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La denuncia arriva da Legambiente, associazione secondo la quale il sistema sarebbe adottato dai cacciatori dopo la chiusura della stagione venatoria

“Come si chiude la stagione venatoria, le campagne si riempiono di esche avvelenate: è un sistema crudele ancora barbaramente adottato da cacciatori privi di ogni scrupolo e coscienza per eliminare i “nocivi”, così sono chiamati gli animali predatori quali volpi, faine, martore. Un modo cruento e illegale con l’obiettivo di salvaguardare invece le specie di selvaggina cacciabili in quanto possibili loro naturali predatori e che rischia di coinvolgere ogni specie animale”. La denuncia, che produrrà sicuramente reazioni e smentite da parte delle associazioni venatorie, arriva da Legambiente Umbria. 
Il caso segnalato nell’occasione è avvenuto nei dintorni di Cenerente nel Comune di Perugia a danno di un cane avvelenato con un boccone composto da frattaglie avicole e veleno per lumache. “La consueta passeggiata con il mio cane nelle campagne di Cenerente – racconta il proprietario del cane vittima della trappola mortale – quando ad un certo punto ai bordi di in un uliveto mi sono accorto che stava mangiando qualcosa, subito dopo barcollando si è accasciato a terra”.
In seguito è stato effettuato un sopralluogo della Polizia Provinciale durante il quale sono stati rinvenuti tre siti interessati da una consistente quantità di esche avvelenate con lo stesso prodotto. Ora sono in corso le indagini per l’accertamento dei responsabili a seguito di denuncia fatta dal proprietario del cane.
“E’ la prima volta che ci viene segnalato un caso di abbandono di esche avvelenate nella zona di Cenerente – dichiara la Guardia Ambientale Volontaria di Legambiente Umbria che ricevendo la segnalazione ha lanciato l’allarme e segnalato il fatto alla Polizia Provinciale – ma sono sempre numerose le segnalazioni, molte ci sono pervenute dallo spoletino proprio pochi giorni fa”.

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