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L'operazione denominata "pesce doc" ha interessato sia le Marche che l'Umbria ed ha portato a rilevare 35 infrazioni

La serie di controlli condotti in tutta Italia, anche nell’entroterra, dalla Guardia costiera contro le frodi sul pescato, ha toccato anche l’Umbria.
L’operazione denominata “Pesce doc”, ha passato al vaglio tutta la filiera della pesca: pescherecci, punti di sbarco, grossisti, mercati ittici, punti vendita nei supermercati, pescherie e ristoranti, in particolare quelli etnici.
Assisi è la città ove si è riscontrato il maggior numero d’infrazioni: tre verbali amministrativi per violazione delle norme sulla tracciabilità ed etichettatura del pescato ed una denuncia per frode in commercio per un esercizio che spacciava prodotto ittico ellenico per pescato dell’Adriatico.
Sempre in Umbria è stato verbalizzato il titolare di un centro commerciale all’ingrosso di Trevi che vendeva naselli sotto taglia
In totale, nelle Marche ed in Umbria, sono stati impiegati 81 uomini che hanno accertato complessivamente 35 infrazioni, di cui 28 in materia di tracciabilità ed etichettatura del prodotto ittico, 2 per violazione delle norme sulla taglia minima, 2 per frode in commercio e 3 per violazione delle norme igienico-sanitarie.
È di 40.174 euro l’ammontare complessivo delle sanzioni pecuniare comminate
e sono 200 circa i chilogrammi di pescato sequestrati, di cui 50 chili devoluti in beneficenza, 93 chili distrutti e 102 chili rigettati in mare.

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