tedesco mira a favorire la crescita del plancton che assorbe l'anidride carbonica

Mentre giungono notizie di prospettive favorevoli per il contenimento, naturale ma non troppo perché prevede l’incremento della produzione di energia elettrica dal nucleare (un uovo oggi ed una gallina arrostita domani), delle emissioni della anidride carbocianell’atmosfera, il governo di Berlino ha dato il via libera a una contestata missione scientifica diretta a spargere ferro nell’oceano per favorire artificialmente la crescita di microalghe capaci di assorbire biossido di carbonio, e valutare quindi il potenziale dell’oceano come serbatoio di gas serra, una misura destinata a combattere il riscaldamento del pianeta.
“Sono convinta che non esista alcun ostacolo scientifico o legale nei confronti dell’esperimento Lohafex”, ha affermato in un comunicato il ministro tedesco della Ricerca, Annette Schavan.”.

La decisione giunge al termine di un dibattito tra i ministeri dell’Ambiente e della Ricerca sulle conseguenze del progetto tedesco-indiano finalizzato a riversare sei tonnellate di ferro nelle zone oceaniche del sud Atlantico, su un’area totale di 300 chilometri quadrati
, al fine di favorirvi la crescita del fitoplancton.
Il ministero dell’Ambiente riteneva che l’esperimento violasse una moratoria sulla fertilizzazione artificiale degli oceani decisa in occasione della Conferenza dell’Onu sulla biodiversità svoltasi in maggio a Bonn.

Da parte sua, l’Istituto tedesco di ricerca polare Alfred Wegener, il cui battello ‘Polarstern’ ha lasciato Città del Capo (Sudafrica) il 7 gennaio scorso con a bordo 48 scienziati, aveva invocato una clausola della convenzione che precisa come la moratoria non riguardi “ricerche scientifiche su piccola scala.
Nelle prime due settimane, il battello, che deve terminare la sua missione il 17 marzo a Punta Arenas, in Cile, individuerà le zone dove in seguito sarà riversato il ferro che dovrà favorire lo sviluppo del fitoplancton.

Queste microalghe marine, secondo l’Istituto, giocano un ruolo chiave sul livello mondiale di biossido di carbonio poichè lo assorbono sia dall’acqua che dall’atmosfera.
Viceversa si ritiene che ridurre le emissioni di CO2 del 70% entro il 2030 e contenere l’aumento delle temperature entro i 2 gradi siano obiettivi possibili che la Ue può permettersi, purchè non perda tempo: è quanto afferma uno studio della società McKinsey, commissionato da Enel e da altre aziende tra cui Volvo, Shell, Honeywell e dal Wwf. Secondo i dati dello studio presentato a Bruxelles, entro il 2030 sole, vento e altre fonti rinnovabili potranno fornire almeno uno terzo dell’energia necessaria a livello mondiale, l’ efficienza energetica potrà ridurre di un quarto le emissioni di gas serra e la deforestazione nei Paesi in via di sviluppo potrà essere completamente abbattuta.

Gli investimenti necessari per raggiungere tali obiettivi, stima il rapporto, si aggirano sui 50 miliardi di euro entro il 2020 e 810 miliardi entro il 2030.
Nello specifico lo studio lega la maggior parte del calo delle emissioni al 2020 ai settori di edifici e trasporti, mentre il settore elettrico risulta determinante per le riduzioni al 2030, con il ricorso allo sviluppo del nucleare e dei dispositivi di cattura e stoccaccio del carbonio.

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter