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Salvo sorprese, la sentenza del Tribunale di Perugia sulle richiesta dell'accusa per Guede, Sollecito e Knox è attesa per martedì

Le repliche di oggi, da parte di tutti i protagonisti dei procedimenti in corso a Perugia per l’omicidio di Meredith Kercher, non serviranno sicuramente a far capire al grande pubblico come sono andate le cose o, quanto meno, a modificare le convinzioni maturate nei dodici mesi trascorsi.
C’è chi concorda con i pm: tutti e tre responsabili. Altri propendono per la tesi che ad uccidere siano stati solo Amanda Knox e Raffaele Sollecito, secondo quanto lascia intendere la ricostruzione di Rudy Guede.
Quest’ultimo è ritenuto l’assassino in un “furto finito male” dai legali del giovane pugliese.
La difesa di Amanda Knox, propende per un unico aggressore robusto ma senza nome.
Ma nell’opinione pubblica la giovane di Seattle non gode molta simpatia, forse a causa dei comportamenti nelle prime ore dopo la scoperta del delitto, ed i più la ritengono la chiave di volta di tutta la vicenda.

Dopo le repliche in programma, il giudice, nella mattinata di martedì, si dovrebbe ritirare in camera di consiglio. Ma la previsione che in serata si conosceranno le decisioni del giudice non trova unanime condivisione. Soprattutto perchè dovrà decidere se condannare, all’ergastolo hanno chiesto i pubblici ministeri, o assolvere Rudy Guede, processato con il rito abbreviato.
Una sentenza che a secondo come verrà formulata segnerà automaticamente la sorte di Raffaele Sollecito e Amanda Knox: rinvio a giudizio o sentenza di non luogo a procedere, la richiesta delle loro difese.

Tra gli elementi che saranno oggetto delle repliche sicuramente quella sollevata dalla difesa di Guede e che, se vera, potrebbe dare una svolta: “la camera della giovane fu lavata dopo il delitto e per questo le tracce di sangue risultano diluite con acqua”.
Poi si parlerà del famoso gancetto del reggiseno di Meredith Kercher dove è stata isolato il Dna di Raffaele Sollecito. Qui secondo la difesa ci sarebbero anche le tracce genetiche di Amanda Knox e Rudy Guede e di altri soggetti non identificati.
Cosa ovvia, la presenza del Dna degli indagati, se al delitto hanno partecipato tutti e tre ma che, per la difesa, proverebbe che il reperto è stato contaminato nel laboratorio della scientifica.

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