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Oltre alla nota funzione di assorbire Co2 ed emettere ossigeno, ora si scopre che le foreste sono dei "condizionatori" dell'atmosfera

Nella lotta contro l’emergenza clima, le foreste potrebbero essere più importanti di quanto si fosse pensato.
Gli alberi non si limiterebbero ad assorbire Co2 ma assumerebbero anche il ruolo di “condizionatori” dell’atmosfera.
La loro azione si realizzerebbe con il liberare sostanze chimiche che rendono più spesse le nuvole, che a loro volta riflettono più raggi solari, di fatto aiutando così a raffreddare il pianeta.
Ad ogni taglio di alberi quindi il danno sarebbe doppio, mentre il vantaggio di piantarli sarebbe raddoppiato. Queste le conclusioni di uno studio condotto da scienziati britannici e tedeschi che, secondo quanto riferisce il Guardian, verrà pubblicato in una edizione speciale del “Royal Society journal Philosophical Transactions A”.

Dallo studio delle foreste boreali di regioni del Nord, come Canada, Scandinavia e Russia, si è scoperto che le particelle rilasciate dai pini raddoppiano lo spessore delle nuvole circa 1.000 metri al di sopra delle foreste, riflettendo così un 5% extra di raggi solari.
Poichè gli alberi liberano maggiormente queste particelle in un clima caldo, la scoperta suggerisce che le foreste potrebbero rallentare rialzi futuri delle temperature, accentuando di più la loro funzione con l’aumento della temperatura, purchè questa avvenga in condizioni di sufficiente umidità e gradualmente perché, come è stato dimostrato in Italia dal CNR, altrimenti gli alberi impazziscono ed emettono più Co2 di quanta ne assorbano.

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