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La notizia rimbalza dalla Svizzera dove i proventi del commercio illegale di mezzo milione di Kalashnikov e di 10 milioni di munizioni sarebbero stati depositati

La tranquilla Umbria è al centro di un presunto traffico d’armi con la Libia: la bellezza di 500.000 mitragliatori cinesi del tipo Kalashnikov e 10 milioni di munizioni per un ammontare di 64 milioni di dollari.
L’inchiesta ha avuto nuovo impulso ora che la Procura di Perugia ha ottenuto assistenza giudiziaria dalla Svizzera.
Il Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona ha infatti respinto il ricorso presentato da una società sospettata di aver depositato in una banca ginevrina somme di denaro scaturite da tale attività illegale.
I giudici italiani sospettano diverse persone di traffico d’armi, associazione a delinquere e corruzione per vendere illegalmente alla Libia materiale libico.

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