Il Liceo “Jacopone da Todi” è da settembre affidato alla saggezza di un ”re filosofo”. A dare il cambio alla storica presidenza di Francesco Tofanetti è arrivato infatti Sergio Guarente, che ha insegnato storia e filosofia al Liceo dal 1993.
La sua carriera è segnata da rigore ed impegno negli studi e nel lavoro. Laureato in filosofia e in scienze politiche, insegnante per venti anni, ha anche collaborato con l’Università di Perugia alla Scuola di specializzazione per insegnanti.
A seguito di un iter di selezione e di formazione durato tre anni, nel 2007 è diventato dirigente scolastico e, dopo un anno al Salvatorelli di Marsciano, è ritornatè nel 2008 a Todi.
Come è stato questo cambio di ruolo, da insegnante a dirigente?
“Il passaggio è stato senz’altro molto sereno. Si tratta di un altro ruolo rispetto a quello di insegnante, in quanto il dirigente scolastico ha dei compiti e degli impegni diversi: deve infatti avere una visione che riguardi l’intero raggio di azione di una scuola. Mentre un docente può concentrarsi essenzialmente sugli aspetti pedagogico-didattici, il dirigente, pur non trascurando tale aspetto fondamentale, deve seguire l’insieme della complessa organizzazione di una scuola. Ci sono una serie di azioni, ad esempio l’aspetto finanziario e contabile nel campo dell’amministrazione, che il dirigente deve seguire attentamente. Inoltre deve avere delle capacità organizzative notevoli e intrattenere rapporti con gli enti locali e con l’università. Insomma, il dirigente deve avere una visione a 360 gradi”.
Come ha vissuto questo cambiamento al Liceo, visto che vi ha insegnato per tanti anni? Com’è stato il “passaggio di consegne” con Tofanetti?
“Il passaggio di consegne è stato molto tranquillo. Sono stato collaboratore vicario del preside Tofanetti per otto anni e quindi ero già a conoscenza dei meccanismi organizzativi della scuola. Anche per quanto riguarda il rapporto con i miei colleghi posso ritenermi molto soddisfatto: ho dovuto sicuramente ambientarmi in questo nuovo ruolo, tuttavia posso dire che sono stato accettato molto bene dai docenti del Liceo. Non è stato un passaggio traumatico per nessuno, nel senso che sia io sia i docenti abbiamo compreso la novità del mio ruolo e ci siamo adeguati a questo cambiamento”.
Nell’intervista a Tofanetti, questo aveva auspicato una “discontinuità nella continuità” da parte del nuovo dirigente. Come ha intenzione di caratterizzare questa nuova dirigenza?
“Innanzitutto intendo perseguire un rapporto molto intenso con i genitori e con gli studenti. Uno dei miei obiettivi fondamentali è di istituire un collegamento costante tra la scuola e le famiglie, proprio per discutere insieme le soluzioni relative ai problemi che via via emergono nell’ambito della vita scolastica. Una delle iniziative che ho intrapreso a partire da questo anno scolastico riguarda infatti la convocazione bimestrale del comitato dei genitori”.
Quali sono i suoi progetti per il futuro?
“Un altro aspetto che cercherò di curare molto, e che si inserisce nella grande tradizione del Liceo Jacopone, riguarda la particolare attenzione al ruolo culturale di questa scuola. Già da quest’anno sono stati attivati dei nuovi progetti. Abbiamo iniziato l’esperienza del “Caffè filosofico”, attraverso cui la scuola intende proporsi come luogo di dialogo e di dibattito, utilizzando l’atmosfera rilassata e serena di un caffè per discutere di temi filosofici con gli studenti come protagonisti. Quest’esperienza è stata colta molto favorevolmente dal territorio: gli incontri realizzati hanno visto la partecipazione oltre che degli studenti del Liceo, anche degli studenti della Scuola media di Todi e del Liceo di Marsciano. Abbiamo poi inaugurato il ciclo mensile di conferenze-dibattito “I Venerdì del Liceo”, riguardante temi di carattere letterario, storico, filosofico, artistico, e scientifico, anche questa iniziativa accolta molto bene dalla cittadinanza. Altro aspetto che intendo curare e rafforzare è l’apertura internazionale del nostro liceo, in particolare continuando l’esperienza del gemellaggio con i licei di Dreux e di Melsungen e cercando anche di attivare nuovi collegamenti con le scuole europee”.
La scuola è oggi al centro del dibattito politico e sociale, sia a livello locale che a livello nazionale: ci può dare una sua opinione su questo?
“È senz’altro positivo il dibattito che è in corso nel paese circa il futuro della scuola. L’attenzione dei genitori e degli studenti nei confronti della scuola è positiva, proprio perché significa un interesse, un’attenzione circa il valore strategico della scuola. È importante tuttavia che questa consapevolezza si traduca poi in fatti concreti, ovvero si traduca in una politica scolastica che veda veramente la scuola come una risorsa fondamentale per il futuro delle giovani generazioni e dell’Italia stessa. Al momento ritengo che la scuola non venga considerata in questi termini nell’ambito delle scelte decisionali e politiche. L’istruzione, la formazione e la ricerca devono veramente essere considerati come degli elementi che possono contribuire al futuro del nostro paese, cosa che attualmente non riesco ancora a percepire”.
Pensa che le nuove normative potranno avere delle conseguenze anche per il Liceo?
“La riforma che dovrebbe partire dall’anno scolastico 2010-2011 non dovrebbe comportare particolari cambiamenti per l’impianto liceale. In ogni caso siamo in attesa dell’applicazione concreta della riforma, un giudizio più meditato sarà possibile successivamente. Credo che l’istruzione liceale sia fondamentale e da tutelare perché fornisce agli studenti sicurezza e capacità critica per affrontare la realtà e la società e una modalità di apprendimento indirizzata allo sviluppo della curiosità, dell’approfondimento, della riflessione”.
Quale contributo possono dare gli studi filosofici che ha compiuto alla sua professione?
“La mia formazione filosofica può senz’altro contribuire in modo importante al mio ruolo, perché mi ha abituato ad un grande rigore metodologico e mi ha fornito le capacità di affrontare i problemi. La filosofia mi accompagna ogni giorno nel mio lavoro, permettendomi di individuare i problemi, di affrontarli con l’uso della ragione e di cercare di risolverli attraverso le armi e gli strumenti della logica”.